Il Vangelo del Giorno, 30 settembre 2017 – Lc 9, 43-45

Il testo ed il commento al Vangelo
del 30 Settembre 2017 su Lc 9, 43-45

XXV Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Sabato
  • Il Santo di oggi: S. Girolamo (m); S. Francesco Borgia; B. Felicia Meda
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
  • Letture del giorno: Zc 2, 5-9.14-15; Sal. da Ger.31; Lc 9, 43-45
  • Calendario Liturgico di Settembre
Lc 9, 43-45
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno – Lc 9, 43-45

A cura dei Monaci Benedettini

Non comprendevano ed avevano paura

La morte, anche quando riusciamo a guardarla con l’occhio benevolo della fede, conserva sempre il suo velo nero di mistero. Resta sempre un ampio margine inscrutabile, inaccessibile. Mentre evidentemente scandisce inesorabile, la fine della nostra vita nel tempo, non ci svela mai appieno la novità che ci attende. I vincoli che ci legano alle umane realtà e il timore del giudizio divino accrescono ulteriormente in noi la paura.

Gli apostoli, da anni alla sequela di Cristo, avevano goduto della sua presenza, dei suoi messaggi di salvezza; erano testimoni oculari di prodigi portentosi. Il loro maestro, non solo guariva ogni sorta d’infermità, ma risuscitava i morti. Sentivano già la certezza di poter attribuire al loro Signore il titolo di vincitore della morte e di autore della vita. Per questo Gesù, nel dare l’annuncio della sua ormai prossima dipartita, scandisce bene il suo annuncio: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». È l’evidente dichiarazione di una resa totale.

Essere consegnato significa mettersi in balìa dei nemici e subire e sottostare alle loro violenze. Le loro menti, come le nostre, non erano disponibili a comprendere una tale eventualità. Avrebbe significato per loro, che tanta fiducia avevano riposto nel loro maestro, veder stroncata ogni speranza, delusa ogni attesa. È la delusione che ci prende quando riponiamo in Dio infondate speranze di umane grandezze e di totale protezione da ogni coinvolgimento nella sofferenza e nella croce di Cristo.

È la stessa paura che attanaglia gli apostoli e li ammutolisce rendendoli incapaci di rivolgere domande su un argomento che temevano fosse loro svelato ulteriormente in tutta la sua cruda realtà. Noi siamo più fortunati degli apostoli; sorretti dalla fede, ogni giorno annunciamo la sua morte e risurrezione nell’attesa della sua venuta. La paura della morte i santi l’hanno vinta vivendo eroicamente la speranza cristiana e risorgendo ogni giorno con Cristo, vivificati dalla sua infinita misericordia. Quella della sofferenza l’hanno testimoniata in modo mirabile la schiera dei martiri, che si gloriavano di essere fatti degni di partecipare alle sofferenze di Cristo, nella certezza di risorgere così con lui nella gloria.

Questa certezza spirituale costruiamocela anche noi, nel nostro cuore, per poterla accettare, in qualunque modo e in qualunque momento arriverà

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