Lโevangelista Marco aveva fatto coincidere lโinizio del vangelo con lโapparizione di Giovanni il Battista, presentandolo in modo breve e sintetico (cf. Mc 1,1-8), senza insistere sui suoi insegnamenti, a differenza di Matteo e Luca (cf. Mt 3, 7-12; Lc 3,7-18). Per questo, nella terza domenica di Avvento, tradizionalmente dedicata al Battista, in questa annata B il lezionario ricorre al quarto vangelo, che ci offre una presentazione โaltraโ del Battista. Il brano liturgico unisce tre versetti tratti dal prologo e una pericope riguardante la confessione del Battista circa la propria identitร .
Giovanni sta alla cerniera tra Antico e Nuovo Testamento, รจ lโultimo dei profeti dellโantica alleanza e il primo aย proclamare il Vangelo (cf. Lc 3,18): รจ lui il sigillo della continuitร della fede, รจ lui il testimone della Legge e dei Profeti, e nel contempo lโannunciatore e il testimone di Gesรน Cristo. Tutto il Nuovo Testamento รจ concorde sulla sua identitร e ย sulla sua missione di precursore, ma il vangelo โaltroโ ce lo presenta con tonalitร particolari, peculiari.
Giovanni entra in scena nel prologo del quarto vangelo. Dopo aver rivelato colui che era fin dal principio rivolto a Dio e messo in evidenza la contrapposizione tra la luce e le tenebre (cf. Gv 1,1-5), in modo brusco e inatteso il testo annota: โVenne un uomo mandato da Dio. Il suo nome, Giovanniโ. Un uomo: Giovanni รจ un uomo, senza alcuna qualifica di appartenenza sociale o religiosa. Si tace il suo essere venuto al mondo da una famiglia sacerdotale, si tace la sua provenienza. Egli รจ un uomo presentato in modo spoglio, del quale importa solo dire che รจ โinviato da Dioโ e, subitoย dopo, โtestimone โ. Ecco la sua vera qualifica: un inviato, un profeta e un testimone, dunque servo solo di Dio. A lui ย spetta di testimoniare riguardo alla luce venuta nel mondo, questa รจ la sua missione: chiamare tutti a credere alla luce eย a uscire dal dominio delle tenebre.
Nel quarto vangelo, inoltre, Giovanni si definisce ed รจ definito soprattutto in modo negativo, ossia in riferimento a ciรฒ che non รจ: รจ inviato da Dio, ma non รจ la luce, bensรฌ soltanto il testimone della luce. Perchรฉ questa insistenza? Perchรฉ ancora nellโepoca in cui questo vangelo รจ messo per iscritto vi sono alcuni che si rifanno al Battista, contrapponendolo a Gesรน. Dโaltronde egli fu una figura profetica carismatica, con molto seguito e risonanza. Non si dimentichi che di lui abbiamo notizie da numerose fonti giudaiche, cosa che non si puรฒ dire di Gesรน. Qui dunque lโevangelista sottolinea la differenza radicale tra il profeta, un uomo, e il Figlio di Dio venuto nel mondo.
E cosa dice di sรฉ Giovanni, quando le autoritร giudaiche gli inviano da Gerusalemme sacerdoti e leviti per interrogarlo?ย Si tratta di una vera e propria delegazione inviata a causa del suo successo e dei discepoli suscitati dalla sua attivitร , ilย che ha destato preoccupazione e diffidenza nei suoi confronti. Lโinterrogatorio che gli viene rivolto รจ un vero processo. Non appena lo vedono, gli inviati gli chiedono in modo diretto e autoritario: โTu, chi sei?โ. La sua risposta svela i loro desideri e le loro intenzioni. Essi temono che Giovanni possa vantare pretese messianiche, ma egli puntualmente confessa: โIo non sono il Messiaโ. Nessun sogno da parte sua di essere un capo, tantomeno di essere lโUnto del Signore promesso al popolo di Dio attraverso i profeti. Egli risponde con parrhesรญa, liberamente, senza tergiversare. Se nel prologo lโevangelista aveva scritto: โNon era lui la luceโ, qui Giovanni afferma di sรฉ la medesima veritร : โIo non sono il Messiaโ, colui che la tradizione giudaica definiva anche โluceโ (Gv 8,12).
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Giovanni non pronuncia mai una frase affermativa che contenga lโespressione โEgรณ eimiโ, โIo sonoโ, perchรฉ questaย spetta a Gesรน come autorivelazione. Sarร Gesรน, a cominciare dal suo dialogo con la donna samaritana (cf. Gv 4,26), ad affermare a piรน riprese: โIo sonoโ, fino a rivelare con questa espressione la sua qualitร divina, lโautorivelazione di Dio. Giovanni invece dice: โOuk eimรฌโ, โIo non sonoโ. Egli ha il compito di indicare non se stesso ma solo Gesรน. Per questo dirร : โร lui del quale ho dettoโฆ โ (Gv 1,30); โho contemplato lo Spirito discendere โฆ e rimanere su di luiโ (Gv 1,32); โรจ lui che immerge nello Spirito santoโ (Gv 1,33), โรจ lui il Figlio di Dioโ (Gv 1,34). Insomma, Giovanni non รจ il Messia, non รจ lโadempimento delle promesse sullโUnto figlio di David.
