Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 3 Gennaio 2021

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Dinanzi al Prologo del Vangelo secondo Giovanni e a tutta la sua ineffabilitร , ogni commento risulta insufficiente ed insoddisfacente (cf. SANDALO).
Lโ€™omelia piรน efficace per un sacerdote, in questi casi, sarebbe non fare lโ€™omelia.
Spesso, infatti, dinanzi alla Parola di Dio, piรน che adoperarsi in tante chiose, lโ€™omileta farebbe bene ad esercitarsi esclusivamente a leggere bene.
La Parola d Dio, invero (e quante volte ce lo siamo detti), รจ viva e sempre nuova, e non ha destinatari remoti o ipotetici, poichรฉ parla singolarmente e specificamente a ciascuno che la sta ascoltando in quellโ€™attimo esatto, in quel preciso istante, in quel puntuale momento. E se la Parola di Dio viene letta per bene (tanto dal sacerdote quanto dai lettori), questa non sollecita solo i ricettori dellโ€™orecchio, ma fa vibrare visceralmente le intime corde del cuore, suscitando nellโ€™ascoltatore la piรน sublime di tutte le omelie, ovvero quella che viene direttamente dal proclama della Parola di Dio stessa, la quale si rivolge ad ogni singolo ascoltatore quale fosse lโ€™unico destinatario della sua voce, il quale, a sua volta, accoglie la Parola di Dio come se questa parlasse proprio a lui solo, proprio di lui solo.

Detto ciรฒ, dato che a noi รจ dato di proporre comunque un breve scritto, cercheremo di limitarlo ad alcuni piccoli cenni esegetici. E tali cenni ammiccheranno ad un verbo greco dal significato apparentemente semplice: lambรกno.

Nei diciotto versetti che compongono il Prologo secondo Giovanni, il verbo lambรกno รจ presente quattro volte, ovvero in Gv 1, 5.11.12.16.
Tuttavia cโ€™รจ una particolaritร  da notare: in due di questi quattro versetti, il verbo lambรกno รจ accompagnato da una preposizione.
Vediamo insieme:

ยซla luce splende nelle tenebre
e le tenebre non lโ€™hanno vinta (katรฉ-laben)ยป (Gv 1, 5);

ยซVenne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto (parรฉ-labon)ยป (Gv 1, 11);

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ยซA quanti perรฒ lo hanno accolto (รฉlabon)
ha dato potere di diventare figli di Dio [โ€ฆ]ยป (Gv 1, 12);

ยซDalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto (elรกbomen):
grazia su graziaยป (Gv 1, 16).

Il verbo lambรกno, che significa propriamente e nel suo senso fondamentale ยซprendere/ricevereยป, soprattutto con riguardo al versetto di Gv 1, 5 ha sollecitato esegesi molto interessanti su cui non ci soffermeremo in maniera approfondita.
Richiamiamo solamente la versione CEI 1974 che traduce cosรฌ: ยซla luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lโ€™hanno accoltaยป, e ciรฒ รจ ad intendere, validamente, con ยซle tenebre non lโ€™hanno compresaยป.
Invero lโ€™Evangelista non รจ conforme ad una traduzione piuttosto che ad unโ€™altra, ma le regge entrambe, in quanto le tenebre non hanno compreso la luce e lโ€™hanno rifiutata (non accogliendola โ€“ CEI 1974), nondimeno non sono riuscite a vincerla (CEI 2008). -Sarebbe da approfondire anche la sfumatura di senso che rende fortemente vicini, ma immensamente distanti, i due significati letterali sopra menzionati di lambรกno, ovvero ยซprendereยป e ยซricevereยป. Difatti con ยซprendereยป lโ€™azione รจ tendenzialmente โ€œattivaโ€, mentre con ยซricevereยป รจ paradossalmente lโ€™opposto, ovvero โ€œpassivaโ€
Torniamo alla nostra suggestione: come mai in Gv 1, 5.11 il verbo lambรกno รจ accompagnato da una preposizione, mentre in Gv 1, 12.16 no?

Ebbene, kata-lambรกno (da cui la coniugazione katรฉ-laben di Gv 1, 5), possiede la preposizione katรก che descrive un movimento direzionale ยซdallโ€™alto verso bassoยป.
Ecco che, letteralmente, il verbo kata-lambรกno avrebbe quale significato proprio quello di ยซprendere da sopra/ricevere ponendosi sopraยป.

Il secondo verbo, poi, ovvero para-lambรกno (da cui la coniugazione parรฉ-labon di Gv 1, 11), possiede la preposizione parรก che delinea un tracciato indicante ยซpresso/attornoยป.
Ecco che, letteralmente, il verbo para-lambรกno avrebbe quale significato proprio quello di ยซprendere presso/ricevere attornoยป.

