don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 4 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 14,1-6

“Chi si umilia sarà esaltato”

È un criterio divino più che umano. L’umiltà è la virtù che il Signore più gradisce in una persona e attraverso chi è umile Egli realizza i suoi progetti più grandi. Spesso si confonde l’umiltà con la mancanza di stima verso se stessi. Si pensa che chi è umile deve di conseguenza non apprezzarsi, non riconoscere il valore di quello che fa o di quello che è.

Si crede erroneamente che se si vuole essere umili bisogna stare al proprio posto, senza dar voce al proprio pensiero o ai propri sentimenti. Inoltre si ritiene che per essere umili bisogna saper accettare le umiliazioni inferte. Ovviamente questa è una caricatura dell’umiltà che non ha nulla a che vedere con l’umiltà evangelica che invece nobilita e impreziosisce lo spirito dell’uomo.

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L’umile sa ben riconoscere quello che vale e ha stima di ciò che compie, ma allo stesso tempo sa esserne distaccato e non cerca visibilità o gratificazioni. L’umile sa leggere le situazioni in profondità e pur avendo una propria posizione sa collaborare per il bene comune, anche facendo un passo indietro.

Anche quando sbaglia l’umile sa accogliere i suoi errori senza scomporsi o colpevolizzarsi, sa chiedere scusa perché dà rispetto così come lo richiede. Ma l’umile ha ancora un’altra cosa: in ogni situazione cerca la volontà di Dio e si sforza di compierla al di sopra di ogni cosa.

In breve

L’umiltà coinvolge tutta la persona, il suo esterno e il suo interno. Non si può apparire umili esteriormente, nell’abbigliamento, negli accessori o nei beni di cui si dispone, senza esserlo anche nel profondo del cuore e viceversa.

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