Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 8 Gennaio 2023

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Gesรน รจ immerso da Giovanni nel Giordano

Nellโ€™immersione nelle acque del Giordano, Gesรน, che non ha bisogno di battesimo per la remissione dei peccati, essendo senza peccato, si annovera tra i peccatori, come accadrร  anche nella sua morte in croce tra due malfattori. Ecco perchรฉ Gesรน รจ โ€œil Messia al contrario o paradossaleโ€, perchรฉ contraddice ogni immaginazione umana, ogni logica che vuole che la venuta di Dio avvenga nello splendore, nella gloria, nella potenza. Egli fa la sua prima apparizione pubblica tra i peccatori e sarร  chiamato โ€œamico dei peccatoriโ€, poichรฉ vivrร  tra loro senza allontanarli da sรฉ: perchรฉ non abbiamo mai pensato che โ€œamico dei peccatoriโ€ sia un titolo cristologico?

Brevi note sulle altre letture bibliche

Isaia 42,1-4.6-7

Nella profezia di Isaia sono presenti, come perle su un tessuto, quattro poemetti chiamati โ€œcanti del Servo del Signoreโ€ (cf. Is 42,1-7; 49,1-7; 50,4-9; 52,13-53,12), i quali presentano unโ€™ora della vita di un uomo anonimo, autentico e radicale schiavo del Signore, che, chiamato da lui, compie fedelmente la missione assegnatagli. Il testo odierno รจ tratto dal primo canto, che delinea il profilo di questo eletto di Dio sul quale dimora lo Spirito del Signore. รˆ un profeta che parlerร  a nome di Dio e si presenterร  mite e umile, ma con una missione universale: diventare โ€œalleanza del popolo e luce delle gentiโ€, liberazione di tutti i prigionieri delle tenebre. Ben presto i credenti in Gesรน Cristo hanno individuato in questo Servo i tratti del profeta Gesรน che nellโ€™umiltร  si fa immergere da Giovanni nel Giordano.

Atti degli apostoli 10,34-38

Negli Atti degli apostoli lโ€™apostolo Pietro fa un annuncio del Vangelo in casa di Cornelio, centurione pagano, sintetizzandolo cosรฌ: Dio ha inviato ai figli di Israele una parola, la buona notizia della pace per mezzo di Gesรน Cristo, che รจ il Kรฝrios, il Signore di tutta lโ€™umanitร . Di tale parola Pietro รจ testimone, perchรฉ ha seguito Gesรน dal battesimo di Giovanni fino alla sua morte e resurrezione: Gesรน รจ stato tra gli uomini, ha operato solo il bene, ha risanato e liberato chi stava sotto il potere del male, perchรฉ Dio lo aveva unto nello Spirito santo ed era sempre con lui. Sรฌ, lo Spirito presente sul Servo del Signore unge Gesรน come Messia e scende su di lui nel battesimo di Giovanni, per dimorare sempre in lui (cf. Gv 1,32-34).

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Abbiamo celebrato a Natale la manifestazione-epifania del Salvatore ai poveri, allโ€™Epifania la manifestazione alle genti: oggi, con il battesimo di Gesรน, celebriamo la sua manifestazione a Israele, concludendo cosรฌ il tempo delle epifanie dellโ€™incarnazione.

Cโ€™รจ stato un lungo silenzio dallโ€™infanzia di Gesรน fino a questโ€™ora. Dove Gesรน ha vissuto la sua giovinezza? Dove ha imparato a leggere le sante Scritture? Dove รจ diventato un uomo maturo di circa trentโ€™anni (cf. Lc 3,23)? I vangeli non ci danno risposte. Possiamo solo dire che, negli anni immediatamente precedenti al battesimo, Gesรน รจ stato discepolo del Battista nel deserto di Giuda, come Giovanni stesso ci testimonia nella sua predicazione messianica: โ€œChi viene dietro a me (opรญso mou), chi รจ alla mia sequela รจ piรน forte di meโ€ (Mt 3,11; Mc 1,7).

รˆ in questa sequela che Gesรน chiede a Giovanni, il suo rabbi, di ricevere lโ€™immersione nelle acque del Giordano, mettendosi in una fila di peccatori che vogliono professare la volontร  di conversione, di ritorno a Dio. Questa รจ la scena, รจ lโ€™atto di presentazione di Gesรน adulto, il suo primo atto pubblico. Gesรน รจ il Messia, lโ€™Unto del Signore, รจ il Salvatore di Israele, รจ il Figlio di Dio venuto nel mondo, ma la sua prima manifestazione รจ nellโ€™abbassamento, nello svuotamento, senza presentare le sue prerogative divine. Sรฌ, in questa immersione di Gesรน, che non ha bisogno di battesimo per la remissione dei peccati, essendo senza peccato (cf. 2Cor 5,21; Eb 4,15), si annovera tra i peccatori, come accadrร  anche nella sua morte in croce tra due malfattori (cf. Mt 27,38; Mc 15,27). Ecco perchรฉ dico che Gesรน รจ โ€œil Messia al contrario o paradossaleโ€, perchรฉ contraddice ogni immaginazione umana, ogni logica che vuole che la venuta di Dio avvenga nello splendore, nella gloria, nella potenza. Egli fa la sua prima apparizione pubblica tra i peccatori e sarร  chiamato โ€œamico dei peccatoriโ€ (Mt 11,19; Lc 7,34), poichรฉ vivrร  tra loro senza allontanarli da sรฉ: perchรฉ non abbiamo mai pensato che โ€œamico dei peccatoriโ€ sia un titolo cristologico?

