Tingere la terra di cielo
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Nel vangelo di domenica scorsa Gesรน indicava tre condizioni per essere suoi discepoli: vivere la relazione sana e matura con lui rinunciando a creare legami di dipendenza con gli affetti familiari, a gettare la croce addosso agli altri, a trattare gli altri come beni di consumo. Alla rinuncia segue lโatto di fiducia, di adesione e di comunione con Dio e i fratelli, lโaccettazione serena della propria condizione di fragilitร e lโumile obbedienza alla parola di Gesรน e infine lโuso dei beni finalizzata alla caritร fraterna.
Tra coloro che sono con Gesรน ci sono quelli che vanno da lui per ascoltarlo e coloro che lo scrutano per criticarlo aspramente. I pubblicani e i peccatori da una parte e dallโaltra ci sono i farisei e gli scribi.ย
I farisei erano gli aderenti al gruppo di israeliti laici che si distinguevano per la scrupolositร con la quale eseguivano i precetti della legge mentre gli scribi erano gli esperti delle Scritture, soprattutto della tradizione legislativa. Entrambe le categorie sโispiravano alla figura di Mosรจ, il profeta e legislatore. In virtรน di tale autoritร morale essi si arrogavano il diritto di discernere chi fosse uomo di Dio e chi no. Essi stigmatizzavano lโatteggiamento di Gesรน di accogliere i peccatori e condividere con loro il pasto, essendo quello il segno della sua falsitร . La mormorazione sulla loro bocca non รจ solo una critica, ma รจ il tentativo di screditare Gesรน e allontanare da lui quelli che lo seguivano.ย
I detrattori di Gesรน, non sono solo suoi avversari, ma sono i veri nemici del popolo perchรฉ, vestendo i panni dei giusti, creano una confusione che provoca la dispersione, inquina il clima di comunione nella Chiesa. Gli scribi e i farisei sono nella chiesa coloro che accusano gli altri, per esempio il Papa, i vescovi, i preti, i cristiani in quanto tali, di essere il male della Chiesa, la causa del suo indebolimento. La mormorazione si distingue dalla critica costruttiva in base al modo col quale si compie. Una cosa infatti รจ confrontarsi ed esprimere le proprie contrarietร con rispetto e apertura al fratello, altra cosa รจ parlare in modo da creare agitazione e confusione, senza per altro giungere ad una conclusione o soluzione del problema.
La prima lettura presenta la figura di Mosรจ che prega per il suo popolo peccatore, si schiera dalla sua parte. La posizione di Mosรจ non รจ quella del giudice che, riconosciuta la colpevolezza del reo, non puรฒ che infliggere la pena, ma quella dellโavvocato che si appella allโamore fedele e misericordioso di Dio. Mosรจ non misconosce il peccato del suo popolo giustificando la sua colpa, ma chiede a Dio di essere giusto svuotando il suo cuore dallโira per riempirlo di misericordia. La supplica di Mosรจ mira a distogliere lo sguardo di Dio dal peccato per rivolgerlo verso il peccatore.ย
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Chi svuota il suo cuore dallโira, che si alimenta al ricordo del torto subito, รจ capace di non vomitargli addosso tutto il suo disprezzo, ma di baciarlo con i baci della bocca di padre, madre, figlio, coniuge. Attraverso il bacio si condivide lo spirito, lโumanitร che ci abita.ย
Gesรน รจ il vero Mosรจ che dalla croce invoca il Padre. Egli dallโalto del patibolo non ha lanciato sentenze di condanna ma ha donato al mondo lo Spirito Santo, che ricrea lโuomo a Sua immagine e somiglianza.
