Francesco. Il Papa delle prime volte. Tutte le sorprese di Bergoglio

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Dal 13 marzo 2013, giorno dell’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, abbiamo sentito molto spesso espressioni come ยซPer la prima volta un Papa…ยป in merito a incontri, nomine, riforme e viaggi apostolici che lo vedono protagonista.

Ripercorrendo gesti inusuali, intuizioni pionieristiche, scelte inedite (non di rado dirompenti) di Francesco, questo libro vuole offrire un ritratto, al tempo stesso originale e documentato, del primo Pontefice gesuita di sempre, venuto ยซdalla fine del mondoยป.

Evidenziando un filo rosso: il bruciante desiderio del Papa che ha voluto chiamarsi Francesco (un altro inedito storico) che la radicalitร  del Vangelo sine glossa sia messa al centro sempre: nella Chiesa, nella societร , nelle relazioni quotidiane.

Il salutare scossone di Bergoglio esprime la volontร  di tornare alle origini e chiama, dunque, a una testimonianza piรน limpida e coraggiosa di Cristo all’uomo di oggi.

Ovunque, fino alle estreme periferie, geografiche ed esistenziali.

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DALLA PREFAZIONE DI P. FEDERICO LOMBARDI

Per apprezzare un libro come questo nel suo giusto valore per la comprensione del pontificato attuale oc corre avere una certa esperienza e una memoria non troppo corta. Se no, si fa presto a considerare prime volte quelle che non lo sono e a non distinguere le gran di novitร  reali che il servizio di papa Francesco ci sta donando.

Dato che si parla di novitร , รจ bene ricordare anzitutto che il pontificato di Francesco inizia nella situazione del tutto particolare che segue la rinuncia di Papa Be nedetto, atto di vera novitร  storica โ€“ coraggioso, lucido, sereno, lungimirante โ€“, che ha inteso aprire alla Chiesa e allo Spirito che la guida uno spazio di slancio rinno vato, di cui si avvertiva il bisogno e a cui le forze de clinanti dellโ€™anziano Pontefice non erano piรน adeguate. La riflessione previa del Collegio cardinalizio met ย te a fuoco il contesto ecclesiale e storicoculturale e le caratteristiche desiderate nel nuovo Papa, mentre la deliberazione in Conclave giunge rapidamente e con ampio consenso alla scelta della persona cercata. La presenza dello Spirito nel corso di questo processo si manifesta in modo particolarmente chiaro nella pace spirituale che โ€“ secondo la testimonianza di Francesco

โ€“ accompagna in modo inspiegabile ma evidente lโ€™elet to durante il maturare dellโ€™elezione. Chi conosce le โ€œre gole per il discernimento degli spiritiโ€ degli Esercizi di santโ€™Ignazio sa bene che la pace e la consolazione sono segni inconfondibili dellโ€™operare dello โ€œspirito buonoโ€. Anche nel seguito di questi primi anni di pontifica to si puรฒ riscontrare lโ€™incontro dellโ€™esperienza umana con i segni dellโ€™opera dello Spirito. La straordinaria e inattesa energia che si manifesta nellโ€™attivitร  del nuo vo Papa non trova altra spiegazione โ€“ anzitutto per lui stesso โ€“ se non nella โ€œgrazia di statoโ€, che lo sostiene e accompagna nellโ€™affrontare la nuova missione. Diversi testimoni possono attestare la serenitร  sostanziale che continua ad essere con lui anche nei momenti in cui decisioni difficili o tensioni potrebbero essere causa di comprensibile turbamento.

La tranquilla fiducia nellโ€™accompagnamento dello Spirito รจ una sorgente molto abbondante di libertร  in teriore, che si traduce subito nella libertร  esteriore e nella spontaneitร  innovatrice di numerosi gesti e com portamenti, nei quali non vi รจ ombra di calcolo o di artificio. Francesco si sente libero di essere โ€œnormaleโ€, di โ€œessere se stessoโ€ senza particolari vincoli di pro tocollo, si sente libero di esprimersi nel colloquio o in conversazioni pubbliche, di prendere iniziative di in contri e rapporti personali anche originali, se vi vede unโ€™occasione di servizio apostolico.

