La liturgia odierna ci invita a meditare, celebrare e contemplare la Santissima Trinitร , ovvero il suo insondabile (ma non per questo irreale) mistero.
Giร altre volte, in altri commenti, abbiamo cercato di offrire qualche intuizione che potesse aiutarci a comprendere (a notevole distanza) la โtensioneโ trinitaria di Dio (cf. PARร E PERร; cf. PERDONO).
Non mancano anche versi illustri che si dedicano a descrivere questa ineffabilitร :
ยซNe la profonda e chiara sussistenza
de lโalto lume parvermi tre giri
di tre colori e dโuna contenenza;
e lโun da lโaltro come iri da iri
parea reflesso, e โl terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiriยป [D. Alighieri, Paradiso, XXXIII, 115-120].
-Di seguito una nostra parafrasi:
ยซNella profonda e luminosa essenza
dellโalto lume (Dio) mi apparvero tre cerchi (la Trinitร )
di tre colori (differenti) e (ma) di una stessa dimensione;
e lโuno (il secondo โ il Figlio) dallโaltro (il primo โ il Padre) come arcobaleno da arcobaleno
sembrava riflesso, e il terzo (lo Spirito Santo) sembrava un fuoco
che da una parte e dallโaltra (da un cerchio allโaltro) in uguale misura si emanavaยป

Da tali altezze, rientriamo nei ranghi del nostro misero commentare.
La domanda che in tutti noi sorge, dalla Solennitร odierna, รจ sicuramente questa: come puรฒ โUnoโ essere โTrinoโ?
A ben rifletterci, questa stessa domanda, trasposta in Gesรน, avrebbe essenzialmente la stessa sostanza: come puรฒ Dio essere uomo?
Ebbene, dato che alla prima domanda, come sopra detto, qualche (insufficiente) tentativo di risposta lo abbiamo giร offerto, tanto con alcuni nostri interventi, quanto nel riportare ben piรน nobili versi, tramite una parola del Vangelo odierno proviamo a dedicarci nellโosservazione della seconda questione:
ยซEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป (Mt 28, 20).
Il termine ยซmondoยป, nel greco originario del testo รจ aiรณn.
E questo termine ยซmondoยป รจ esattamente, tanto nella traduzione italiana quanto nel testo originario greco (in declinazione รจ aiรตnos), lโultima parola del Vangelo secondo Matteo.
Molto spesso, nella redazione ovvero nella scrittura dei Vangeli, gli Autori Sacri hanno adoperato la cosiddetta โtecnica dellโinclusioneโ, ovvero racchiudere una specifica pericope, o uno specifico contenuto ovvero concetto, tra un dato inizio e una fine che richiama propriamente quel dato inizio: in schema sarebbe (A + contenuto + A) -Un esempio. Lโintero Vangelo secondo Luca รจ una enorme inclusione (allโinterno del quale, tra lโaltro, se ne trovano altre di inclusioni minori [โminoriโ come dimensione, non come valore]). Difatti il Terzo Vangelo inizia con il Tempio di Gerusalemme (cf. Lc 1, 8-9: ยซAvvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccรฒ in sorte, secondo lโusanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare lโofferta dellโincensoยป) e finisce con il Tempio di Gerusalemme (cf. Lc 24, 52-53: ยซEd essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dioยป)
Ebbene, il Vangelo secondo Matteo, secondo la nostra scrutatio, sembra essere steso allโinterno di una grande inclusione (forse inconsapevole allo stilo dellโEvangelista: difatti la Parola di Dio opera nella Scrittura e per la Scrittura), che inizia specificamente dalla prima parola del testo evangelico in questione, la quale si richiama esattamente nellโultima (ยซcome iri da iri parea reflessoยป).
Nondimeno questo richiamo non solo non รจ esplicito, ma รจ anche molto molto particolare.
Cerchiamo di scrutarlo.
Circa lโultima parola del testo matteano, abbiamo sopra detto (aiรณn ovvero ยซmondoยป).
La prima parola, invece, che nella traduzione italiana risulta essere ยซGenealogia [di Gesรน Cristo]ยป, nel greco originario รจ una circonlocuzione, ovvero bรญblos [genรฉseos iesoลฉ christoลฉ], che in resa letterale sarebbe: ยซLibro [dellโorigine di Gesรน Cristo]ยป (Mt 1, 1).
Cosa cโentra, perรฒ, bรญblos (ยซlibroยป) con aiรณn (ยซmondoยป)?
Analizziamo sostanzialmente i due termini in questione.
