Fate attenzione e guardatevi da ogni cupidigia!
Gesรน era considerato dalla gente un rabbi, un maestro autorevole nellโinterpretare le sante Scritture, tra le quali la Torah, la Legge. Molte volte venne dunque interrogato da vari ascoltatori riguardo a temi in discussione nel giudaismo del tempo, ma anche su questioni quotidiane.
[ads2]Il vangelo secondo Luca testimonia che durante il suo viaggio verso Gerusalemme gli venne posta, tra le altre, una domanda molto concreta riguardo alla spartizione dellโereditร , affinchรฉ egli dirimesse la contesa tra due fratelli. La Legge stabiliva che alla morte di un soggetto proprietario di beni immobili, cioรจ terra e casa, lโereditร spettava al figlio maschio primogenito, cosรฌ che il patrimonio non fosse diviso, spezzettato (cf. Dt 21,17).
Tuttavia agli altri figli era riservata una parte dei beni mobili. Nel nostro caso, per lโappunto, sembrerebbe che sia il figlio minore a chiedere a Gesรน di intervenire perchรฉ sia onorato il suo diritto, probabilmente non riconosciuto dal fratello maggiore. Era sempre possibile, anzi era la norma ideale che i fratelli condividessero lโereditร , mostrando in tal modo di riconoscere la fraternitร come un bene (cf. Sal 132,1); ma non sempre ciรฒ avvenivaโฆ
Di fronte a questa richiesta, formulata piรน come un comando che come una domanda, Gesรน non solo si rifiuta di esaudirla, ma in tono spazientito ribatte: โO uomo (รกnthrope), chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?โ. Parole che possono anche sorprenderci e sono di non facile interpretazione.
Perchรฉ Gesรน risponde in questo modo? Per dire con chiarezza che a lui non interessano questioni economiche? Per manifestare che la sua missione รจ spirituale? Per lasciare ai due fratelli la responsabilitร di decidere e risolvere il conflitto? Io credo che Gesรน risponda in modo spazientito perchรฉ ha letto in quella pretesa non una sete di giustizia ma una brama di possesso. Lui che aveva detto di dare anche la tunica a chi ci toglie il mantello (cf. Lc 6,29), che raccomanderร di condividere i beni con i poveri (cf. Lc 12,33; 18,22), come potrebbe essere uno che regola questioni di ereditร ?
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La brama, la cupidigia, quando sono presenti nel cuore umano, finiscono per alimentare i conflitti, per accecare gli occhi, che non riescono piรน a vedere nรฉ i fratelli nรฉ il prossimo. Ecco perchรฉ Gesรน prosegue con unโammonizione: โFate attenzione (horรขte) e guardatevi (phylรกssesthe) da ogni cupidigia (pleonexรญa) perchรฉ, anche se uno รจ nellโabbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeโ.
ร un avvertimento alla vigilanza continuamente rinnovata affinchรฉ la seduzione del possesso e dei beni, veri idoli, non impedisca al credente non solo il vero e autentico riconoscimento di Dio, ma anche una vita pienamente umana, che resta per ciascuno sempre un compito. Noi umani siamo preda di una facile illusione: credere che la pienezza della vita ci venga da ciรฒ che possediamo, dal denaro, dalla proprietร , e non da ciรฒ che siamo. Come scriveva quarantโanni fa Erich Fromm, con parole tuttora attualissime: โSi direbbe che lโessenza vera dellโessere sia lโavere; che, se uno non ha nulla, non รจ nullaโ.
Per imprimere meglio la sua ammonizione nel cuore e nella mente di chi lo sta ascoltando, Gesรน racconta una parabola. Cโรจ un grande proprietario terriero la cui campagna prospera in modo straordinario. Il frutto รจ abbondantissimo, tanto che egli si trova impreparato: dove ammassare tutto il raccolto? Comincia allora a pensare a come poter sfruttare quellโabbondanza e decide di demolire i vecchi magazzini, troppo piccoli, e di costruirne altri piรน grandi, per conservare in essi il grano e gli altri beni.
