Quanta autorevolezza scaturisce da Gesรน e dalle sue parole, nel passo evangelico di questa domenica. Potremmo anche azzardare a dire: quanta autoritร .
Spesso, infatti, il Signore sembra adoperare modi, maniere e termini duri; sembra essere particolarmente crudo.
A ben notare, perรฒ, nella pericope odierna, non รจ il solo rigore di Gesรน che domina, ma la sua docilitร , la sua mansueta conformitร alla volontร del Padre; nonchรฉ il suo essere ยซprimoยป Parร clito (ยซConsolatore/Avvocatoยป) per lโuomo. -ยซprimoยป non in senso gerarchico, ma inteso quale ยซcombinazione alternaยป con lโ ยซaltro Parร clitoยป (Cf. Gv 14, 16); invero il Figlio รจ lโ ยซEterno (Padre) Amore (Spirito)ยป di Dio che si รจ fatto ยซPrincipioยป di Salvezza per lโuomo (ยซprincipioยป deriva da primus-capio ovvero ยซprimo nel prendereยป o ยซcolui che prende il primo postoยป, ma ancor piรน forte da primus-coepio ovvero ยซprimo ad incominciareยป o ยซprimo cominciamento/origineยป)
Tuttavia non possiamo non notare come alcune pronunzie di Gesรน siano manifestamente decise, forti e rigorose.
Non si puรฒ, difatti, forzare lโedulcorazione, lร dove chiaramente vโรจ sale.
Invero, come un genitore (padre-uomo e madre-donna: il resto non รจ!) ha da modulare e modularsi nel suo essere primo e principale educatore nei confronti del figlio, date le capacitร ricettive di questโultimo, od anche a cagione delle diverse occasioni e vicende che occorrono (in presenza di piรน figli, poi, pur se la matrice educativa รจ la stessa, spetta ai genitori adattarla a seconda delle qualitร percettive di ciascuno dei figli), anche il Signore non si sottrae a quelle ยซvariazioni di tonoยป che debbono esser proprie del buon educatore; Egli che รจ lโEducatore per antonomasia.
Orbene, nel Vangelo odierno troviamo unโespressione molto forte adoperata da Gesรน nei confronti di Pietro, proprio colui che alcune righe prima era stato il destinatario di un eccelso encomio da parte del Signore (Cf. DOMANDร): ยซMa egli (Gesรน), voltandosi, disse a Pietro: โVaโ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!โยป (Mt 16, 23).
A ben rifletterci, perรฒ, un simile linguaggio venne giร usata da Gesรน nei confronti Pietro: ยซE disse loro (a Pietro ed Andrea): โVenite dietro a me, vi farรฒ pescatori di uominiโยป (Mt 4, 19).
Dove sta la differenza?
Ebbene, certamente vโรจ difformitร , e lo vedremo appresso; tuttavia gradiremmo leggere questa ยซdifferenzaยป proprio alla luce di quellโaspetto, di quellโapproccio ยซmodulativoยป che dovrebbe essere caratteristica peculiare dellโeducatore.
Ordunque: la traduzione italiana adopera (coniugandola appropriatamente) la stessa formula per ambo i passi or ora citati, ma in greco i termini con cui si esprimono ยซVaโยป e ยซVeniteยป sono diversi.
-In merito a Mt 16, 23 (ovvero il Vangelo odierno), il verbo adoperato รจ upรกgo;
-in merito a Mt 4, 19, invece, il verbo non cโรจ proprio (ovvero รจ implicito e in dissolvenza), ma cโรจ esattamente un avverbio, ovvero deลฉte.
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Partiamo dalla solita analisi linguistica.
1-Il verbo upรกgo รจ composto dalla preposizione upรณ (ยซsottoยป) e dal tema verbale รกgo (ยซcondurreยป โ tipicamente adoperato nel gergo militare).
Ecco allora che, lasciando che la traduzione letterale ci faccia intendere il senso profondo del termine, il versetto matteano in questione (Mt 16, 23) si potrebbe rendere cosรฌ: ยซConduciti sotto dietro a me, Satana! [โฆ]ยป.
Come abbiamo giร lasciato intendere, precisando come il verbo รกgo sia prettamente appartenente al gergo militare (Cf. ยซstrategaยป, dal greco stratรณs [ยซesercitoยป] + รกgo), il tono adoperato da Gesรน, in tal caso, รจ fortemente imperativo: tecnicamente รจ un ordine!