1-Il nome bรญblos che abbiamo detto valere giustamente ยซlibroยป, nel suo senso primario ed intimo vale esattamente ยซcortecciaยป (i primi fogli si facevano proprio con la corteccia del papiro).
Da ciรฒ, traduciamo ancor piรน letteralmente il primo versetto del Vangelo secondo Matteo:
ยซโCortecciaโ [dellโorigine di Gesรน Cristo]ยป.
A prima vista questa resa sembra assai strana.
Eppure non รจ forse vero che lโelenco della genealogia di Gesรน รจ dato proprio a mostrare come Egli si sia fatto esattamente โstoriaโ, ovvero come Egli si sia fatto ยซcortecciaยป (la parte visibile, esteriore, immediatamente e sensibilmente comprensibile); come Egli sia anche ยซcortecciaยป (ovvero sia โanche vero uomoโ)?
2-Il nome aiรณn, che abbiamo detto valere giustamente ยซmondoยป, nel suo senso primario ed intimo ha valore di ยซeternitร ยป, ma pure ยซessenza divinaยป, ma anche ed esattamente ยซmidolloยป.
Da ciรฒ, traduciamo letteralmente lโultimo versetto del Vangelo secondo Matteo che oggi ascoltiamo o leggiamo:
ยซEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, โfino al compimento del midolloโยป.
Strana certamente, come la prima, anche questa versione.
Eppure รจ molto interessante come il corrispettivo interiore, essenziale, ovvero la sostanza che sta esattamente sotto la forma, la corteccia appunto, sia proprio il ยซmidolloยป, che non si vede, eppure รจ presente; che รจ diverso dalla corteccia eppure assieme sono albero.
Ecco, allora, che il Signore, che si รจ fatto storia (ยซcortecciaยป โ vero uomo) da kรฉrygma che รจ e che rimane (ยซmidolloยป โ vero Dio), Egli che รจ assieme ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป, rimane con noi fino a quando in Lui il nostro mondo sarร compiuto, ovvero fino a quando saremo in grado di comprendere pienamente il ยซmidolloยป, di comprenderlo pienamente anche come ยซmidolloยป.
Ecco, allora, come questo Vangelo secondo Matteo, narrato entro questa suggestiva, particolare, ma essenziale inclusione (bรญblos โ aiรณn [ยซcortecciaยป-ยซmidolloยป]), voglia trasmetterci, in nuce, chi sia esattamente Gesรน: Egli รจ โstoria e kรฉrygmaโ, manifestazione sensibile e teologica, vero uomo e vero Dio, ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป, bรญblos e aiรณn.
La conoscenza di Gesรน, dunque, che ha naturalmente la sua ยซcortecciaยป, la sua vicenda umana, la sua nascita umana, deve andare oltre, deve proiettarsi e leggersi in pienezza alla luce della sua ยซnascita midollareยป, ossia la Risurrezione. Solo cosรฌ saremo in grado di โnon dubitareโ (cf. Mt 28, 17: ยซQuando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitaronoยป).
E come ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป sono a costituire, in reciproca necessitร , un unico albero, cosรฌ mangiatoia e sepolcro si compenetrano vicendevolmente in Gesรน Cristo, la โCrasi (ยซmescolanza/fusioneยป) della Salvezzaโ (cf. F. Quadrini, I CAPITOLI DELLโINFANZIA SECONDO MATTEO E LUCA โ La mangiatoia รจ giร sepolcro).

Cosรฌ, in proiezione, possiamo provare ad intuire lโ โincongruenzaโ della lโUnitร che รจ assieme Trinitร .
Un pane, invero, non deve la sua esistenza a motivo della reazione di farina-lievito-acqua? -Molto curioso come questo esempio, forse non pienamente calzante, sia assai caratteristico: il Padre rimanda esattamente alla โfarinaโ (cf. Es 16, 31: ยซLa casa dโIsraele lo chiamรฒ manna. Era simile al seme del coriandolo e bianco; aveva il sapore di una focaccia con mieleยป); il Figlio รจ decisamente il โlievitoโ (cf. Gv 20, 5.9: ยซSi chinรฒ, vide i teli posati lร , ma non entrรฒ. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioรจ egli doveva risorgere dai mortiยป); lo Spirito richiama fortemente lโ โacquaโ (cf. Mt 3, 16: ยซAppena battezzato, Gesรน uscรฌ dallโacqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di luiยป)
Ovvero: non รจ forse vero che pronunciando la sola parola ยซDioยป, nel suo unico suono si ascoltano, fuse ma ben distinte, le tre lettere ยซD-i-oยป?




