Il Vangelo del Giorno, 27 maggio 2016, Mc 11, 11-26

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Il testo ed il commento al Vangelo del 27 maggio 2016 – Mc 11, 11-26 – VIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II.

Nel video qui sopra, il Vangelo letto da Enrico Henry Messina e commentato da Paolo Curtaz.

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  • Colore liturgico: bianco

Le nude domande del VangeloLe nude domande del Vangelo.
Meditazioni proposte a Papa Francesco e alla Curia romana

Le letture del giorno: 1Pt 4,7-13; Sal.95; Mc 11, 11-26

Mc 11, 11-26
Dal Vangelo secondo Marco

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[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesรน] entrรฒ a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscรฌ con i Dodici verso Betร nia.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betร nia, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinรฒ per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovรฒ altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: ยซNessuno mai piรน in eterno mangi i tuoi frutti!ยป. E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciรฒ i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: ยซNon sta forse scritto:
“La mia casa sarร  chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladriยป.
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perchรฉ tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla cittร .
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordรฒ e gli disse: ยซMaestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto รจ seccatoยป. Rispose loro Gesรน: ยซAbbiate fede in Dio! In veritร  io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lรจvati e gรจttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciรฒ gli avverrร . Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrร . Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perchรฉ anche il Padre vostro che รจ nei cieli perdoni a voi le vostre colpeยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commento al Vangelo di Mc 11, 11-26

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]Il fico sterile e i venditori nel tempio.

Due episodi si susseguono e s’intrecciano nel brano evangelico di Marco. Ci sorprende la maledizione che Gesรน commina ad un albero di fico senza frutti, ma ci fa ricordare il brano dell’Apocalisse: ยซTu non sei nรฉ freddo nรฉ caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poichรฉ sei tiepido, non sei cioรจ nรฉ freddo nรฉ caldo, sto per vomitarti dalla mia boccaยป. รˆ il rifiuto dell’indolenza e dell’apatia. รˆ la condanna per chi non usa i talenti ricevuti per farli fruttificare; per tutti coloro che restano per colpa allo stato servile e di paura e non fanno mai scattare la molla dell’amore. รˆ poi normale che ciรฒ che รจ maledetto dal Signore diventi secco, arido.

Ci ricorda l’altra parabola della vite e i tralci: anche lรฌ il tralcio che non porta frutto deve essere tagliato e gettato nel fuoco. Gesรน approfitta dello stupore degli apostoli che costatano la sorte del fico maledetto per dare loro e a noi una fervida esortazione sulla preghiera e sulla fede che deve accompagnarla: ยซAbbiate fede in Dio! In veritร  vi dico: chi dicesse a questo monte: Lรจvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrร , ciรฒ gli sarร  accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarร  accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perchรฉ anche il Padre vostro che รจ nei cieli perdoni a voi i vostri peccatiยป.

L’altro episodio riguarda i venditori del tempio, coloro che hanno fatto della casa del Signore da un luogo di preghiera, una spelonca di ladri. Gesรน, preso da santo zelo, si erge a difensore del vero culto da rendere a Dio; egli vuole recuperare la santitร  del tempio, dove il Padre ha posto la sua dimora tra gli uomini. Vuole liberare la sua chiesa sin dal suo nascere dalla tentazione della simonia. Mercanteggiare le cose di Dio รจ un gravissimo peccato perchรฉ significa svilirne i valori incommensurabili e vendere ciรฒ che non ci appartiene, ma viene dato come dono nell’assoluta gratuitร . Il gesto รจ poi sacrilego perchรฉ si consuma all’interno della Casa del Signore, dove รจ piรน viva la sua divina presenza. C’รจ poi un richiamo indiretto all’uso e abuso del denaro, che spesso tiranneggia noi mortali facendoci credere che abbia un potere che in realtร  non possiede.

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