Nel pieno del periodo natalizio, la Liturgia ci propone il prologo del Vangelo secondo Giovanni.
Siamo dinanzi ad un brano cosรฌ aulico che, per commentarlo, non basterebbe unโintera vita (cfr. Gv 21, 25); eppure, allo stesso tempo, esso รจ talmente ineffabile, che qualsiasi chiosa, sia essa interpretativa o esplicativa, risulterebbe inconsistente e vana.
Sarebbe giusto, inoltre, adoperare lโarticolo determinativo per definirlo, poichรฉ questo non รจ โunโ brano, ma โil branoโ; non รจ โunโ prologo, ma โil prologoโ.
Da come si puรฒ intuire fin da tale introduzione, siamo al cospetto di uno scritto molto โdelicatoโ, che impone, a colui che lo legge o che lo ascolta, estrema considerazione, ossequio e riverenza.
Sia chiaro: lโintera Scrittura รจ โdelicataโ, poichรฉ tutta รจ Parola di Dio, ma il prologo del quarto Vangelo รจ la gemma incastonata nella corona; รจ il sancta sanctorum del tempio.
Tuttavia, se proprio volessimo utilizzare una circonlocuzione appropriata, piรน che un โpasso santoโ, il prologo giovanneo esprime โlโapice della sacralitร โ. E se รจ vero che nel gergo comune โsantoโ e โsacroโ sono usati come sinonimi, in realtร sono concetti ben differenti.
Non sarร questa la sede per sviscerare tale dissimiglianza: ci basti solo notare che con il โsacroโ, non con il โsantoโ, si rischia lโ โustioneโ. Ecco perchรฉ occorre quella โdelicatezzaโ invocata appena sopra.
Ebbene, data la premessa pocโanzi espressa, per procedere come ci รจ solito, sarebbe consigliabile estrapolare ed analizzare un termine poco impegnativo, che consenta la preservazione della nostra integritร .
ร pur vero, perรฒ, che non vโรจ โsemplicitร โ (intesa come โsuperficialitร di commentoโ) nella Scrittura, quindi o si fa la scelta di evitare qualsiasi forma di approccio ad essa, oppure ci si deve rendere prossimi alla Parola di Dio sempre con molto riguardo.
Certo che osare di scegliere il termine โVERBOโ, e conseguentemente ardire ad un commento della โPAROLAโ per antonomasia, รจ un bel daffare: voler penetrare nel senso profondo del โLรGOSโ, infatti, รจ impossibile, quasi sconsigliabile. Perรฒ lo scrivente preferisce rischiare lโ โustioneโ, piuttosto che essere lontano dal Fuoco!
Lo Spirito Santo sorga sopra lo scrivente ed il lettore.
Cerchiamo, allora, adoperando il massimo rispetto, di rendere una attenta esegesi.
Primo punto
Lo scrivente sa che non occorrerebbe precisare quanto appena appresso, ma la deferenza tanto invocata richiede in sรฉ meticolositร , ordine ed attenzione.
Nel testo evangelico che il sacerdote proclamerร , il sostantivo โVerboโ, presente quattro volte (vv. 1 e 14), nel greco originale รจ risaputo essere โlรฒgosโ (usiamo la lettera minuscola sia per rispetto della forma di scrittura greca, sia perchรฉ siamo ad analizzare il lemma in quanto tale, pur sapendo chi sia โil Lรฒgosโ).
Questo nome ha una molteplicitร di esplicazioni, ma possiamo, in questa sede, ricondurlo a due significati fondamentali: โparolaโ (con le sue varie manifestazioni: โdiscorso/espressioneโ) e โragioneโ (con le sue varie manifestazioni: โopinione/computoโ).
(A titolo di esempio cfr. Mt 8, 8: โMa il centurione riprese: โSignore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dรฌ soltanto una parola e il mio servo sarร guaritoโ)
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Secondo punto
Il termine โlรฒgosโ viene dal verbo greco โlรจgoโ, il quale reca in sรฉ una triplice accezione, che รจ espressione della sua trasformazione e crescita lessicale.
