Vi ricordate il Vangelo di Domenica scorsa? Pensateci un attimo, perchรฉ il brano che abbiamo letto oggi รจ la continuazione di quello che lโevangelista Luca ha cominciato a raccontarci lโaltra domenica.
Proviamo a collegarli. Gesรน, girando di villaggio in villaggio, รจ diventato famoso, la gente lo conosce e lo ammira. Un sabato torna a Nazaret, proprio la sua cittร , lรฌ dove รจ cresciuto, entra nella Sinagoga e legge ad alta voce un brano del profeta Isaia. Tutti i presenti lo osservano, curiosi di sapere che cosa dirร . Gesรน si siede, e se vi ricordate quello che ci siamo detti la settimana scorsa, questo รจ segno che sta per parlare come un Maestro.
Bene. E cosa dice Gesรน alla folla radunata nella Sinagoga di Nazaret?
Gesรน dice con autoritร che la parola del profeta Isaia, oggi si รจ compiuta: diventa vera nella persona di Gesรน stesso.
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Grazie a Gesรน, oggi i ciechi tornano a vedere, i prigionieri sono liberati e ai poveri รจ annunciata la gioia. E, dicevamo domenica scorsa, questo oggi non finisce, ma continua ancora, adesso, in ogni nostro oggi.
Ma veniamo al brano di oggi. Lโevangelista Luca ci racconta cosa succede dopo che Gesรน pronuncia questo annuncio cosรฌ bello, ma anche cosรฌ sorprendente.
La gente รจ meravigliata per le parole di Gesรน e dicevano: ยซNon รจ il figlio di Giuseppe?ยป
Eh, giร ! Tutti si stupiscono di quello che Gesรน dice e fa, perchรฉ in fondo, a Nazaret, lo conoscono tutti da sempre! Sanno che รจ figlio di Maria e Giuseppe, lo hanno visto bambino, lo hanno visto giocare per le strade del villaggio insieme agli altri ragazzini. Tutti si ricordano di quando era lรฌ, in mezzo a loro, a lavorare nella bottega di Giuseppeโฆ รจ uno di loro, e allora comโรจ che parla in questo modo? Che parla come uno che ha autoritร ?
Inoltre gli abitanti di Nazaret hanno saputo che lungo il cammino, Gesรน sta compiendo miracoli, segni prodigiosi, guarigioni straordinarieโฆ e non vedono lโora che faccia qualche miracolo anche tra di loro.
Eppure Gesรน non fa nulla di tutto questo, non promette privilegi, ma si rifร a due episodi avvenuti tanti e tanti secoli prima, compiuti uno dal profeta Elia e lโaltro dal profeta Eliseo per aiutare i suoi paesani a capire il loro errore.
Il primo avvenne durante una grave carestia che durรฒ tre anni e sei mesi: lโazione miracolosa di Dio non si rivolge al popolo di Israele, ma a una vedova a Sarepta di Sidone, cioรจ ad una donna pagana, una vedova straniera che, pur non avendo nulla da mangiare, aveva accolto il grande Elia.
Lโaltro episodio รจ legato ad una malattia terribile, la lebbra. Anche qui viene guarito non un lebbroso ebreo, ma Naaman il Siro, un grande condottiero di un esercito nemico che umilmente aveva accettato il consiglio del profeta Eliseo per guarire dalla lebbra.
Tutto questo per dire che lโamore di Dio non si puรฒ chiudere dentro i recinti di un popolo, di una nazione, di una parrocchia, di un gruppo! Dio arriva dove cโรจ bisogno di misericordia e di amore, sempre e comunque.
Allโudire questo discorso, perรฒ, la gente si arrabbia: sono tutti delusi, offesi, e vogliono cacciarlo fuori dalla cittร , anzi lo condussero fino al ciglio del monte sul quale sorgeva la cittร di Nazareth per gettarlo giรน dal precipizio.
Pensate che brutto momento: tutta la gente che spinge, che grida, che agita i pugni, che insulta Gesรน. Quando una folla si muove, รจ come un fiume che trascina con la sua forza. Gesรน sente questa corrente che si muove contro di lui, che vuole portarlo via, si ritrova schiacciato tra la folla che lo sta spingendo verso il monte per farlo precipitare.
Non so voi, ma io mi sarei proprio spaventato! E molto!
Ma Gesรน non si lascia spaventare, resta tranquillo e si lascia condurre fuori dalla Sinagoga, fin sul monte. Poi, senza dir nulla, in silenzio, sโintrufola in mezzo ai tanti che urlano e spingono, e si allontana, dispiaciuto, triste, rifiutato dai suoi.
L’Impegno
Il racconto di quanto accaduto a Gesรน oggi, se ci pensate bene, assomiglia a quello che tante volte facciamo anche noi con Lui, io per primo.
Arriviamo alla Messa pieni di entusiasmo, cantiamo, ascoltiamo le letture e lโomelia, ma poi se quello che sentiamo non ci piace, o ci sembra troppo scomodo, difficile da mettere in pratica, ci isoliamo, a volte ci innervosiamo pure, e poi una volta usciti dalla chiesa, dimentichiamo tutto.
Certo, non portiamo Gesรน sul ciglio di un monte per buttarlo giรน, ma in un certo qual modo assomigliamo anche noi alla gente di Nazaret: vogliamo che le nostre preghiere siano ascoltate dal Signore, desideriamo ottenere quello che gli domandiamo, e se questo non avviene, ci arrabbiamo con Lui.
Cari genitori e cari bambini, fermiamoci un momento in silenzio a guardare nel profondo del nostro cuore. Se ci accorgiamo di vivere questa difficoltร , questa fatica, se ci sentiamo delusi o arrabbiati, diciamolo a Gesรน.
Diciamogli di non allontanarsi in silenzio, di restare con noi anche quando brontoliamo, anche quando il suo Vangelo ci sembra troppo duro.
Padre Buono, aiutaci ad aprire il nostro cuore a Gesรน, ad accoglierlo cosรฌ che possa sempre abitare dentro di noi.
Amen e Buona Domenica
Fonte: Famiglia, Sogno di Dio il blog di Paolo e Diane
