“Togli prima la trave dal tuo occhio”
Riesce spontaneo accorgersi degli errori degli altri, specificare in che modo hanno sbagliato e come avrebbero dovuto comportarsi. Poi, generalmente si aggiunge la propria esperienza..”io ad esempio, ho fatto cosรฌ…perchรจ secondo me..”. Invece si potrebbe cominciare il discorso al contrario. Chiedendoci anzitutto quali motivi hanno indotto l’altro ad agire in quel modo. Probabilmente pur rimanendo l’errore, saremmo piรน disponibili ad accettarlo, a comprenderlo.
O addirittura potremmo sentirci interpellati ad aiutare l’altro, nonostante i suoi errori. Giudicare รจ un compito delicato da cui astenersi quando non รจ necessario e che va sempre lasciato a chi ha l’autoritร per esercitarlo, secondo i criteri prestabiliti. Invece nella maggioranza dei casi bisogna fermarsi a valutare solo l’evidenza dei fatti, senza osare entrare nella coscienza altrui, interpretandone le intenzioni e i fini
In breve
Se si giudica con facilitร , allora si impiega anche poco tempo a riflettere su di sรจ, suoi propri errori e i propri limiti.
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