Spesso, come per Nicodemo, il “sentirci perduti” è parte della nostra quotidianità , ci sentiamo un po’ allo sbando e vaghiamo convinti che ci manchi sempre qualcosa, senza accorgerci che proprio quel pezzo mancante ci rende ciò che siamo e ci fa vivere da cercatori, invece che da annoiati “scrollatori” di bacheche social.
È questa l’esperienza di ciascuno di noi ed è anche il vissuto del popolo di Israele che, nel deserto, ha scoperto quanto sia cara la vera libertà . L’invito del Vangelo è di alzare lo sguardo verso la Croce, verso quell’uomo che ha offerto tutto se stesso, compresa la sua libertà , per la nostra salvezza, perché nel dono potessimo davvero trovare noi stessi.
Sembra un paradosso, ma ciò che si è compiuto sulla Croce non è una sconfitta, ma la più grande vittoria. Per questo la Croce va esaltata, perché è amore allo stato puro, è la garanzia per la vita eterna, è il modo per essere finalmente salvati e non sentirsi più persi, ma costantemente accompagnati… per questo “portiamo” il crocifisso, per questo è il nostro segno di riconoscimento!
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