E tale intensitร imperiosa รจ palesemente rafforzata dallโaccostamento dei due avverbi ยซsotto-dietroยป, che tramite la traduzione letterale (spesso ยซbruttaยป, ma altrettanto spesso chiarificatrice) fa propriamente risaltare questa autoritaria gravitร .
-Citiamo altri passi in cui รจ presente il verbo upรกgo.
Mt 4, 10: ยซAllora Gesรน gli rispose: โVattene [รบpage], Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoโยป.
Mt 5, 41: ยซE se uno ti costringerร ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne [รบpage] dueยป.
Mt 8, 4.13: ยซPoi Gesรน gli disse: โGuร rdati bene dal dirlo a qualcuno; vaโ [รบpage] invece a mostrarti al sacerdote e presenta lโofferta prescritta da Mosรจ come testimonianza per loroโ. [โฆ] E Gesรน disse al centurione: โVaโ [รบpage], avvenga per te come hai credutoโ. In quellโistante il suo servo fu guaritoยป.
Mt 20, 4: ยซAndate [upรกgete] anche voi nella vigna; quello che รจ giusto ve lo darรฒยป.
Mt 26, 18.24: ยซEd egli rispose: โAndate[upรกgete] in cittร da un tale e ditegli: โIl Maestro dice: Il mio tempo รจ vicino; farรฒ la Pasqua da te con i miei discepoliโโ. [โฆ] Il Figlio dellโuomo se ne va [upรกgei], come sta scritto di lui; ma guai a quellโuomo dal quale il Figlio dellโuomo viene tradito! Meglio per quellโuomo se non fosse mai nato!ยป.
2-Ora lโavverbio deลฉte.
Pur se tecnicamente รจ formato dallโavverbio deลฉro (che esprime moto) + lโespressione verbale รญte (da eรญmi ovvero ยซandareยป), deลฉte letteralmente si dovrebbe tradurre con ยซOrsรนยป.
Di ciรฒ dato atto, la traduzione letterale del summenzionato Mt 4, 19 andrebbe resa con: ยซOrsรน dietro a me, vi farรฒ pescatori di uominiยป.
In tal caso, a differenza di quanto comunica upรกgo, non siamo al cospetto di un ordine, bensรฌ di unโinteriezione emotiva, che esprime esortazione, incitamento, incoraggiamento.
Ecco, allora, come in tal caso Gesรน, lโEducatore per eccellenza, non adopera un approccio categorico, ma si accosta ai diretti interessati con atto di sostegno, con atteggiamento di supporto.
-Citiamo un altro passo in cui รจ presente lโavverbio deลฉte.
Mt 11, 28: ยซVenite [deลฉte] a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoroยป).
3-Avviandoci a conclusione, non possiamo tralasciare, tuttavia, come nel brano evangelico odierno ci sia un altro versetto che contenga lโespressione ยซvenire dietroยป: ยซSe qualcuno vuole venire (eltheฤฉn) dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi seguaยป (Mt 16, 24).
In tal caso non รจ usato nรฉ upรกgo nรฉ deลฉte.
Il verbo adoperato, infatti, รจ รฉrkhomai (dove eltheฤฉn รจ la sua coniugazione), che pur se vale esattamente ยซandare/venireยป, detiene una sua propria sfumatura peculiare, la quale si manifesta in un ยซandare/venireยป ampiamente ยซduttileยป, tendendo quasi a concedere al destinatario della proposizione una certa qual ยซdiscrezionalitร ยป, alla stregua di un ยซinvito ad andare/venireยป.
Potremmo, quindi, rendere letteralmente la traduzione di Mt 16, 24 cosรฌ: ยซSe qualcuno gradisce venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi seguaยป.
-Citiamo un altro passo in cui รจ presente il verbo รฉrkhomai.
Mt 2, 2: ยซ[โฆ] Dovโรจ colui che รจ nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti [รฉlthomen] ad adorarloยป).
Ebbene, riferito tutto ciรฒ (ma quanto altro ancora sarebbe da riferireโฆ), si possono trarre varie conclusioni.
Ci limiteremo ad offrirne una, articolata in due parti.
La prima, forse quella piรน semplice e piรน ยซdi panciaยป (probabilmente la piรน ยซbigottaยป, ma quanto mai vera!), รจ la seguente: quante letture facciamo di testi su testi di psicologia, educazione, ammaestramento filiale e compagnia bella; quanto tempo ed energie dedichiamo ad ascoltare e consultare specialisti di formazione, psicologi e luminari di ogni sorta di benessere psichico e mentale: certamente il tutto รจ assai valido e di supporto, sia chiaro.
