Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 9 Dicembre 2020

Un uomo pieno di sé e della sua cultura, un giorno andò a trovare un vecchio saggio che si diceva essere un maestro in consigli. Quando l’uomo di cultura entrò nella casa del vecchio quest’ultimo gli offrì una tazza di tè, prese la teiera e cominciò a versare la bevanda; l’uomo di cultura si stupì quando vide che il saggio continuava a versare il tè nella sua tazza nonostante ormai questa fosse piena e che l’eccesso stava cadendo sul pavimento, stupefatto da quello che stava accadendo gridò al vecchio saggio «basta, si fermi la tazza è piena!», il vecchio saggio si fermò, sorrise e disse «Come questa tazza, anche tu sei pieno della tua cultura, come posso darti un mio consiglio se non ti svuoti prima del tuo ego?».

Gesù oggi è molto chiaro, Egli è colui che dà ristoro, colui il cui giogo è dolce. Solo che c’è un problema, per accettare questo peso leggero che offre Gesù bisogna riconoscersi stanchi e oppressi. Per farlo bisogna riconoscersi fragili, gettare via la maschera dell’invincibilità, del “so cavarmela da solo”.

Questo Avvento inciderà nella mia vita, nella misura in cui io saprò svuotarmi da me stesso e dalle mie convinzioni di essere super-man, riconoscendomi limitato, stanco ed oppresso. È proprio questo a rendermi umano: l’essere bisognoso di aiuto.

Sono disposto a chiedere ristoro all’Altro? Da cosa posso svuotarmi per prepararmi al Natale di Gesù bene?


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