Il Vangelo del Giorno, 16 Gennaio 2018 – Mc 2, 23-28

Il testo ed il commento al Vangelo
del 15 Gennaio 2018 su Mc 2, 23-28

II Settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B

  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Martedì
  • Il Santo di oggi: S. Marcellino I; S. Tiziano; B. Giuseppe A. Tovini
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Ho trovato Davide, mio servo.
  • Letture del giorno: 1 Sam 16, 1-13; Sal 88; Mc 2, 23-28
  • Calendario Liturgico di Gennaio
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mc 2, 23-28
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini

Il sabato è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato.

Il riferimento di Gesù, per giustificare il comportamento dei suoi discepoli, all’episodio di Davide, è significativo. Il re sta scappando dalla gelosia omicida di Saul e giustifica al sacerdote la richiesta dei pani sacri non solo per la necessità e la fame ma per la purezza dei suoi soldati.

Il sabato (giorno di festa, la nostra domenica) è fatto per l’uomo, è l’insegnamento di Gesù ma anche da questo riferimento scopriamo che ciò non può giustificare nessuna nostra pigrizia e nessun nostro tentennamento; anzi, implica una necessità di purificazione interiore che proviene dall’ascolto e dalla pratica del suo insegnamento. È l’invito a non cadere in atteggiamenti esteriori e ipocriti ma nel sentire profondamente nel cuore il suo insegnamento.

Non vi è in esso nessun invito a considerarci immuni dalle leggi ma a considerare lo scopo profondo di quella legge morale che Dio ha scritto nel nostro cuore e che è poi esplicitata nei precetti divini. È la legge del bene e del male e il cui discernimento serio, nel nostro cuore, non solo irrobustisce la nostra dignità umana ma rivela il nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio.

Rispettare queste legge e i precetti divini significa favorire proprio questa dignità che deriva dal nostro essere creature ad immagine divina. Il sabato richiama proprio quel comandamento di «santificare le feste» che significa rendere a Dio quella giusta lode, scevra da ipocrisie, che dà il senso profondo alla nostra vita. La partecipazione domenicale all’eucaristia non è un obbligo da adempiere per evitare un castigo, ma il riconoscimento della necessarietà, per la nostra vita, di un intervento divino che ne dia scopo.

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