ร un Vangelo, quello di oggi, che sa molto di ordinarietร . Gesรน torna a casa Sua โ a Nazareth โ e fa ciรฒ che ha sempre fatto, cioรจ di sabato entra nella sinagoga e si mette a leggere. Ma stavolta cโรจ qualcosa diverso in Lui e lo capiscono tutti i presenti. Dal giorno del Suo Battesimo nel Giordano, infatti, Gesรน assume una maggiore consapevolezza della Sua missione e questo non puรฒ non trasparire. Da quando abbiamo incontrato il Signore e ne abbiamo fatto esperienza, anche per noi รจ cambiato tutto. E cosรฌ come per Gesรน, questo non puรฒ che essere evidente nella nostra vita. Deve esserlo. Ma affinchรฉ questo accada, cโรจ un passo necessario da compiere prima: accogliere lo stesso Gesรน. Solo in questo modo le nostre non rimangono solo pratiche ma diventano modi di vivere, con la nostra vita che diventa un prolungamento degli altari delle nostre chiese. Gesรน รจ venuto a โportare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertร gli oppressi,
a proclamare lโanno di grazia del Signoreโ.
Non so a voi, ma a me queste parole ricordano le beatitudini. Il Signore รจ venuto a portarci la felicitร e non quella a basso costo, ma quella vera, autentica, che passa dal farsi poveri, bisognosi, cercatori dellโunica Veritร . Gesรน non viene accolto dai Suoi compaesani. O meglio, essi smettono di accoglierLo quando diventa scomodo, cioรจ quando Egli li mette davanti alla veritร . Non succede anche a noi cosรฌ? ร facile accogliere il Signore quando la Sua Parola รจ consolatrice e incoraggiante, ma lo รจ di meno quando ci chiama a convertire il nostro cuore. E nel mio cโรจ tanto che Lo ostacola. Ma Gesรน non si arrende.
Egli รจ sempre in cammino, sempre alla ricerca di me, di te, di ciascuno di noi. Non molla ed รจ sempre convinto di dare la Sua vita per noi, perchรฉ per Lui valiamo tutto. Chiediamogli allora di saperLo sempre accogliere, affinchรฉ possiamo vivere pienamente la gioia di essere figli amati di un Amore che non si deve meritare, ma che รจ giร dono.
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AUTORE: Fabrizio Francesco Campus
FONTE: Sito web
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