Il commento al Vengelo del
30 Giugno 2018 su Mt 8, 5-17
Dodicesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Sabato
- Il Santo di oggi: Ss. Primi martiri della Chiesa romana โ mem. fac.
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Non dimenticare, Signore, la vita dei tuoi poveri
- Letture del giorno: Lam 2, 2.10-14. 18-19; Sal 73; Mt 8, 5-17
- Calendario Liturgico di Giugno
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 8, 5-17
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, entrato Gesรน in Cafร rnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: ยซSignore, il mio servo รจ in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmenteยป. Gli disse: ยซVerrรฒ e lo guarirรฒยป. Ma il centurione rispose: ยซSignore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarร guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo faยป.
Ascoltandolo, Gesรน si meravigliรฒ e disse a quelli che lo seguivano: ยซIn veritร io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede cosรฌ grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarร pianto e stridore di dentiยป. E Gesรน disse al centurione: ยซVa’, avvenga per te come hai credutoยป. In quell’istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesรน vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccรฒ la mano e la febbre la lasciรฒ; poi ella si alzรฒ e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciรฒ gli spiriti con la parola e guarรฌ tutti i malati, perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto per mezzo del profeta Isaรฌa:
“Egli ha preso le nostre infermitร
e si รจ caricato delle malattie”.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini
“Molti verranno e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe”.
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Ieri, se non per la festa di San Pietro e Paolo avremmo letto il brano in cui Gesรน ha guarito un ebreo, affetto da lebbra, un impuro, oggi invece รจ un centurione, peggio ancora, un membro dell’esercito di occupazione, a trarre beneficio dalla vita che scaturisce da Cristo.
“Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre molto”. Gesรน risponde: “Verrรฒ a curarlo”. Il centurione replica: “Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto”. Crede cioรฉ Gesรน capace di guarire anche senza la sua presenza fisica: basterร che dica una parola di comando, e la malattia se ne andrร . Egli, come soldato ha questa esperienza, e pensa che Gesรน abbia questo potere.
ร sufficiente che comandi, e le potenze del male lasceranno il malato. Idea veramente grande che quel centurione si รจ fatta di Gesรน. La fede espressa dall’ufficiale non solo ottiene l’intervento prodigioso del Signore, ma ne suscita l’ammirazione, dato che fa risaltare come nel suo popolo, Israele, egli non “ha trovato nessuno con una fede cosรฌ grande”. La fiducia nella Parola che opera, doveva essere prerogativa del popolo che si nutriva delle Scritture, invece Gesรน proclama che vi sarร una processione di popoli che parteciperanno alla mensa del Regno di Dio con i Patriarchi. Non solo, “i figli del Regno”, predestinati a ricevere l’annuncio della salvezza, ne saranno esclusi.
L’asprezza della critica qui rivolta a Israele ricorda l’insistente accusa degli antichi profeti. L’attivitร di Gesรน come taumaturgo termina in questo passo nella casa di Pietro e sulla porta della sua casa. L’evangelista, vedendo questa innumerevole folla di bisognosi che accorrono a Gesรน, riporta come conclusione il detto del profeta Isaia: “Ha preso le nostre infermitร e si รจ addossato le nostre malattie”.
E’ un preannuncio del ministero della sua morte e della sua salvezza.