Negli altri due versetti, invece, ovvero Gv 1, 12.16 (รฉlabon e elรกbomen), il verbo lambรกno รจ privo di qualsiasi aggiunta.

Cosa si puรฒ rilevare da tutto ciรฒ?
Ebbene, possiamo notare come le due situazioni in cui sono presenti le forme composte di lambรกno (Gv 1, 5.11) descrivano occasioni โ€œnegativeโ€, di diniego della Luce, di dissociazione dal Verbo, mentre gli altri due contesti, in cui lambรกno รจ presente senza alcuna rielaborazione (Gv 1, 12.16), segnino vicende โ€œpositiveโ€, di piena apertura alla Luce, di vero e proprio assorbimento del Verbo.

Dove puรฒ portarci questa lettura?
Ebbene, quante volte ci capita di โ€œrielaborareโ€ il Signore, volerlo โ€œaddizionareโ€ di significati secondi-terzi-quarti, comprese anche molte e(i)segesi (cf. LUCA 1 VERSETTO 29), magari in buona fede per tentare di capirlo meglio (ยซVenne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto [parรฉ-labon]ยป โ€“ Gv 1, 11), o purtroppo per scimmiottarlo e contraffarlo (ยซla luce splende nelle tenebre e le tenebre non lโ€™hanno vinta [katรฉ-laben]ยป โ€“ Gv 1, 5)?

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Il Signore non deve essere adulterato: non dobbiamo aggiustarlo affinchรฉ Egli torni nei nostri conti.
Il Signore, infatti, va accolto nella sua asciutta ma autentica sostanza, ovvero va preso direttamente con ferma fede e senza alcuna vergogna (ยซA quanti perรฒ lo hanno accolto [รฉlabon] ha dato potere di diventare figli di Dio [โ€ฆ]ยป โ€“ Gv 1, 12) e va ricevuto direttamente con pieno abbandono (ยซDalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto [elรกbomen]: grazia su graziaยป โ€“ Gv 1, 16). -Interessante notare come Gv 19, 27 si possa richiamare alle note che abbiamo ora sottolineato: ยซPoi disse al discepolo: โ€œEcco tua madre!โ€. E da quellโ€™ora il discepolo lโ€™accolse (รฉlaben) con sรฉยป. Ecco che il ยซdiscepolo che egli amavaยป (Gv 19, 26), che la Tradizione identifica con lโ€™Apostolo Giovanni, proprio sotto la croce capรฌ come lโ€™incarico che Gesรน gli stava affidando andasse propriamente โ€œpreso (รฉlaben)โ€ senza nulla aggiungere; capรฌ come le parole del Crocifisso dovessero essere decisamente โ€œricevute (รฉlaben)โ€ senza nulla premettere. Rileviamo, poi, come il ยซcon sรฉยป di Gv 19, 27 sia lo stesso di ยซfra i suoiยป di Gv 1, 11, ovvero il greco eรฌs tร  รญdia. Ecco che il ยซdiscepolo che egli amavaยป fu quello che, fra i suoi, non abbandonรฒ Gesรน nel Getsemani, โ€œprendendolo fino a quando, e quanto, era in grado di comprenderloโ€ (para-lambรกno), ma lo seguรฌ al Gรฒlgota amandolo fino al fine (cf. Gv 13, 1), quindi โ€œricevendolo con sรฉ fino allโ€™incomprensibilitร  della Croceโ€ (lambรกno). Notiamo ancora, poi, come nellโ€™Ultima Cena, nelle parole di Gesรน ci sia sempre e solo lambรกno, poichรฉ la volontร  del Padre fu dal Figlio โ€œpresa direttamente e ricevuta decisamenteโ€ (cf. Lc 22, 42) senza โ€œrielaborazioneโ€ o โ€œadulterazioneโ€ (preposizione) alcuna: ยซOra, mentre mangiavano, Gesรน prese (labรฒn) il pane, recitรฒ la benedizione, lo spezzรฒ e, mentre lo dava ai discepoli, disse: โ€œPrendete (lรกbete), mangiate: questo รจ il mio corpoโ€. Poi prese (labรฒn) il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: โ€œBevetene tuttiยป (Mt 26, 26-27); ยซE, mentre mangiavano, prese (labรฒn) il pane e recitรฒ la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro, dicendo: โ€œPrendete (lรกbete), questo รจ il mio corpoโ€. Poi prese (labรฒn) un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tuttiยป (Mc 14, 22-23). Ecco, poi, che con quel ยซprendeteยป che Gesรน rivolge agli Apostoli, il Signore indica loro di fare come Egli stesso fa, ovvero di โ€œprendere direttamente, di ricevere decisamente, senza preposizione alcunaโ€ (ยซTuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontร ยป โ€“ Lc 22, 42), lโ€™incarico a cui Dio li stava chiamando

La nostra fede, invero, non รจ un Lego, ma รจ il Lรณgos.

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Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/


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