I pontificati precedenti, in particolare i due ultimi, di Giovanni Paolo II e Benedetto XvI, legati da unโ€™evidente continuitร , avevano portato alla Chiesa un forte contributo di approfondimento e consolidamento dot trinale, sulla base del Concilio vaticano II a cui am bedue avevano partecipato e in rapporto a molti temi resi urgenti dallโ€™evoluzione culturale moderna. Questo processo si era espresso in un numero considerevole di importanti documenti magisteriali, ma anche โ€“ in un senso che vorrei dire โ€œsimbolicoโ€ โ€“ nelle due notevo li sintesi del Catechismo della Chiesa Cattolica e del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Papa Francesco, primo Papa a non aver partecipato al Conci lio, assume questo corpus dottrinale come fondamen to solido, profondamente acquisito, sulla cui base e a partire dal quale muoversi. In molte occasioni in cui viene interrogato su presunte novitร  piรน o meno โ€œri voluzionarieโ€ del suo insegnamento, risponde con de cisione che ยซรจ figlio della Chiesaยป e rimanda appunto al Catechismo e alla dottrina sociale della Chiesa. In particolare riferendosi ai suoi famosi discorsi ai mo vimenti popolari dice che si tratta di una ยซcatechesiยป di tale dottrina. Ciรฒ non gli impedisce naturalmente di fare dei passi in avanti anche rilevanti, ma sempre in continuitร  evidente con i predecessori (ad esempio, lโ€™enciclica Laudato siโ€™ trova molte anticipazioni nella Caritas in veritate).

Diversi capitoli e contributi di questo libro mettono bene in luce che la novitร  รจ quindi da vedere piuttosto nella prospettiva pastoralemissionaria del pontificato di Francesco e nella sua ispirazione radicalmente ed esplicitamente evangelica. รˆ quanto egli esprime molto chiaramente fin dai primi mesi nellโ€™esortazione apostolica Evangelii Gaudium parlando della ยซtrasformazio ne missionaria della Chiesaยป a partire dal ยซcuore del Vangeloยป. Lโ€™annuncio, per arrivare a tutti senza ecce zioni nรฉ esclusioni, si deve concentrare sullโ€™essenziale, su ciรฒ che รจ piรน bello, piรน grande, piรน attraente e allo stesso tempo piรน necessario (n. 35).

La ยซgerarchia delle veritร ยป di cui parlava il Conci lio, che sa distinguere e mettere nel giusto ordine ciรฒ che รจ piรน e ciรฒ che รจ meno fondamentale, viene indivi duata con sicurezza ed espressa con evidenza in tutto lโ€™insegnamento di Francesco. Il suo centro si trova nel messaggio della misericordia e del perdono, che brilla soprattutto nel Giubileo straordinario, che ha davvero caratteri di novitร . In esso si sono moltiplicate le โ€œpri me volteโ€, come lโ€™indimenticabile apertura della Porta Santa a Bangui; da esso continuano a venir generate nuove โ€œprime volteโ€, come la Giornata mondiale dei poveri o la serie sempre aperta dei โ€œvenerdรฌ della mi sericordiaโ€.

Ciรฒ che da subito mi apparve una delle maggiori novitร  del pontificato di Francesco (anche perchรฉ mi toccava molto concretamente nel servizio quotidiano di comunicazione alla Radio vaticana e alla Sala Stam pa) รจ stata la messa feriale quotidiana a Santa Marta. Quella breve omelia pronunciata โ€œa braccioโ€ divenne immediatamente uno dei punti di riferimento per la ri flessione del popolo cristiano in innumerevoli punti del mondo. Io ero e rimango un grandissimo ammiratore delle omelie di papa Benedetto, che ho considerato e definito spesso โ€œsublimiโ€ nella loro sintesi di pensiero teologico e spirituale, vera โ€œmistagogiaโ€ che ci introduce nella profonditร  del mistero da contemplare e cu stodire nel cuore per poi tradurlo in vita. Ma non posso negare che le omelie โ€œdialogicheโ€ di papa Francesco, che mentre parla ci vuole guardare negli occhi, ci met tono direttamente a confronto con la parola viva di Ge sรน, cosicchรฉ il Vangelo entra subito in rapporto con la vita concreta nostra e della gente comune. Naturalmen te, gira e rigira, รจ sempre il vangelo della misericordia. Il discorso si sviluppa in tutti quei gesti e comporta menti di โ€œprossimitร โ€ con cui si puรฒ inanellare un rac conto interminabile, ma che hanno evidentemente una stessa ispirazione e uno stesso significato, perchรฉ la prossimitร  che esprimono รจ sempre quella di Dio e del suo amore. Sono gesti che somigliano molto a quelli di Gesรน, in particolare verso i malati, i piccoli, i poveri, i sofferenti, i carcerati; sono di solito immediatamen te espressivi, cioรจ facili da capire per tutti, siano o no membri della Chiesa, siano o no credenti. Attraverso parole, gesti e immagini, il messaggio va lontano, su pera in modo sorprendente confini culturali e distanze oceaniche.