La direzione ordinata dello sviluppo del senso di โlรจgoโ ci imporrebbe un tragitto progressivo e cronologico, ovvero dal significato primitivo a quello piรน evoluto. Tuttavia, in tal caso, il nostro percorso sarร a ritroso: e ciรฒ non rappresenta un venir meno di quellโ โordineโ invocato al primo punto, poichรฉ noi stiamo โscavandoโ allโinterno di โlรฒgosโ, e scavare con lo scopo di cogliere il senso profondo di un vocabolo, altro non significa se non โprogredire allโindietroโ.
1 โ Orbene, il significato terzo di โlรจgoโ, ovvero quello piรน โlogicoโ, intende propriamente โdire/parlareโ (naturale che โlรฒgosโ, ovvero โparola/ragioneโ sia facilmente connesso con โdire/parlareโ).
(A titolo di esempio cfr. Mt 5, 2: โPrendendo allora la parola, li ammaestrava dicendoโ)
2 โ Scendiamo, ora, al significato secondo di โlรจgoโ, ovvero โraccogliere/noverareโ.
Tale senso sembrerebbe disconnesso col precedente, eppure non รจ forse vero che una โraccoltaโ si โesponeโ, ovvero si โrac_contaโ in modo che sia โquantificata/noverataโ?
Interessante come il concetto di โesposizioneโ sia non solo il โmostrareโ in senso stretto, ad esempio un prodotto, ma sia anche termine tecnico che concerne la โcapacitร di esprimersiโ, ad esempio nel parlare o nello scrivere. Curioso รจ anche andare ad un termine latino (e italiano), che ha in sรฉ la radice di โlรฒgosโ e โlรจgoโ, ovvero โelegantiaโ (eleganza): esso intende puntualmente โfare_una_sceltaโ, quindi รจ un โraccogliereโ (lรจgo), quindi รจ un โragionareโ (lรฒgos).
(A titolo di esempio cfr. Mt 23, 37: โGerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete volutoโ; Mt 13, 47-48: โIl regno dei cieli รจ simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando รจ piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattiviโ; Mt 10, 30: โQuanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati [passivo teologico]โ; Mt 25, 19.24.26: โDopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ, e volle regolare i conti con loro. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparsoโ)
3 โ Arriviamo, infine, al significato primigenio di โlรจgoโ.
Questo verbo, prima di indicare โraccogliere/noverareโ e poi โdire/parlareโ, esprime il concetto di โgiacereโ.
La radice profonda di โlรจgoโ, infatti, viene direttamente al verbo gemello โlรจkhomaiโ (appunto โgiacere/adagiareโ), ed anche qui il senso logico di tutto, che in apparenza sfugge, รจ ben rintracciabile.
Adesso rifacciamo il cammino al contrario, in salita, per notare come lโevoluzione lessicale abbia progredito: quello che vien messo a โgiacereโ รจ ciรฒ che รจ โraccolto/noveratoโ, il quale viene โesposto/raccontatoโ (tutto questo รจ il verbo โlรจgoโ), sul quale ci si โragionaโ dovendo usare โparoleโ che diano definizioni appropriate (tutto questo รจ il sostantivo โlรฒgosโ).
Terzo punto
Giunti sino a tale livello, per aiutarci nella riflessione occorre proseguire lungo il tracciato che si aggancia al capostipite di โlรฒgosโ e โlรจgoโ, ovvero il summenzionato verbo โlรจkhomaiโ, che abbiamo detto significare โgiacere/adagiareโ.
Questo verbo รจ espressione di un sostantivo, ovvero โlรจkhosโ, e sarร questo a prenderci per mano lungo lโultimo tratto di strada che percorreremo questโoggi. E come una mano รจ provvista di cinque dita, associamo a questa immagine le cinque accezioni di senso che esprime il nome โlรจkhosโ.
1 โ essendo della stessa radice di โlรจkomaiโ, come primo intendimento questo termine significa propriamente โgiaciglioโ.