Ma a quel punto si considera anche soddisfatto, autosufficiente, sicuro di sรฉ, fino a poter dire a se stesso: โOra che disponi di molti beni, per molti anni, riposati, mangia, bevi e divertiti!โ. ร un programma di vita nel quale il suo io diventa lโunico soggetto: โIo farรฒ, io demolirรฒ, io costruirรฒ, io raccoglierรฒ, io dirรฒ a me stesso!โ. E tutto il resto โ raccolti, magazzini, e beni โ sono accompagnati dallโaggettivo possessivo โmieiโ.
Questo, in veritร , รจ un programma che non ci รจ estraneo, ma che forse รจ sopito nel profondo del nostro cuore, pronto a diventare desiderio e progetto non appena sembra che i nostri beni aumentino e possano darci sicurezza. In questa situazione non si riesce nemmeno a intravedere la possibilitร della condivisione, a leggere che lโabbondanza dei raccolti, o delle ricchezze da noi accumulate, รจ unโoccasione per distribuire quei beni inattesi ai poveri e a chi non ha questa fortuna. Questโuomo, presente anche in noi, sa vedere solo i propri beni, in una solitudine della quale non รจ consapevole, accecato dalle proprie ricchezze, inebetitoโฆ
Ma ecco arrivare per lui una sorpresa, che fa apparire lโintero suo programma come grande stoltezza e stupiditร : giunge improvvisa la fine della sua vita, ed egli non potrร portare con sรฉ nulla di ciรฒ che ha accumulato! Solo allora, troppo tardi, questo ricco si accorge che la ricchezza non dร la felicitร , non assicura la vita autentica, ma solo addormenta, acceca, impedisce di vedere la realtร umana.
Qui occorre ricordare la lezione del salmo 48, con il suo tagliente ma realissimo ritornello: โLโuomo nel benessere non capisce e non dura, ma รจ come gli animali avviati verso il mattatoio!โ (cf. Sal 48,13.21). Lo stesso salmo afferma che anche se lโuomo si arricchisce e accresce il lusso della sua casa, quando muore non porta nulla con sรฉ (cf. Sal 48,17-18): il suo unico pastore e padrone รจ la morte (cf. Sal 48,15)โฆ Sรฌ, ragionare e comportarsi in questo modo si dimostra folle, insensato, perchรฉ manifesta unโillusione mortifera: quella che la ricchezza e la proprietร di molti beni salvino, diano senso e significato alla vita. Spesso non lo ammettiamo, ma in realtร lo pensiamo, e facciamo di questo criterio lโispirazione di molte nostre scelteโฆ
Lโora della morte sarร anche quella dellโincontro con il giudice, Dio, il quale renderร manifesto ciรฒ che ciascuno di noi ha pensato, detto e fatto nei giorni della sua vita terrena. Allora sarร evidente la veritร di ciรฒ che si รจ vissuto qui e ora: ovvero, dellโaver tenuto conto o meno della volontร di Dio che tutti gli esseri umani siano fratelli e sorelle e partecipino con giustizia alla tavola dei beni della terra, in quella condivisione capace di combattere la povertร . Ma chi ha accumulato per sรฉ con un folle egoismo, chi non si รจ โarricchito presso Dioโ, cioรจ condividendo i suoi beni, sarร nella solitudine eterna. La vita umana non finisce qui, anche se spesso lo dimentichiamoโฆ
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
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XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
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- Qo 1, 2; 2, 21-23; Sal 94; Col 3, 1-5. 9-11; Lc 12, 13-21
Lc 12, 13-21
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesรน: ยซMaestro, diโ a mio fratello che divida con me lโereditร ยป. Ma egli rispose: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป.
E disse loro: ยซFate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nellโabbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeยป.
Poi disse loro una parabola: ยซLa campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sรฉ: โChe farรฒ, poichรฉ non ho dove mettere i miei raccolti? Farรฒ cosรฌ – disse -: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ altri piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripรฒsati, mangia, bevi e divรจrtiti!โ. Ma Dio gli disse: โStolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?โ. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ e non si arricchisce presso Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 31 Luglio – 06 Agosto 2016
- Tempo Ordinario XVIII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