Cosรฌ il discorso tante volte avviato sulla โ€œnuova evangelizzazioneโ€ assume un tono assai piรน concreto. Francesco non parla tanto della nuova evangelizzazio ne: la fa. In certo modo sembra svelarci un segreto: an che oggi, nel mondo globalizzato e tecnologico, lโ€™evan gelizzazione si fa con il vangelo!

Chi rilegge il vangelo non puรฒ non accorgersi che poveri, piccoli, sofferenti sono continuamente nel cuo re di Gesรน. La frequenza e lโ€™intensitร  con cui papa Francesco ritorna a parlarne non puรฒ non colpire. Ma non รจ una sua ossessione personale, nรฉ una forzatura in senso sociale o politico del messaggio cristiano. รˆ semplicemente il vangelo che lo esige. In ciรฒ manifesta una forza permanente capace di sconvolgere e capo volgere le prospettive dei sistemi e delle societร  in cui avere, potere, successo orientano le prioritร  e i criteri di valutazione prevalenti e abituali. Bisogna guardare al nostro mondo dal centro o dalle periferie? Tutto que sto รจ immediatamente evocato fin dalla scelta del no me: โ€ฆqui sibi nomen imposuit Franciscum. Chiamarsi Francesco, questa sรฌ che รจ stata una โ€œprima voltaโ€ im portante. Ricordo che ne rimasi immediatamente fol gorato. Da secoli, nessun altro nome scelto da un Papa era stato un messaggio cosรฌ chiaro e forte. Ci voleva davvero un bel coraggio, la convinzione che lo Spirito lo avrebbe assistito nel seguire Gesรน da vicino.

Non so se i cardinali nel marzo del 2013 ne fossero proprio consapevoli e cercassero tutto questo. Certa mente, armandosi del coraggio necessario per guardare per la prima volta oltre lโ€™Oceano Atlantico non cerca vano solo di dare una soddisfazione un poโ€™ campanili stica al continente dove oggi vive il maggior numero di cattolici, ma cercavano giustamente di innestare nel servizio petrino un tralcio portatore di energia nuova, unโ€™esperienza ecclesiale matura e vivace, in grado di dare nuova feconditร  al tronco antico. Le Chiese โ€œgio vaniโ€ hanno molto da dare alla Chiesa universale. In fondo, tutti abbiamo osservato che il manifesto del nuovo pontificato, la Evangelii Gaudium, รจ il frutto dellโ€™innesto del documento di Aparecida sul tronco dellโ€™Evangelii nuntiandi di Paolo VI. La riflessione e la tensione missionaria della Chiesa dellโ€™America Latina, giunta a maturitร  dopo le tensioni di decenni passati, ravvivano oggi la grande prospettiva conciliare dellโ€™e vangelizzazione del mondo contemporaneo mirabil mente formulata da papa Montini.

Il โ€œpopolo di Dioโ€ in cammino di cui ci parlava il Concilio, sulle labbra di papa Francesco diventa cosรฌ il ยซsanto popolo fedele di Dioยป โ€“ come si esprimeva Ber goglio in una famosa omelia ad Aparecida (16 maggio 2007) โ€“ costituito da ยซnoi popolo e pastoriยป, che ยซco struiamo la Chiesa insieme, o meglio siamo strumenti dello Spirito che la costruisceยป. Ce ne rendiamo conto quando sulla loggia di San Pietro vediamo Bergoglio divenuto Francesco, vestito di bianco, chiedere la be nedizione al popolo fedele della sua nuova diocesi di Roma, chinando la testa e dicendo: ยซE ora cominciamo questo cammino, vescovo e popolo!ยป. Questa sรฌ che, a Roma, รจ una โ€œprima voltaโ€!

Proprio grazie a queste parole anche il cammino ecumenico, che ha giร  visto numerosissime โ€œprime volteโ€ durante ogni pontificato a partire dal Vaticano II, puรฒ riprendere con nuovo entusiasmo e continua re ad annoverarne molte altre: con il Patriarca russo, con i valdesi, con il viaggio ecumenico a Lesbo, con la commemorazione della Riforma e cosรฌ via. Analo go discorso potrebbe farsi per il dialogo con le altre religioni, in cui Francesco non ha bisogno di essere il primo a varcare le soglie di sinagoghe e moschee โ€“ fatti per fortuna ormai โ€œnormaliโ€ โ€“ ma sa anche qui porta re il segno del suo contributo originale e coraggioso, come avviene con il triplice abbraccio davvero inedito con il rabbino e il musulmano davanti al Muro del Pianto, o con la preghiera con i Presidenti di Israele e dellโ€™Autoritร  palestinese nei giardini vaticani, insieme al โ€œfratelloโ€ Patriarca Bartolomeo.

