Gesรน parla e cena con noi
Il vangelo di questa domenica racconta un altro evento, dopo la visita allโalba delle donne alla tomba vuota (cf. Lc 24,1-11), la corsa di Pietro al sepolcro (cf. Lc 24,12), la manifestazione del Risorto โcome un forestieroโ (Lc 24,18) ai due discepoli in cammino verso Emmaus (cf. Lc 24,13-35).
Sempre nel medesimo giorno, โil primo della settimanaโ (Lc 24,1), il giorno unico della resurrezione, ma alla sera, i due discepoli tornati a Gerusalemme sono nella camera alta (cf. Lc 22,12; Mc 14,15), a raccontare agli Undici e agli altri โcome hanno riconosciuto Gesรน nello spezzare il paneโ (cf. Lc 24,25). Ed ecco che, improvvisamente, si accorgono che Gesรน รจ in mezzo a loro e fa udire la sua parola: โPace a voi!โ. Non consegna loro parole di rimprovero per la loro fuga al momento del suo arresto, non redarguisce Pietro per il rinnegamento, non dice nulla sul fatto che essi non sono piรน Dodici, come li aveva chiamati e costituiti in comunitร (cf. Lc 6,13; 9,1), ma solo Undici, perchรฉ il traditore se nโรจ andato. No, dice loro: โShalom โaleikhem! Pace a voi!โ, saluto abituale per i giudei, ma che quella sera risuona con una forza particolare. Questo saluto, rivolto ai discepoli profondamente scossi e turbati dagli eventi della passione e morte di Gesรน, significa innanzitutto: โNon abbiate paura!โ.
La resurrezione ha radicalmente trasformato Gesรน, lโha trasfigurato, reso โaltroโ nellโaspetto, perchรฉ egli ormai โรจ entrato nella sua gloriaโ (cf. Lc 24,26), e puรฒ solo essere riconosciuto dai discepoli attraverso un atto di fede. Questโatto di fede รจ difficile, faticoso: gli Undici stentano a viverlo, a metterlo in praticaโฆ Non a caso Luca annota che i discepoli โsconvolti e pieni di paura, credono di vedere uno spiritoโ, allo stesso modo con cui i discepoli sul cammino di Emmaus credevano di vedere un pellegrino. Allora Gesรน li interroga: โPerchรฉ siete turbati, e perchรฉ sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che io hoโ. Nel dire questo, mostra loro le mani e i piedi con i segni della crocifissione. Sรฌ, il Risorto non รจ altro che colui che รจ stato crocifisso! Questa ostensione da parte di Gesรน delle sue mani e dei suoi piedi trafitti per la crocifissione รจ un gesto che chiede ai suoi discepoli di incontrarlo innanzitutto nei segni della sofferenza, del patire e del morire. La carne piagata di Cristo รจ la carne piagata dellโumanitร , รจ la carne del povero, dellโaffamato, del malato, dellโoppresso, della vittima dellโingiustizia della violenza! Senza questo incontro realissimo con la carne dei sofferenti, non si incontra Cristo, e la stessa resurrezione resta un mito.
Eppure, nonostante queste parole e questo gesto, i discepoli non arrivano a credere, malgrado unโemozione gioiosa non giungono alla fede. ร vero, noi esseri umani approdiamo facilmente alla religione, ma difficilmente arriviamo alla fede; viviamo facilmente emozioni โsacreโ o religiose, ma difficilmente aderiamo a Gesรน Cristo e alla sua parola. Nella comunitร degli Undici dobbiamo leggere la vicenda delle nostre comunitร , nelle quali si vive la fede e la si confessa, ma si manifesta anche lโincredulitร . Eppure il Risorto ha grande pazienza, per questo offre alla sua comunitร una seconda parola e un secondo gesto. Chiede loro se hanno qualcosa da mangiare, ed essi gli offrono del pesce arrostito, il cibo che abitualmente mangiavano insieme, quando vivevano lโavventura della vita comune in Galilea. Ricevutolo, Gesรน lo mangia davanti a loro! Noi siamo persino stupiti di fronte a questi gesti di Gesรน, ma stiamo attenti: sono solo โsegniโ per dire che la resurrezione di Gesรน non รจ immortalitร dellโanima e perdita totale del corpo, non รจ โla continuazione della sua causaโ anche se egli รจ morto, non รจ una memoria che si conserva senza che colui che รจ morto sia veramente vivente. Gesรน dร ai discepoli questi segni, che in veritร contengono veritร indicibili, affinchรฉ credano che il Crocifisso ha vinto realmente la morte. Il suo corpo crocifisso รจ un corpo ora vivente, โun corpo spiritualeโ (1Cor 15,44), cioรจ vivente nello Spirito, dirร lโApostolo Paolo.
Luca stesso scriverร allโinizio degli Atti degli apostoli che Gesรน โsi presentรฒ viventi ai suoi discepoli con molte proveโ (At 1,3), che non sembravano perรฒ sufficienti per condurli alla fede. Infatti i discepoli restano in silenzio, muti! Allora Gesรน, per renderli finalmente credenti, riprende la sua predicazione, lโannuncio del Vangelo da lui fatto fino alla morte. Chiede di ricordare le parole dette mentre era con loro, perchรฉ quelle parole erano profezia e parola di Dio che si doveva avverare, cosรฌ come doveva trovare compimento tutto ciรฒ che era stato scritto su di lui, il Messia, nella Legge di Mosรจ, nei Profeti e nei Salmi, cioรจ nelle sante Scritture dellโantica alleanza. Ed ecco che, mentre il Risorto ricorda e spiega la parola di Dio contenuta nelle sante Scritture, opera il vero miracolo: โaprรฌ loro la mente (diรฉnoixen autรดn tรฒn noรปn) per comprendere le Scrittureโ. […] Continua a leggere il testo nel blog di Enzo Bianchi



