Lebbrosi consapevoli di esser tali, malati, infetti, non degni, pericolosi, rifiutati, dati per persi, si fermano a distanza e alzano la voce; chiedono la pietร di essere ascoltati, โTu che sei il maestro, insegnaci chi siamo, cosa dobbiamo fareโ, cosรฌ come tutte quelle volte in cui, capita anche ad ognuno di noi, si muove dentro qualcosa che non รจ ben accetta, il dolore, la rabbia, la vergogna, la paura, il senso di non-adeguatezza, il senso di impotenza, lโinvidia, la gelosia, la noia, lโindolenza e tanto altro.
Ci sono in noi movimenti che conosciamo, sappiamo da dove vengono, e che possiamo chiamare โgalileiโ, e altri che non riusciamo neanche ad identificare, movimenti โstranieriโ, โsamaritaniโ.
Tutti questi movimenti ci costringono a fermarci e a mantenere una distanza, che puรฒ apparire incolmabile, da tutto il resto e al contempo danno voce a parti di noi che ancora hanno un disperato bisogno di un in-segnamento, cioรจ di un nuovo segnale per prendere una direzione.
Gesรน volge lo sguardo a questo grido, ascolta i lebbrosi e li invita a venir fuori, a presentarsi e a definirsi dinanzi a coloro che amministrano il culto; ognuno di noi esseri umani รจ chiamato anzitutto ad amministrare il culto della vita dal momento in cui si sveglia la mattina, attraverso le varie attivitร della giornata sino al momento di andare a dormire; portare alla luce la tenebra che abbiamo dentro, lasciare che essa si schiarisca, semplicemente imparando a chiamarla con i suoi nomi, sotto lo sguardo misericordioso di Dio che ascolta, vede e ci ama cosรฌ come siamo, รจ il movimento che guarisce.
Rimane lo stupore di una gratitudine piรน profonda e incondizionata che viene proprio dalle parti di noi stessi che non conosciamo e che, guarite, trasformano il grido di disperazione in grido di lode e ringraziamento.
Questa trasformazione รจ la distanza che lโAmore sa riempire e che restituisce lโintimitร dellโunitร e della comunione: vita piena, fede innata che dal primo gemito del nascituro si cela in ognuno sino allโultimo respiro.
Mounira Abdelhamid Serra
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Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Lascio che i lebbrosi si fermino, vedo il loro grido, li invito a presentarsi.
- Quali di essi son galilei e quale i samaritani?
- Metto tutto ai piedi di Gesรน, che gusto ha la guarigione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciรฒ che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualitร ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 17, 11-19
Dal Vangelo secondoย Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesรน attraversava la Samarรฌa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: ยซGesรน, maestro, abbi pietร di noi!ยป. Appena li vide, Gesรน disse loro: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป. E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrรฒ davanti a Gesรน, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesรน osservรฒ: ยซNon ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?ยป. E gli disse: ยซรlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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