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Il testo ed il commento al Vangelo del 13 giugno 2016 – Mt 5, 38-42
XI Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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Colore liturgico: bianco
Le letture del giorno: 1 Re 21, 1-16; Sal 5; Mt 5, 38-42
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Mt 5, 38-42
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAvete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dร uno schiaffo sulla guancia destra, tu pรณrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerร ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalleยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Mt 5, 38-42
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]Porgere l’altra guancia.
La ยซlegge del taglioneยป, occhio per occhio, dente per dente, era ed รจ ancora una norma basilare di giustizia che stabilisce una equa proporzione tra l’entitร dell’offesa e la risposta di chi la subisce. Una norma di giustizia che esclude perรฒ ogni principio di perdono e di amore fraterno. Cristo, che รจ venuto non ad abolire, ma a dare compimento, scandisce il principio nuovo che sgorga dalla sua persona e dal suo annuncio di misericordia. ยซMa io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altraยป.
ร un corollario alla legge dell’amore, una logica conseguenza derivante dal fatto che Dio ci ha amati per primo e Cristo รจ venuto tra noi non per giudicare il mondo, ma perchรฉ il mondo si salvi. La gratuitร dell’amore divino, riversato su di noi mentre eravamo suoi nemici a causa del peccato, deve indurci a non opporci al malvagio che trama contro di noi e ad essere disposti anche a porgere l’altra guancia quando qualcuno ci percuote. Se non avessimo l’esempio luminoso di Cristo che nella sua passione subisce come un agnello docile e mansueto le torture di ogni genere che gli vengono inflitte e che risponde con il perdono alla crudele crocifissione, potremmo pensare ad una esagerazione e ritenere impraticabile la sua proposta.
Invece egli ci dice: ยซAmatevi gli uni gli altri, come io ho amato voiยป. ร quel ยซcomeยป che ci mette in crisi; dobbiamo amare e perdonare come ha fatto Gesรน con noi. Fortunati noi che abbiamo la certezza nella fede non solo di dover amore a Dio e al prossimo, ma di essere noi amati da lui: ยซCome il Padre ha amato me, cosรฌ io ho amato voiยป e poi aggiunge ยซRimanete nel mio amoreยป. Ecco dunque la felice realtร che rende possibile quella apparente arrendevolezza, che diventa il motivo della nostra vittoria. ร nata cosรฌ la teologia della non violenza, che ha affascinato i grandi personaggi della storia e ha formato la schiera dei santi. L’unica violenza che รจ consentita a noi cristiani รจ quella dell’amore portata fino all’eroismo. Dobbiamo perรฒ fare i conti con la nostra povertร , dobbiamo per questo talvolta subire l’ingiustizia degli uomini perchรฉ trionfi quella di Dio.
Non siamo ancora riusciti a far nascere nel nostro mondo la civiltร dell’amore e le vittime della violenza scatenano ancora dentro di noi le peggiori reazioni. Dobbiamo volgere ancora lo sguardo a Colui che hanno trafitto e allora le trafitture che la vita ci riserva potranno diventare i segni visibili della nostra vittoria, e questo, solo con la grazia di Dio.
Commento di Paolo Curtaz
https://youtu.be/RWH8F4Q8LFg