Giovanni perรฒ, che per rivelazione e soltanto per fede conosce la vera identitร  di Gesรน, annunciandolo come โ€œcolui che รจ piรน forte di luiโ€, si rifiuta di immergere Gesรน nelle acque del Giordano. Anzi, nel racconto di Matteo confessa: โ€œIo ho bisogno di essere immerso da te, e tu invece vieni a me e chiedi di essere immerso?โ€. Poi perรฒ obbedisce silenziosamente alle parole di Gesรน, che gli ricorda lโ€™obbedienza che entrambi devono fare alla missione ricevuta: entrambi devono โ€œadempiere ogni giustiziaโ€, cioรจ corrispondere puntualmente alla volontร  di Dio. Occorre mettere in risalto che questa รจ la prima parola di Gesรน nel vangelo secondo Matteo, dunque unโ€™espressione di importanza capitale, che definisce la sua missione: Gesรน deve compiere, realizzare (plerรณo), come Giovanni e insieme a lui, ciรฒ che รจ giusto, ciรฒ che corrisponde alla volontร  di Dio e che non รจ voluto, desiderato, sognato personalmente, anche a costo di contraddire il proprio io, la propria volontร , il proprio progetto. Dal canto suo Giovanni, lโ€™ultimo profeta dellโ€™Antico Testamento e il primo profeta del Nuovo, lascia a Gesรน ogni decisione, lascia fare a Gesรน: egli sa di dover solo predisporre tutto affinchรฉ la volontร  di Dio, ormai espressa autorevolmente da Gesรน, si compia.

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Gesรน viene dunque immerso da Giovanni nel Giordano, e mentre esce dalle acque dopo essersi identificato con lโ€™umanitร  peccatrice โ€“ avendo compiuto questo momento pasquale di morte, affogamento, deposizione dei peccati, discesa nel profondo e risalita dalle acque, resurrezione a vita nuova, profezia della sua passione-Pasqua โ€“, ecco giungere su di lui, proprio allora, la parola definitiva di Dio. Si aprono i cieli, cioรจ avviene una comunicazione tra mondo celeste e mondo terrestre, tra Dio e la terra; lo Spirito santo scende dai cieli come una colomba, dolcemente, su di lui; e una voce proclama: โ€œQuesti รจ il mio Figlio, lโ€™amato: in lui ho posto tutta la mia gioiaโ€. Questa dichiarazione della voce di Dio venuta dallโ€™alto รจ una rivelazione:

Tu sei mio Figlio, come sta scritto nel Sal 2,7, cioรจ il Messia regale;

ma sei anche il Figlio amato, come Isacco nellโ€™ora del sacrificio (cf. Gen 22,2);

e sei anche il Servo nel quale il Signore si compiace e sul quale effonde lo Spirito (cf. Is 42,1)

Commenta Cirillo di Gerusalemme, in modo lapidario: โ€œPerchรฉ ci sia un Unto, un Christรณs, occorre qualcuno che lo unga, il Padre, e qualcuno che sia unzione, lo Spirito santo. Ecco il senso del nome di Cristoโ€. Questa teofania รจ ricca di significato: come sulle acque primordiali, nellโ€™in-principio della creazione, aleggiava lo Spirito di Dio (cf. Gen 1,2), cosรฌ sulle acque del Giordano scende lo Spirito, inaugurando la nuova creazione nel nuovo Adamo, Gesรน Cristo. E la parola di Dio dice la sua identitร  di Figlio di Dio stesso, Figlio unico e amatissimo, Figlio di cui Dio, vedendo lo stile da lui assunto e le azioni da lui compiute, come quel battesimo, puรฒ attestare: โ€œIo mi rallegro di te, sei amatissimo da me, mi compiaccio di te, per come vivi e agisci, in piena conformitร  alla mia volontร โ€.

Queste parole di Dio allโ€™inizio di ogni vangelo sinottico (cf. Mc 1,11; Lc 3,22) sono anche per ciascuno di noi, che dovrebbe sentirle rivolte a sรฉ: sรฌ, Dio mi dice che sono suo figlio, che sono da lui amatissimo. Ciascuno di noi dovrebbe sperare che Dio gli possa dire: โ€œDi te mi compiaccio, di te mi rallegro!โ€, ma forse, conoscendo le nostre rivolte verso Dio, i nostri peccati, non riusciamo a crederlo possibile. Noi esitiamo, eppure dovremmo esserne convinti: queste sono le parole che Dio vorrebbe dirci e che ci dirร  se speriamo in lui, non in noi, nella sua misericordia, non nelle nostre giustificazioni.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi