Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 30 Maggio 2021

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La liturgia odierna ci invita a meditare, celebrare e contemplare la Santissima Trinitร , ovvero il suo insondabile (ma non per questo irreale) mistero.
Giร  altre volte, in altri commenti, abbiamo cercato di offrire qualche intuizione che potesse aiutarci a comprendere (a notevole distanza) la โ€œtensioneโ€ trinitaria di Dio (cf. PARร E PERร; cf. PERDONO).

Non mancano anche versi illustri che si dedicano a descrivere questa ineffabilitร :
ยซNe la profonda e chiara sussistenza
de lโ€™alto lume parvermi tre giri
di tre colori e dโ€™una contenenza;
e lโ€™un da lโ€™altro come iri da iri
parea reflesso, e โ€˜l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiriยป [D. Alighieri, Paradiso, XXXIII, 115-120].
-Di seguito una nostra parafrasi:
ยซNella profonda e luminosa essenza
dellโ€™alto lume (Dio) mi apparvero tre cerchi (la Trinitร )
di tre colori (differenti) e (ma) di una stessa dimensione;
e lโ€™uno (il secondo โ€“ il Figlio) dallโ€™altro (il primo โ€“ il Padre) come arcobaleno da arcobaleno
sembrava riflesso, e il terzo (lo Spirito Santo) sembrava un fuoco
che da una parte e dallโ€™altra (da un cerchio allโ€™altro) in uguale misura si emanavaยป

Da tali altezze, rientriamo nei ranghi del nostro misero commentare.
La domanda che in tutti noi sorge, dalla Solennitร  odierna, รจ sicuramente questa: come puรฒ โ€œUnoโ€ essere โ€œTrinoโ€?
A ben rifletterci, questa stessa domanda, trasposta in Gesรน, avrebbe essenzialmente la stessa sostanza: come puรฒ Dio essere uomo?

Ebbene, dato che alla prima domanda, come sopra detto, qualche (insufficiente) tentativo di risposta lo abbiamo giร  offerto, tanto con alcuni nostri interventi, quanto nel riportare ben piรน nobili versi, tramite una parola del Vangelo odierno proviamo a dedicarci nellโ€™osservazione della seconda questione:

ยซEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป (Mt 28, 20).

Il termine ยซmondoยป, nel greco originario del testo รจ aiรณn.
E questo termine ยซmondoยป รจ esattamente, tanto nella traduzione italiana quanto nel testo originario greco (in declinazione รจ aiรตnos), lโ€™ultima parola del Vangelo secondo Matteo.
Molto spesso, nella redazione ovvero nella scrittura dei Vangeli, gli Autori Sacri hanno adoperato la cosiddetta โ€œtecnica dellโ€™inclusioneโ€, ovvero racchiudere una specifica pericope, o uno specifico contenuto ovvero concetto, tra un dato inizio e una fine che richiama propriamente quel dato inizio: in schema sarebbe (A + contenuto + A) -Un esempio. Lโ€™intero Vangelo secondo Luca รจ una enorme inclusione (allโ€™interno del quale, tra lโ€™altro, se ne trovano altre di inclusioni minori [โ€œminoriโ€ come dimensione, non come valore]). Difatti il Terzo Vangelo inizia con il Tempio di Gerusalemme (cf. Lc 1, 8-9: ยซAvvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccรฒ in sorte, secondo lโ€™usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare lโ€™offerta dellโ€™incensoยป) e finisce con il Tempio di Gerusalemme (cf. Lc 24, 52-53: ยซEd essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dioยป)
Ebbene, il Vangelo secondo Matteo, secondo la nostra scrutatio, sembra essere steso allโ€™interno di una grande inclusione (forse inconsapevole allo stilo dellโ€™Evangelista: difatti la Parola di Dio opera nella Scrittura e per la Scrittura), che inizia specificamente dalla prima parola del testo evangelico in questione, la quale si richiama esattamente nellโ€™ultima (ยซcome iri da iri parea reflessoยป).
Nondimeno questo richiamo non solo non รจ esplicito, ma รจ anche molto molto particolare.
Cerchiamo di scrutarlo.

Circa lโ€™ultima parola del testo matteano, abbiamo sopra detto (aiรณn ovvero ยซmondoยป).
La prima parola, invece, che nella traduzione italiana risulta essere ยซGenealogia [di Gesรน Cristo]ยป, nel greco originario รจ una circonlocuzione, ovvero bรญblos [genรฉseos iesoลฉ christoลฉ], che in resa letterale sarebbe: ยซLibro [dellโ€™origine di Gesรน Cristo]ยป (Mt 1, 1).

Cosa cโ€™entra, perรฒ, bรญblos (ยซlibroยป) con aiรณn (ยซmondoยป)?

Analizziamo sostanzialmente i due termini in questione.