Eppure quel Testo, che la domenica tutti noi ascoltiamo cosรฌ sbadatamente, dandolo sempre per scontato, finanche borioso e barboso (chi di noi, quando esce dalla chiesa, si ricorda il Vangelo che il sacerdote ha proclamato?), รจ Parola di Dio che si incarna non solo nellโetica altisonante e nella morale piรน aulica (o astrusa), ma anche nelle vicende piรน quotidiane della nostra vita; รจ Parola di Dio che si adatta proprio alla nostra ordinarietร , allโordinarietร magari di un papร e di una mamma che hanno desiderio (e dovere) di educare con metodo adeguato e contenuti corretti i propri figli; allโordinarietร di ogni educatore che ha desiderio (e dovere) di compiere bene la propria missione.
Eppure quel Rabbi, cosรฌ lontano nel tempo, cosรฌ (apparentemente) distante dalla nostra societร tecnologicamente avanzata ed evoluta (talmente gonfia che รจ arrivata a considerarsi ยซautogenerata e autogeneranteยป), tanto da essere reputato un personaggio immaginario, รจ il vertice di ogni carattere umano, di ogni caratteristica umana; รจ il culmine dellโessere che lโuomo cerca; รจ lโimpeccabile compiutezza a cui lโuomo aspira; รจ il definitivo punto di riferimento per ogni nostra mira straordinaria e, al contempo, il perfetto modello di ogni nostro quotidiano ordinario.
La seconda, รจ il fatto che lโautorevolezza (che comprende, ma non รจ, autoritร ) di Gesรน si modula perfettamente a seconda del soggetto e dellโoggetto in questione (il tutto sarebbe da approfondire, ma ci basti quanto segue).
Il tono dโordine imperativo che trapela dal verbo upรกgo, concerne ogni questione che riguarda Dio e il maligno.
Non si puรฒ essere tiepidi, moderati, opachi, ยซpoliticamente correttiยป, dinanzi a questa scelta: ยซSia invece il vostro parlare: โSรฌ, sรฌโ, โNo, noโ; il di piรน viene dal Malignoยป (Mt 5, 37); ยซMa poichรฉ sei tiepido, non sei cioรจ nรฉ freddo nรฉ caldo, sto per vomitarti dalla mia boccaยป (Ap. 3, 16).
Non cโรจ compromesso tra Dio e il maligno!
E nella nostra vita questa scelta categorica va fatta!
Da ciรฒ, perรฒ, il Signore non dimentica mai il suo patto di libertร con lโuomo, ovvero il dono della libertร che Egli ha concesso allโuomo.
E se il Signore, da buon Padre, tiene fortemente che i propri figli facciano la giusta scelta e seguano la via corretta, la via della vera Salvezza, qualora conoscesse che il tragitto di costoro mira allo sfacelo, il suo immenso amore per noi e per la nostra libertร prevale sempre su ogni ยซegoistico ordineยป (non รจ forse vero che ogni ยซordineยป, anche se indicante il bene, รจ una forma di ยซegoismoยป? E lโegoismo non รจ mai da Dio, ma dal maligno).
Lโordine del Signore, invero, concerne lโesercizio dellโ ยซattoยป di scegliere, non lโ ยซoggettoยป della scelta.
Tuttavia il Signore non cessa e non cesserร mai di esortare, incitare, incoraggiare (deลฉte); chiamare e richiamare lโuomo al Bene, al Buono, a Dio.
Bene attenti: il maligno tenta; il Signore incoraggia.
Nondimeno il suo sarร sempre un invito ad andare a Lui (รฉrkhomai), mai una costrizione. -ยซinvitareยป da in-vito, che nella sua articolata radice esprime un ยซesercizio di volontร (accettare o rifiutare) dinanzi ad una voce che chiamaยป; ยซcostringereยป da cum-stringo, ovvero ยซstringere insieme/saldareยป
Poichรฉ satana obbliga (ob-ligare ovvero ยซlegare versoยป), Dio libera;
satana impone (in-pono ovvero ยซpesare sopra/dentroยป), Dio innalza (Croce e Risurrezione. Cf. lโebraico Kavรณd ovvero ยซpesoยป ma anche ยซGloriaยป);
satana soffoca (sub-faux ovvero ยซimpedire il respiro azzannando la golaยป), Dio รจ il soffio della Vita Eterna (Cf. Gn 2, 7).