(A titolo di esempio cfr. Lc 2, 12.16: โQuesto per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. Andarono dunque senzโindugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoiaโ)
Anche in questo caso, molto interessante e di ausilio per il nostro ragionamento รจ andare alla lingua latina.
1a โ Dal nome โlรจkhosโ viene, in primo luogo, โlectusโ, che come sostantivo vale โlettoโ, mentre come aggettivo intende โelettoโ (rifletta il lettore: lโ โelettoโ non รจ forse colui che โgiaceโ su un seggio [la famigerata โpoltronaโ]? Non รจ il frutto di una โsceltaโ [โraccoltaโ โ cfr. โlรจgoโ], ovvero di un โragionamentoโ [cfr. โlรฒgosโ]? E ancora: lโ โelettoโ non รจ colui che รจ chiamato a proferire โparoleโ [cfr. โlรฒgosโ] per conto altrui? E potremmo continuareโฆ).
(A titolo di esempio cfr. Lc 23, 35: โIl popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: โHa salvato gli altri, salvi se stesso, se รจ il Cristo di Dio, il suo elettoโ)
1b โ Dal nome โlรจkhosโ viene un altro sostantivo latino, ovvero โlecticaโ, che principalmente intende โlettigaโ (non รจ difficile legarla a โgiaciglioโ), ma secondariamente arriva a significare โbiforcazioneโ (non รจ difficile legarla a โsceltaโ ovvero โragionamentoโ).
(A titolo di esempio cfr. Lc 16, 13: โNessun servo puรฒ servire a due padroni: o odierร lโuno e amerร lโaltro oppure si affezionerร allโuno e disprezzerร lโaltro. Non potete servire a Dio e a mammonaโ)
2 โ Il secondo significato che assume โlรจkhosโ รจ quello di โmatrimonioโ (il โlettoโ per eccellenza, infatti, รจ il โletto nuzialeโ). Da notare come il sostantivo latino di cui sopra, ovvero โlectusโ, intenda anche โtalamo nuzialeโ.
(A titolo di esempio cfr. Mc 2, 19-20: โGesรน disse loro: โPossono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo รจ con loro? Finchรฉ hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarร loro tolto lo sposo e allora digiunerannoโ [sinossi con Mt 9, 15 e Lc 5, 34-35]; Mt 25, 1.5-6.10: โIl regno dei cieli รจ simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Poichรฉ lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levรฒ un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Ora, mentre quelle andavano per comprare lโolio, arrivรฒ lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusaโ)
3 โ Il terzo senso che assume โlรจkhosโ รจ quello di โferetroโ (il โlettoโ, con manifesto richiamo, allude direttamente anche al โgiaciglio funerarioโ). Da notare anche in questa occasione come ancora il sostantivo โlectusโ, intenda pure โletto funebreโ.
(A titolo di esempio cfr. Mt 27, 59-60: โGiuseppe, preso il corpo di Gesรน, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andรฒโ [sinossi con Mc 15, 46, Lc 23, 53 e Gv 19, 41-42])
4 โ Il quarto concetto che assume โlรจkhosโ รจ โnidoโ (non รจ forse questo il โlettoโ degli animali [tra lโaltro usato anche dalle persone con senso traslato]?). Da notare come, in tal caso, il nome โlecticaโ (o โlecticulaโ) intenda anche โnidoโ.
(A titolo di esempio cfr. Mt 13, 31-32: โl regno dei cieli si puรฒ paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi ramiโ [sinossi con Mc 4, 32 e Lc 13, 19])
5 โ Non ci rimane che lโultimo dito, ovvero lโultimo significato profondo a cui รจ connesso โlรจkhosโ (ovvero โlรจgoโ ovvero โlรฒgosโ). Ci si potrebbe arrivare, senza sbagliare, anche per allegoria, ma ciรฒ che a noi interessa, in questa sede, รจ rimanere ancorati ad una esegesi prettamente filologica.
