RISCOPRIRE LA PASSIONE SUL GRANDE SCHERMO
Proposta per la Quaresima, Su Re (2013) di Giovanni Columbu
Vincere lโindifferenza con lโamore

Nellโambito del ciclo di proposte dedicate al Cinema e Giubileo straordinario della misericordia, la Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI – Fondazione Ente dello Spettacolo, in accordo con lโUfficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, propone per la Settimana Santa il film Su Re (2013) di Giovanni Columbu.ย
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Su Re, nuova attualizzazione della Passione di Cristo
Ispirato ai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, Su Re (2013) di Giovanni Columbu รจ una rappresentazione della Passione di Cristo messa in scena in Sardegna, negli spazi brulli dellโentroterra sardo, tutto girato in dialetto. Una povertร voluta, ricercata, nei luoghi cosรฌ come nei volti degli interpreti. ยซUn film francescanoยป โ sottolinea il regista โ ยซnel solco della nuova stagione annunciata da papa Francesco, sobrietร , spiritualitร vera profonda, povertร , non ostentazione della ricchezzaยป.ย
Colpisce soprattutto la decisa umanizzazione della figura di Cristo (interpretato da Fiorenzo Mattu), ritratto di unโumanitร comune, distante dai canoni classici cui il cinema ci ha abituato, in primis Franco Zeffirelli con il suo Gesรน di Nazareth (1977). Qui Gesรน รจ scuro di carnagione, persino non esile, ha i capelli corti e i lineamenti non perfetti. Appare come un uomo come tanti. ร il richiamo a Isaia: ยซNon ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacereยป (Is 53, 2-3). Gesรน, dunque, uomo come tanti che viene schernito, ferito e insultato dalla folla, sino alla morte di stenti sulla croce. Un calvario raccontato con straordinaria intensitร , in maniera poetica, senza ricorrere a una facile (furba) esibizione della violenza.ย
Columbu gioca in sottrazione, come Pier Paolo Pasolini nel film Il Vangelo secondo Matteo (1964). Non si vede il Cristo che viene percosso e umiliato, ma si sente solamente il suo respiro affannato, il suo lamento sotto i colpi dei carnefici; la macchina da presa รจ rivolta ai volti di chi lo ha condannato a morte.ย
Se dunque negli anni Duemila a Hollywood torna in auge il genere religioso in chiave kolossal (The Passion of the Christ, Noah, Exodus), in Italia diversi autori sentono la necessitร di ritornare a raccontare la figura di Gesรน con uno sguardo โaltroโ, in linea con la tradizione europea (da Robert Bresson a Pier Paolo Pasolini), orientata verso un racconto povero, privo di inutili abbellimenti, con un linguaggio essenziale dove lo sguardo domina sulla parola. ร il caso quindi di Su Re di Columbu, cosรฌ come di Io sono con te (2010) di Guido Chiesa, inedito ritratto della figura di Maria.ย
Per approfondire con la Cnvf e Cinematografo.it
Commissione Nazionale Valutazione Film CEI: ยซLโambiente รจ una Sardegna aspra e pietrosa, la lingua รจ un dialetto sardo quasi incomprensibile eppure supportato da vocalitร nascoste, le parole sono ridotte al minimo, la musica si fa spesso opportuno silenzio. Parlano gli occhi, i volti, la pelle rugosa e sofferta, le lacrime di un dolore inafferrabile, i gesti disperati e insieme misurati, composti, trattenuti. Parla la capacitร di dire che un innocente si sta sacrificando per le colpe di tutti, che la sua morte non sarร invano. Nelle immagini del regista, il racconto si fa scabra e scarnificata rappresentazione di un dramma universale, รจ resoconto di unโumanitร che diventa divina nella sopportazione del dolore, nella certezza di un ritorno dopo la morte. La Resurrezione, appena accennata, รจ di grande intensitร e offre la misura migliore di una regia che rifrange e riverbera la figura di Cristo nelle mille figurae Christi che si muovono tra le rocce e i boschi. Lโapproccio ai testi evangelici รจ del tutto rispettoso, la cornice fatta di elementi naturali veri e realistici (vento, luce, alberi) affianca una fotografia che costeggia esempi del seicento spagnolo e suggestioni caravaggesche. Parole e sguardo creano un humus profondamente spirituale, dicono che un cinema religioso oggi esiste, affidato a coraggio, luciditร , capacitร di uscire dal convenzionale. Magari tra provocazioni sul piano espressivo e rischi su quello commerciale. Ma altrimenti che Vangelo sarebbe? Dal punto di vista pastorale, il film รจ da valutare come raccomandabile, problematico e adatto per dibattitiยป (www.cnvf.it).
Rivista del Cinematografo – Cinematografo.it: ยซ[โฆ] Columbu affida Cristo a Fiorenzo Mattu, che non รจ bello, proprio no, ricorda un Bacchino tumefatto, con occhi e labbra da pesce palla. Basso, scuro e peloso: dimenticate lโiconografia zeffirelliana, il Cristo bello, biondo e agiografico, le fattezze da santino e i lunghi capelli lisci da pubblicitร del Pantene. No, qui il girardiano ritorno surrettizio del sacro passa dallโiconoclastia dellโimmaginario eletto: cancellazione โviolentaโ di quel pregresso, cinematografico e non solo, che ha cancellato il sacro e dunque aperto al suo ritorno immanente. Tra le pietre, il vento e la natura brulla dellโisola, Columbu fa implodere le calcificazioni del devozionismo e ritrova il sapere della violenza: Cristo soffre e sanguina, ci mancherebbe, ma la violenza รจ unโaltra. Dotta, informata e letteralmente appassionata, la potente, fascinosa rilettura di Su Re scarnifica la parafrasi omogeneizzata delle Letture e ritrova il Cristo fatto uomo, una nicciana pratica di vita, riportando sullo schermo la kenosis, il salvifico abbassamento di Dio al livello dellโuomo. ร qui che riecheggia la recente esperienza mariana di Io sono con te di Guido Chiesa: la temperatura umana รจ la medesima, la prospettiva โdal bassoโ, la carne viva, Cristo e la Madonna due come noi. Piรน di noiยป (Federico Pontiggia, Su Re. Il Vangelo sardo di Giovanni Columbu, in ยซRivista del Cinematografoยป, n. 3, marzo 2013, p. 42).
