Famiglia, Sogno di Dio – Commento al Vangelo per bambini/ragazzi di domenica 28 Marzo 2021

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Sapete perché questa domenica si chiama così?

Dovete sapere che già presso gli egizi e poi anche presso i greci e i romani la palma, grazie alla sua vitalità e alle sue proprietà, era simbolo di immortalità e di vittoria.

In Israele, poi, in occasione della festività di Sukkot, la “festa delle Capanne”, gli ebrei arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione cantando ed invocando “Osanna” e sventolando il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi legati insieme con un filo d’ erba. La palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’ innalza verso il cielo, e il salice, le cui foglie ricordano la bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio.

La festa delle capanne era la celebrazione della liberazione dall’ Egitto dopo il passaggio del mar Rosso. Il popolo era vissuto per quarant’ anni sotto delle tende, nelle capanne; e secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.

Oggi celebriamo la Domenica delle Palme. Ricordiamo l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme. In questa città così importante per il popolo di Israele sono arrivate tante persone per celebrare il ricordo della loro Pasqua, e quando arriva Gesù, tutti lo accolgono come Messia e lo acclamano agitando rami di palma e gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore”.

Quest’anno per molti di noi sarà una Domenica delle Palme diversa, un po’ come successe l’anno scorso. Non ci saranno processioni per le vie del nostro paese o del nostro quartiere, ma se non altro potremo essere tutti in chiesa per celebrare insieme.

Con la Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa. In questo video abbiamo ascoltato solo il brano che si legge durante la benedizione delle palme, ma il brano del Vangelo della liturgia ci presenta la vita vissuta da Gesù durante tutta la settimana di passione, dalla gioia dell’ingresso a Gerusalemme, alla triste e orrenda morte inchiodato a una croce. Dalla tranquillità alla confusione, dalla serenità all’angoscia. Questa settimana vivremo il triduo, tre giorni in cui rivivremo ancora quanto abbiamo ascoltato oggi ma molto più intensamente e, finalmente, domenica faremo festa! Festeggeremo il Re dei Re!

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Quante volte abbiamo sentito questa parola oggi…
Pilato lo chiama più volte «il re dei Giudei»; anche i soldati romani dopo avergli messo sul capo la corona di spine lo salutano dicendo «Salve, re dei Giudei», e infine, la scritta con il motivo della sua condanna sopra la croce diceva: «Il re dei Giudei».

Certo l’immagine che abbiamo di un re nella nostra mente è un po’ diversa.

Il Re ha una corona d’oro, mentre la corona di Gesù è fatta di spine.

Il Re cavalca un cavallo, mentre Gesù entra a Gerusalemme a cavallo di un asino.

Il Re vive in un castello lussuoso, mentre sappiamo che Gesù è nato in una stalla.

Il Re ha molti servitori, ma Gesù durante l’ultima cena ha deposto gli abiti della festa, si è cinto con un asciugamano e ha lavato i piedi ai suoi amici, diventando Lui il servo dei suoi discepoli.

Il Re è circondato da tante persone, consiglieri, giullari, cavalieri, dame e servitori. Gesù invece ha pochi amici, uno di loro lo ha addirittura tradito per poche monete; il suo migliore amico ha giurato di non conoscerlo; mentre si ritira per pregare, anche i migliori amici si addormentano anziché vegliare con lui; e poi, sotto la croce, quasi tutti lo abbandonano.

Il Re proclama le leggi e tutti lo ascoltano. Gesù durante la sua passione non viene ascoltato ma soltanto offeso, dice solo poche parole, ma dice la Verità. Il popolo però non lo vuole ascoltare e grida più forte per non sentirlo.

Il Re veste abiti sontuosi e siede su un trono comodo e lussuoso. Gesù è innalzato su una croce, nudo, sanguinante e dolorante.

Il Re ha tutto ciò che vuole. Gesù ha dato sé stesso per la nostra salvezza.

Quante differenze! E sono sicuro che voi ne avete trovate ancora di più. Visto così Gesù non sembra affatto un Re, eppure Gesù è IL RE DEI RE.

Quando il Re muore, ha un successore che eredita il suo trono e le sue ricchezze. Gesù è morto ma poi è risorto e vive ancora, e il suo regno non finisce mai.

Con Gesù ha vinto la vita e non la morte, la resurrezione e non il sepolcro, la gioia e non la disperazione!

L’Impegno

Gesù oggi ci chiede di fare una scelta, di sceglierlo come il Re della nostra vita. Camminiamo con lui questa settimana, giorno dopo giorno. Accompagniamolo nel suo cammino verso la croce, restiamogli vicini nei momenti più difficili e se in questo tempo gli permetteremo di entrare nel nostro cuore e di regnare sulla nostra vita, alla fine di questo cammino, potremo davvero gioire con lui nel giorno della resurrezione così come giova la folla a Gerusalemme nella prima Domenica delle Palme.

Buona festa

Fonte: Famiglia, Sogno di Dio il blog di Paolo e Diane