1-Il nome bรญblos che abbiamo detto valere giustamente ยซlibroยป, nel suo senso primario ed intimo vale esattamente ยซcortecciaยป (i primi fogli si facevano proprio con la corteccia del papiro).
Da ciรฒ, traduciamo ancor piรน letteralmente il primo versetto del Vangelo secondo Matteo:
ยซโ€Cortecciaโ€ [dellโ€™origine di Gesรน Cristo]ยป.
A prima vista questa resa sembra assai strana.
Eppure non รจ forse vero che lโ€™elenco della genealogia di Gesรน รจ dato proprio a mostrare come Egli si sia fatto esattamente โ€œstoriaโ€, ovvero come Egli si sia fatto ยซcortecciaยป (la parte visibile, esteriore, immediatamente e sensibilmente comprensibile); come Egli sia anche ยซcortecciaยป (ovvero sia โ€œanche vero uomoโ€)?

2-Il nome aiรณn, che abbiamo detto valere giustamente ยซmondoยป, nel suo senso primario ed intimo ha valore di ยซeternitร ยป, ma pure ยซessenza divinaยป, ma anche ed esattamente ยซmidolloยป.
Da ciรฒ, traduciamo letteralmente lโ€™ultimo versetto del Vangelo secondo Matteo che oggi ascoltiamo o leggiamo:
ยซEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, โ€œfino al compimento del midolloโ€ยป.
Strana certamente, come la prima, anche questa versione.
Eppure รจ molto interessante come il corrispettivo interiore, essenziale, ovvero la sostanza che sta esattamente sotto la forma, la corteccia appunto, sia proprio il ยซmidolloยป, che non si vede, eppure รจ presente; che รจ diverso dalla corteccia eppure assieme sono albero.
Ecco, allora, che il Signore, che si รจ fatto storia (ยซcortecciaยป โ€“ vero uomo) da kรฉrygma che รจ e che rimane (ยซmidolloยป โ€“ vero Dio), Egli che รจ assieme ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป, rimane con noi fino a quando in Lui il nostro mondo sarร  compiuto, ovvero fino a quando saremo in grado di comprendere pienamente il ยซmidolloยป, di comprenderlo pienamente anche come ยซmidolloยป.

Ecco, allora, come questo Vangelo secondo Matteo, narrato entro questa suggestiva, particolare, ma essenziale inclusione (bรญblos โ€“ aiรณn [ยซcortecciaยป-ยซmidolloยป]), voglia trasmetterci, in nuce, chi sia esattamente Gesรน: Egli รจ โ€œstoria e kรฉrygmaโ€, manifestazione sensibile e teologica, vero uomo e vero Dio, ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป, bรญblos e aiรณn.
La conoscenza di Gesรน, dunque, che ha naturalmente la sua ยซcortecciaยป, la sua vicenda umana, la sua nascita umana, deve andare oltre, deve proiettarsi e leggersi in pienezza alla luce della sua ยซnascita midollareยป, ossia la Risurrezione. Solo cosรฌ saremo in grado di โ€œnon dubitareโ€ (cf. Mt 28, 17: ยซQuando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitaronoยป).
E come ยซcortecciaยป e ยซmidolloยป sono a costituire, in reciproca necessitร , un unico albero, cosรฌ mangiatoia e sepolcro si compenetrano vicendevolmente in Gesรน Cristo, la โ€œCrasi (ยซmescolanza/fusioneยป) della Salvezzaโ€ (cf. F. Quadrini, I CAPITOLI DELLโ€™INFANZIA SECONDO MATTEO E LUCA โ€“ La mangiatoia รจ giร  sepolcro).

sindone

Cosรฌ, in proiezione, possiamo provare ad intuire lโ€™ โ€œincongruenzaโ€ della lโ€™Unitร  che รจ assieme Trinitร .
Un pane, invero, non deve la sua esistenza a motivo della reazione di farina-lievito-acqua? -Molto curioso come questo esempio, forse non pienamente calzante, sia assai caratteristico: il Padre rimanda esattamente alla โ€œfarinaโ€ (cf. Es 16, 31: ยซLa casa dโ€™Israele lo chiamรฒ manna. Era simile al seme del coriandolo e bianco; aveva il sapore di una focaccia con mieleยป); il Figlio รจ decisamente il โ€œlievitoโ€ (cf. Gv 20, 5.9: ยซSi chinรฒ, vide i teli posati lร , ma non entrรฒ. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioรจ egli doveva risorgere dai mortiยป); lo Spirito richiama fortemente lโ€™ โ€œacquaโ€ (cf. Mt 3, 16: ยซAppena battezzato, Gesรน uscรฌ dallโ€™acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di luiยป)
Ovvero: non รจ forse vero che pronunciando la sola parola ยซDioยป, nel suo unico suono si ascoltano, fuse ma ben distinte, le tre lettere ยซD-i-oยป?

Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/