Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Dicembre 2023

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Quando lโ€™angelo Gabriele interrompe Zaccaria, mentre svolge le sue funzioni sacerdotali, incontra un uomo che un giorno aveva sperato, aveva desiderato e pregato di avere un figlio da sua moglie Elisabetta, che era sterile. Lโ€™uomo che Gabriele incontra, perรฒ, non รจ piรน lโ€™uomo di una volta, ha smesso di sperare e di pregare, si รจ ritirato nella sua ritualitร  sacerdotale, forse anche stanca e ripetitiva.

Quando lโ€™angelo Gabriele gli annuncia che Dio ha esaudito la sua preghiera, รจ lui stesso che non crede piรน a quella preghiera, non abita piรน quello spazio di desiderio. La parola della sua preghiera รจ diventata sterile perchรฉ non ha piรน nessuna ragione di sperare e di desiderare qualcosa da Dio. Eppure lโ€™angelo dice ยซNon temere, la tua preghiera รจ stata esauditaยป. รˆ Dio stesso a ridare vita a quella parola di speranza, a un cuore ormai comprensibilmente e ragionevolmente chiuso in unโ€™abitudine rassicurante.

ยซCome potrรฒ mai conoscere questo?ยป risponde Zaccaria. Sembra la risposta di Maria a Gabriele poco piรน avanti, ma non lo รจ: perchรฉ non รจ il come (puรฒ succedere questo) lโ€™oggetto della sua domandaโ€ฆ รจ che non cโ€™รจ piรน la domanda. Non cโ€™รจ piรน nemmeno il desiderio e la speranza del giovane Zaccaria nellโ€™anziano sacerdote del tempio. Per questo resta muto, perchรฉ alla parola di Dio sulla sua vita, non sa che rispondere. Deve prima ritrovare la storia delle sue parole a Dio, delle sue preghiere e delle sue speranze, per poter ascoltare la risposta di Dio nellโ€™angelo e poter quindi cantare felice alla nascita di Giovanni: ยซBenedetto il Signore Dio di Israeleยป.

La promessa di vita irrompe come una marea in una steppa dove la vita รจ diventata una serie di riti sterili che proteggono il cuore dalla โ€œdi-sperazioneโ€. La promessa di Dio seminata nel passato deve ricominciare a crescere come un germoglio fragile e cosรฌ le parole umane ritrovano il modo di dirigersi a Dio con le mani aperte di chi chiede e le mani giunte di chi ringrazia.

Leonardo Angius SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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