Vista questa sua modalitร di rispondere, i suoi interlocutori lo incalzano con altre domande: โChi sei, dunque? Sei tu Elia?โ. Ed egli, di nuovo: โNon (lo) sonoโ. Elia era il profeta rapito in cielo (cf. 2Re 2,1-18), di cui Malachia aveva preannunciato la venuta alla fine dei tempi, quale inviato di Dio: โEcco, io invierรฒ il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signoreโ (Ml 3,23). Dโaltra parte Giovanni vestiva come il profeta Elia: era dunque lui lโElia redivivo? Ma egli nega quello che molti gli riconoscevano e che gli riconoscerร lo stesso Gesรน: โIo vi dico che Elia รจ giร venuto eย gli hanno fatto quello che hanno voluto, come sta scritto di luiโ (Mc 9,13; cf. Mt 17,12).
Segue una terza domanda: โSei tu il Profeta?โ. Ed egli, ancora: โNoโ. Non รจ neanche il Profeta, cioรจ quel profeta ugualeย a Mosรจ che Dio aveva promesso (cf. Dt 18,15) e che gli ebrei attendevano per gli ultimi tempi. Per la venuta del Messia, per il giorno del Signore erano attese queste figure profetiche, ma Giovanni non vuole essere identificato con nessuna di loro. In tal modo mostra chiaramente di essere un uomo decentrato, perchรฉ sa che al centro cโรจ il Cristo.. Evita persino di dire: โSonoโ, perchรฉ non vuole che lโattenzione sia rivolta a lui. Dice semplicemente: โIo, voce di uno che grida nel desertoโ (Is 40,3). In questo atteggiamento cโรจ la vera grandezza di Giovanni, che indica, rivela, invita, ma mai chiede di guardare alla sua persona. Come dirร piรน avanti, in riferimento a Gesรน, lo Sposo: โLui deve crescere; io, invece, diminuireโ (Gv 3,30).
Lโinterrogatorio prosegue ad opera di alcuni farisei, i quali intervengono per chiedergli: โPerchรฉ dunque battezzi, se non sei il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il Profeta?โ. Battezzare, immergere, รจ infatti un segno, non una semplice abluzione. Mediante questo atto Giovanni chiede la conversione, il ritorno alle Signore, un comportamento etico e religioso โaltroโ, perciรฒ insospettisce i farisei. Inoltre, andare a Giovanni, ascoltare la sua predicazione, ricevere da lui lโimmersione, significava riconoscerlo come inviato da Dio: ma poteva esserci inviato da Dio senza lโautorizzazione dei sacerdoti e senza che i farisei, conoscitori della Legge, ne fossero al corrente? Ecco la pretesa, sempre presente nei capi religiosi, nelle autoritร sacerdotali e negli esperti delle Scritture: controllare, autorizzare o impedire, essere sempre e solo loro a manifestare la volontร di Dio e a riconoscere i suoi interventi nella storia.
Il Battista risponde, sempre con franchezza: โIo battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dietro di me. A lui non sono degno di slegare il laccio del sandaloโ. Innanzitutto egli spiega il significatoย del suo battesimo: รจ unโimmersione nellโacqua, un segno, un gesto che prepara un altro battesimo, definitivo, che sarร dato da colui che egli annuncia e precede. Per rivelazione, Giovanni sa che questโultimo ormai รจ presente, รจ tra i suoi discepoli, uno che lo segue e che presto sarร manifestato. Nessuno lo conosce ma Giovanni lo annuncia: la sua rivelazione รจ prossima, sta per avvenire, e il Battista si definisce servo di questo veniente. Nel quarto vangelo va sottolineata la particolaritร dellโannuncio del precursore: secondo le sue parole, il veniente รจ giร presente, รจ sconosciuto ma sta alla sua sequela ed รจ piรน grande di Giovanni stesso, che per ora รจ suo maestro. Egli รจ dunque il testimone: ha una chiara e precisa conoscenza della propria missione, per questo non dร testimonianza su di sรฉ, negandosi ogni funzione che possa entrare in concorrenza con Gesรน, con la sua centralitร e il suo primato. Per questo suscita domande con la sua sola presenza, con la sua vita, e chiede a tutti di fare discernimento sul Cristo che รจ giร presente e va riconosciuto come il veniente che era alla sua sequela ma gli รจ passato davanti, perchรฉ era Figlio dallโeternitร (cf. Gv 1,30).
Fonte: il blog di Enzo Bianchi
