Federazione Clarisse – Commento al Vangelo del 2 Ottobre 2022

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La prima lettura e il vangelo di questa domenica iniziano con una richiesta da parte degli interlocutori che trova risposta in un invito alla fede.

La domanda del profeta Abacuc,ย Fino a quando, Signore, implorerรฒ aiuto e non ascolti, a te alzerรฒ il grido: โ€œViolenza!โ€ e non salvi? Perchรฉ mi fai vedere lโ€™iniquitร  e resti spettatore dellโ€™oppressione?,ย rispecchia quegli interrogativi che anche oggi si pongono di fronte alle situazioni insolubili di ingiustizia, di violenza, di male, lรฌ dove lโ€™impotenza umana scarica la sua incapacitร , o irresponsabilitร , sul presunto disinteresse di Dio. Il Profeta pronuncia da parte del Signore una parola di speranza che confluisce nellโ€™affermazione:ย Il giusto vivrร  per la sua fede.ย Rettitudine e fede sono la risposta che tiene in vita nelle condizioni e situazioni anche piรน disperate.

Cosรฌ la richiesta dei discepoli nel brano del vangelo di Luca,ย Accresci in noi la fede!, manifesta una sorta di preoccupazione da parte loro. Essi hanno da poco ascoltato le parole di Gesรน sulla scelta dellโ€™ultimo posto, sulle esigenze della sequela, sulla misericordia, la fedeltร , sul non attaccarsi ai beni della terra: parole impegnative che paiono ai discepoli una via impraticabile.ย Accresci in noi la fede!, come se non ne avessero abbastanza.

La risposta di Gesรน รจ paradossale, ma di grande consolazione: la fede non รจ un prodotto quantificabile, ma dono irrevocabile posto dentro di noi. Esso ha la piccolezza del granello di senapa, ma anche la sua straordinaria efficacia, il dinamismo e la potenza della vita. Ciรฒ che fa grande la fede non รจ saper fare miracoli spettacolari; Gesรน non chiede una fede smisurata per rendere possibile ciรฒ che ci appare insormontabile, ma una fede piccolissima che suppone lโ€™atteggiamento autentico di chi si fida di Dio e lascia a lui di portare a compimento la sua opera. รˆ la via semplice, piccola che ci rende capaci di sradicare quelย gelsoย che รจ anzitutto dentro di noi: lโ€™incredulitร  e lโ€™orgoglio di voler fare con le nostre sole forze.

Comprendiamo in questa luce anche la parabola che segue nel brano del vangelo: siamoย servi inutili,ย dice Gesรน. Servi, perchรฉ la vita รจ il compito che ci รจ stato affidato come servizio, come bene ricevuto da restituire, senza avanzare pretese o diritti o meriti davanti a Dio. Inutili, non perchรฉ incapaci di fare il nostro lavoro, ma perchรฉ ciรฒ che facciamo รจ opera sua, non dipende da noi il compiersi del Regno. Necessaria, perรฒ, รจ la nostra risposta di fede che puรฒ aprire spiragli di luce dentro e attorno a noi, fare di noi quei canali che portano la sua presenza, la sua misericordia, il suo amore per ogni creatura.

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Sr Chiara Veronica – Monastero di Milano FONTE

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