“Ma voi, chi dite che io sia?”
Sorprende che Gesù non abbia posto subito questa domanda ai suoi discepoli e si sia quasi attardato a chiedere loro cosa pensassero di lui anche le folle. Perché Gesù ha fatto così? È possibile vedere in ciò quasi un metodo per imparare a fare discernimento.
Gesù prima ti chiede di guardare all’esterno, a quello che avviene intorno a te, e poi di entrare in profondità per conoscere quello che avviene nel tuo cuore. All’esterno infatti c’è la voce della folla, la voce degli altri: sono i loro pareri, i loro consigli, le loro preferenze, le loro aspettative, i loro giudizi. È un mondo di voci che ogni giorno rischia di condizionarti, limitarti, influenzarti, nel bene o nel male, ovviamente.
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Se ti fermi ad agire, a fare delle scelte solo in base alle voci che provengono da questo mondo esterno, le tue scelte non saranno prese con il cuore, in profondità . Anche se in un certo qual modo condividi le idee o il modo di fare altrui, Gesù ti chiede di fare un passo ulteriore e di interrogarti su quale sia la ragione spirituale che ha sede dentro di te e ti motiva ad agire così.
Nella risposta che Pietro dà a Gesù c’è proprio quel prendere contatto, consapevolezza di se stessi, di quello che si vive e dei valori in cui si crede. È questo il frutto maturo del discernimento. Scoprire le motivazioni spirituali per cui dovremmo agire, separandole dalle motivazioni umane che provengono dall’esterno, dagli altri, o dal nostro io che si è fatto sedurre o condizionare dal mondo.
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