(Interessante notare, tuttavia, come โlรฒgosโ sia la radice di โlogicaโ, ma al contempo sia espressione โteo_logicaโ per avvicinarsi a definire lโindefinibile, ovvero nostro Signore Gesรน Cristo, Egli che รจ talmente ineffabile, quanto poderosamente concreto. Ecco perchรฉ, al cospetto della Parola di Dio, รจ rilevante sia lโanalisi โscientificaโ [esegetico-filologica], sia la meditazione โspiritualeโ [metaforica], le quali debbono andare non in disbiosi, ma sempre in piena simbiosi)
Ebbene, ricucendo il discorso con quanto precede la parentetica appena presentata, il โlettoโ รจ non solo un simbolo coniugale (2 โ โmatrimonioโ); non รจ solo allusione alla morte (3 โ โferetroโ); non ammicca solamente al riparo e alla protezione (4 โ โnidoโ): il letto รจ sinonimo esplicito di vita, di nascita.
Infatti, ed eccoci quindi al quinto significato, della stessa radice di โlรจkhosโ รจ il sostantivo โlรจkhoโ che significa โpuerperaโ, ovvero โdonna_che_ha_appena_partoritoโ.
Straordinario: non stiamo proprio vivendo il Natale, ovvero il periodo in cui la Vergine Puerpera (lรจkho) ha appena partorito il Verbo (lรฒgos)?
Ma oltre a questa casualitร (possibile che sia sempre tutto un caso?), รจ magnifico dedurre dal nostro discorso come tecnicamente il sostantivo โlรฒgosโ sia figlio di un percorso che germoglia da โlรจkhoโ; ed รจ magnifico dedurre come lessicalmente il nome โlรจkhoโ sia intimamente contenuto nel cuore di โlรฒgosโ.
(A titolo di esempio cfr. Gv 19, 26-27: โGesรน allora, vedendo la madre e lรฌ accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: โDonna, ecco il tuo figlio!โ. Poi disse al discepolo: โEcco la tua madre!โ. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casaโ)
Lo scrivente reputa opportuno non andare oltre.
Si lascia al lettore lโamplissimo margine di riflessione che il termine โlรฒgosโ offre, ben sapendo che โil Lรฒgosโ contiene ed esprime tutto quello che ci siamo detti, ma essendo nella consapevolezza che non possono certo bastare queste insufficienti righe per comprenderne il senso.
Sia questo breve scritto un piccolo spiraglio, che possa consentire una prossimitร maggiore al Signore nostro Gesรน Cristo.

Letture della
II Domenica dopo Natale โ ANNO A
Colore liturgico: BIANCO
Prima Lettura
La sapienza dio Dio รจ venuta ad abitare nel popolo eletto.
Dal libro del Sirร cide
Sir 24,1-4.12-16, NV 24,1-4.12-16
La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti รจ benedetta, mentre dice:
ยซAllora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi ereditร in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternitร non verrรฒ meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e cosรฌ mi sono stabilita in Sion.
Nella cittร che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme รจ il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore รจ la mia ereditร ,
nell’assemblea dei santi ho preso dimoraยป.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Sal 147
Il Verbo si รจ fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perchรฉ ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Cosรฌ non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.
Seconda Lettura
Mediante Gesรน, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Ef 1,3-6.15-18
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella caritร ,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesรน Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontร , a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciรฒ anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesรน e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinchรฉ il Dio del Signore nostro Gesรน Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua ereditร fra i santi.
Parola di Dio
Vangelo
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Dal vangelo secondo Giovanni
Gv 1,1-18
[In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto รจ stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente รจ stato fatto di tutto ciรฒ che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti perรฒ l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, nรฉ da volere di carne, nรฉ da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di veritร .]
Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi รจ passato avanti, perchรฉ era prima di me”.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perchรฉ la legge fu data per mezzo di Mosรจ, la grazia e la veritร vennero per mezzo di Gesรน Cristo.
Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che รจ nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
Parola del Signore
