Il Vangelo del Giorno, 28 marzo 2016, Mt 28, 8-15

Il testo ed il commento al Vangelo del 28 marzo 2016 – Mt 28, 8-15,  I Settimana del Tempo di Pasqua.

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  • Colore liturgico: bianco
  • Le letture del giorno: At 2, 14. 22-32; Sal.15; Mt 28, 8-15

Mt 28, 8-15
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Misericordia per tutti. Il sacramento della riconciliazione come cammino

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Commento al Vangelo di Mt 28, 8-15

Mt 28, 8-15

Commento di Paolo Curtaz

[ads2]Abbandoniamo il sepolcro in fretta, con gioia grande e non abbiamo paura, come ci suggerisce l’angelo in questo lunedì che segue la Pasqua. Non è facile abbandonare il sepolcro, superare il dolore, lasciarci alle spalle una visione dolente della fede cristiana. Ci sentiamo molto più coinvolti dalla croce di Cristo che dal sepolcro vuoto! È molto più semplice condividere una sofferenza che una gioia!

La gioia cristiana è una tristezza superata! Ma, come vedremo, dobbiamo darci del tempo per convertirci alla gioia, è un percorso difficile, ancora più difficile della conversione al Dio di Gesù. Quella tomba vuota è il centro della nostra fede, se Gesù non è risorto, come scrive san Paolo, la nostra fede è inutile e vana e Gesù sarebbe solo uno dei tanti utopisti della storia finiti male… Perciò da sempre quell’evento è stato ridimensionato, negato, rifiutato. La preoccupazione del Sinedrio che corrompe i soldati è la prima di una infinita serie di negazioni che sono giunte fino a noi oggi…

Ma, con fede, i discepoli ancora proclamano che il Signore è veramente risorto, che è apparso ai dodici e che ora regna presso il Padre, alleluia!

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