Ma soprattutto il cammino comune di vescovo, vescovi e popolo diventa sempre piรน partecipativo e coinvolge sempre piรน tutti i pastori e tutte le diverse componenti del popolo. Insieme a โ€œcollegialitร โ€, su cui aveva giร  molto insistito il Concilio, ora anche โ€œsino dalitร โ€ โ€“ che vuol dire appunto โ€œcamminare insiemeโ€ โ€“ diventa quindi una delle parole chiave del pontificato. Ma soprattutto non bisogna dimenticare che questo camminare insieme devโ€™essere guidato dallo Spirito. Questo comporta una disposizione a lasciarsi guida re, ma anche una ricerca partecipata, attenta e conti nua della volontร  di Dio. Il modo e lโ€™insistenza con cui Francesco parla del โ€œdiscernimentoโ€ e del suo esercizio a tutti i livelli della vita della Chiesa, dalla pastorale alla vita cristiana personale, รจ caratteristico, ed รจ nuovo da parte di un Papa. รˆ certamente nuovo, non nella dot trina ma nellโ€™approccio pastorale, il modo in cui nellโ€™e sortazione postsinodale Amoris laetitia viene affron tata la problematica delle situazioni familiari difficili o non rispondenti alle norme della Chiesa. รˆ caratteri stico di unโ€™impostazione del rapporto fra la dottrina e la coscienza che rifiuta soluzioni rigide e semplicisti che in bianco e nero. Invece impegna a un cammino di ricerca paziente e fiduciosa della volontร  di Dio, con lโ€™accompagnamento pastorale della Chiesa, nelle situa zioni concrete e per le vie percorribili, senza rimanere prigionieri di schematismi astratti e legalistici. Cosรฌ si evita che si venga a creare gradualmente un abisso fra dottrina e vita, fra dottrina e prassi pastorale. Mettere a fuoco lโ€™importanza del discernimento, del dialogo con lo Spirito al centro della vita concreta della persona e della comunitร , significa lanciare una sfida enorme alla pastorale della Chiesa. In questo ha certamente un peso la provenienza di Bergoglio dalla Compagnia di Gesรน. In fondo รจ la prima volta che un Papa รจ gesuita.

Concludiamo. Gli autori di questo libro hanno fatto lโ€™interessante e utile fatica di raccogliere una larghissi ma messe di informazioni e considerazioni sugli aspet ti innovatori del pontificato attuale. Questo ci condu ce a una riflessione attenta su quali novitร  siano reali e quali apparenti, quali piรน importanti e quali meno, quali piรน radicali e allโ€™origine delle altre e cosรฌ via. Ci rendiamo cosรฌ conto che Francesco โ€“ per fortuna sua e nostra โ€“ puรฒ costruire su basi precedenti solide e puรฒ contare sullo Spirito che lo accompagna. Non deve in ventare il Sinodo dei vescovi (ci ha giร  pensato Paolo vI), non deve cominciare lโ€™internazionalizzazione del Collegio dei cardinali (lo ha giร  fatto Pio XII dalla fine della seconda guerra mondiale), non deve fare la pri ma riforma della Curia romana (ne hanno giร  fatte due Paolo vI e Giovanni Paolo II), non deve cominciare a viaggiare per il mondo (ha giร  cominciato Paolo vI, e Giovanni Paolo II resterร  imbattibile) e cosรฌ via.

Molte piste sono aperte, su cui puรฒ continuare a lavo rare con lโ€™energia, lo slancio e la creativitร  che Benedet to XvI gli augurava prima ancora che fosse eletto. Pe rรฒ certamente un Papa che viene dalla viva esperienza ecclesiale dellโ€™America Latina, a cui lo Spirito infonde il coraggio di chiamarsi Francesco per riannunciare ai poveri la buona notizia del vangelo della misericordia, che porta con sรฉ il โ€œsentireโ€ ignaziano delle preferenze dello Spirito nella ricerca continua della volontร  di Dio lungo il camminoโ€ฆ bene, questo Papa ha certamente giร  fatto fiorire molte cose buone e nuove sul solido e antico tronco della vite del Signore, e ci auguriamo che continuerร  a farlo.

Federico Lombardi

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