Il Vangelo del Giorno, 6 giugno 2016, Mt 5, 1-12

Il testo ed il commento al Vangelo del 6 giugno 2016 – Mt 5, 1-12 – X Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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  • Colore liturgico: bianco

Le nude domande del VangeloLe nude domande del Vangelo.
Meditazioni proposte a Papa Francesco e alla Curia romana

Le letture del giorno: 1 Re 17, 1-6; Sal 120; Mt 5, 1-12

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commento al Vangelo di Mc 12, 38-44

Commento a cura di Paolo Curtaz

[ads2]Si mette a insegnare, il Signore, come fece Mosè sulla montagna.

È una nuova Legge quella che Dio dona al suo popolo: non più dieci parole da mandare a memoria ma otto beatitudini da vivere. Non chiede di fare qualcosa, il Signore, ma di riconoscere che nelle scelte che già abbiamo fatto dimora il segreto della felicità autentica. Siamo beati non perché tristi o perseguitati o sconfitti ma perché, pur essendolo, confidiamo in Dio. E facciamo bene a confidare in lui perché sarà proprio lui a colmare il nostro cuore della sua presenza. Non si è beati perché poveri o piangenti, ma perché capaci di confidare nel Signore. La logica delle beatitudini, così distrattamente e colpevolmente ignorata dai cattolici!, è la chiave di volta che ci aiuta a capire il mondo e noi stessi. Solo confidando totalmente in Dio, solo seguendo la sua strada, che a volte pare insensata e perdente agli occhi del mondo, possiamo vivere la felicità dell’appartenere al Regno. Beati noi, allora, se miti, costruttori di pace, fiduciosi, non arroganti, perché sperimentiamo la presenza del Signore. Gesù per primo è colui che, in pienezza, ha vissuto le beatitudini che propone a noi suoi discepoli.

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