Fabrizio Francesco Campus – Commento al Vangelo del giorno – 24 Gennaio 2020

Ogni volta che ci sentiamo inadeguati davanti al Signore, dovremmo ricordarci del Vangelo di oggi. La fede non richiede esperienza per essere vissuta, ma chiede di essere vissuta per farne esperienza.

Non è il privilegio di chi possiede dei titoli, ma il dono del Signore che chiama chi vuole e come vuole. Coloro che poi sarebbero diventati gli apostoli, non erano certamente dei dottori. Però Gesù ha visto in loro qualcosa di unico e li ha resi pienamente partecipi della Sua missione, che oggi è anche la mia e la tua.

E come facciamo a portare avanti questa missione? Stando con Lui. Non c’è altro modo per avere abbastanza forza per proseguire il cammino, per mantenere quell’unità per cui stiamo pregando in questi giorni.

Fabrizio Francesco CampusCommento a cura di Fabrizio Francesco Campus

Il 5 Aprile 2015 ho ricevuto il Battesimo, diventando a tutti gli effetti cristiano cattolico, ma soprattutto figlio di un Dio che non ha mai smesso di cercarmi. La mia vita non è cambiata, ma è cambiato il mio sguardo su di essa. Non sono migliore, ma ora so di essere infinitamente amato e sono in cammino per imparare ad amarmi e ad amare così.


Chiamò a sé quelli che voleva perché stessero con lui.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 3, 13-19 In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici –  che chiamò apostoli – , perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì. Parola del Signore

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