Il Vangelo del giorno, 29 Ottobre 2018 – Lc 13, 10-17

Il commento al Vengelo del
29 Ottobre 2018 su Lc 13, 10-17

Trentesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B

  • Colore liturgico: VERDE
  • Periodo: Lunedì
  • Il Santo di oggi:
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Facciamoci imitatori di Dio, quali figli carissimi
  • Letture del giorno: Ef 4, 32 – 5, 8; Sal 1; Lc 13, 10-17
  • Calendario Liturgico di Ottobre
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 13, 10-17
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini

“Donna, sei libera dalla tua infermità”

Il miracolo del Vangelo di oggi, la guarigione di una donna incurvata dalla malattia da diciotto anni, è narrato solamente da Luca. Era giorno di festa. Gesù vide la donna e la chiamò a sé, dicendole: “Donna, sei libera dalla tua infermità”. Sùbito, come si poteva immaginare, il capo della sinagoga, si sdegnò, perché Gesù aveva operato la guarigione proprio nel giorno di sabato, giorno di festa e di assoluto riposo.

E Gesù replicò: “Ipòcriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? E questa figlia di Abramo, malata da diciotto anni, non doveva essere sciolta solo perché è sabato?”

D’altro canto la guarigione operata di sabato – Gesù volutamente in questa circostanza parte di sua iniziativa – offre l’occasione per affermare l’aspetto centrale del suo messaggio. Non è una opposizione al sabato in quanto tale – il regno di Dio c’è già ed è all’opera nel mondo – ma è una asserzione della gloria e del culto di Dio per la liberazione dell’uomo da ogni schiavitù.

Se prima l’evangelista aveva riferito che la donna appena guarita da Gesù glorificava Dio, adesso conclude dicendo: “La folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Da quello che si può notare a prima vista, il popolo, grazie al suo istinto religioso, avverte una viva presenza di Dio più degli esperti, strettamente formalizzati sul legalismo.

Questa pagina del Vangelo non è soltanto una pagina che ci permette di ammirare Cristo nella sua missione di liberazione da ogni schiavitù, e di donare a tutti la libertà dei figli di Dio, ma è soprattutto un invito ad assumere le nostre responsabilità. Siamone coscienti di quella libertà donataci per non ricadere nella propria schiavitù. Il Padre, offrendo suo Figlio, è tutto incurvato sull’uomo, e ogni uomo incurvato, per sua grazia si può raddrizzare e così riflettere la gloria del Figlio.

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