fra Marin Berišić – Commento al Vangelo del 6 Marzo 2020 – Mt 5, 20-26

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Una pagina del Vangelo come questa ci fa capire che Gesù e troppo scomodo ed esigente per essere inventato.

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.” Gesù vuole dirci che la nostra giustizia, la nostra santità non è un fatto privato, ma è sempre rivolto ad altro.

Superare la giustizia nell’essere più religiosi perfetti davanti agli altri, ma non amare il fratello e non avere una fede concreta, non vale nulla. Dire al fratello stupido, vuol dire non lasciargli lo spazio di imparare, di cambiare. Chiuderlo nei nostri schemi. Dire al fratello pazzo è non dargli la possibilità di vivere, non amarlo, ovvero ucciderlo.

E prima di fare un gesto religioso bisogna fare la pace con il proprio fratello o la sorella. Se vuoi amare Dio, devi prima di tutto amare l’altro. Non puoi rivolgere le parole d’amore a Dio, se non lo fai con il tuo prossimo. L’amore è sempre concreto, infatti non puoi amare Dio che non vedi, se non ami fratello che vedi.

La preghiera senza una relazione con i fratelli, non porta la crescita spirituale. È sempre l’altro occasione della crescita nella vita spirituale. “Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco” (Lc 7, 47)

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