Il vangelo mette in evidenza la gioia con la quale Dio crea e ricrea lโuomo. I soggetti delle tre parabole sono un pastore, una donna e un padre. Tutti e tre protagonisti di vicende segnate da una perdita iniziale: di una pecora su cento, di una moneta su dieci e del figlio minore; ma poi finalmente ciรฒ che รจ perduto รจ recuperato e il ritrovamento รจ coronato da grandi festeggiamenti a cui tutti sono invitati. Le prime due parabole dicono qualcosa che la terza tace e lโultima parabola approfondisce alla fine ciรฒ a cui le precedenti non accennano. Sia il pastore che la donna si mettono alla ricerca della pecora e della moneta smarrita, cosa che invece non fa il padre con il figlio minore quando va via sbattendo la porta. Il silenzio riguarda quello che il padre fa mentre suo figlio piccolo, lontano da casa, si dร prima ai piaceri e poi cade in disgrazia. Ma tale vuoto narrativo รจ colmato dallโatteggiamento del pastore e della donna che con ansia cercano ciรฒ che รจ perduto, come Giuseppe e Maria, quando Gesรน rimase a Gerusalemme a loro insaputa.ย
Lo smarrimento, la perdita, il distacco suscitano unโangoscia che puรฒ trasformarsi in rabbia che ispira pensieri di violenza oppure desiderio di riconciliazione che fa fare anche cose strane rispetto alla logica mondana.ย
Infatti il โvoiโ delle prime due parabole รจ quello degli scribi e farisei che ragionano secondo la logica della retribuzione per cui Dio รจ giusto nella misura in cui dร allโuomo quello che si merita. In questa logica lโuomo รจ ciรฒ che fa: รจ buono se rispetta le norme della legge รจ cattivo se le viola. In veritร nessuno รจ giusto se si raffronta alla legge, ma lo diventa solamente se si lascia amare da Dio.
La ricerca รจ dettata solamente dal desiderio della riconciliazione e di ritrovare la comunione. Il dolore della separazione va curato con la terapia della sana inquietudine che fa percorrere ogni via e fa sperimentare ogni tentativo pur di salvare la relazione e ricostruire la comunione.
Ciรฒ che accomuna tutte tre le parabole รจ la festa nella quale la gioia di Dio coinvolge i vicini e i parenti, i servi e perfino il figlio maggiore. La mormorazione degli scribi e dei farisei riappare sulle labbra del figlio maggiore il quale รจ invitato anche lui alla festa e a partecipare alla gioia del padre.ย
Essere obbedienti alla legge, senza essere obbedienti a Dio, di per sรฉ puรฒ al massimo procurare il piacevole orgoglio di essere migliori degli altri; presto il piacere si trasforma in triste delusione.ย
Il figlio maggiore รจ un servo triste del padre; obbedisce ai suoi comandi covando dentro di sรฉ lo stesso desiderio di libertร malata del fratello. Il dovere per il dovere mortifica la gioia del servizio inasprendo lโanimo fino al punto di essere aggressivi, giudicanti, sprezzanti verso gli altri.
I servi della casa partecipano alla gioia del padrone eseguendo i comandi dati dal padre che sembra impazzito dalla gioia. Scegliere il vestito piรน bello e farlo indossare, mettere lโanello al dito e i calzari ai piedi, ammazzare il vitello grasso e fare festa sono i comandamenti della gioia a cui i cristiani devono attenersi con scrupolositร . I servi di Dio non sono tristi esecutori di ordini incomprensibili, ma sono collaboratori dellโamore e della gioia del Signore.ย
I loro gesti traducono la misericordia di Dio che ha il potere di far rinascere come creature nuove. La Chiesa รจ a servizio della gioia del suo Signore; nei suoi gesti e nelle sue parole non cโรจ spazio per la condanna e per il giudizio ma solamente per la misericordia che recupera chi รจ perduto e richiama alla vita chi รจ morto.
Quando la chiesa si prende cura dellโuomo aiutandolo a rivestirsi della dignitร di figlio di Dio e collaboratore gioioso della sua misericordia, tinge di cielo la terra.ย ย
Auguro a tutti una serena domenica e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโArcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]
Letture della
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Il Signore si penti del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Dal libro dell’Esรฒdo
Es 32,7-11.13-14
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In quei giorni, il Signore disse a Mosรจ: ยซVaโ, scendi, perchรฉ il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra dโEgitto, si รจ pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: โEcco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra dโEgittoโยป.
ย
Il Signore disse inoltre a Mosรจ: ยซHo osservato questo popolo: ecco, รจ un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farรฒ una grande nazioneยป.
ย
Mosรจ allora supplicรฒ il Signore, suo Dio, e disse: ยซPerchรฉ, Signore, si accenderร la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra dโEgitto con grande forza e con mano potente? Ricรฒrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: โRenderรฒ la vostra posteritร numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darรฒ ai tuoi discendenti e la possederanno per sempreโยป.
ย
Il Signore si pentรฌ del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 50 (51)
R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.
Pietร di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquitร .
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
ย
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.
ย
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito รจ sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Seconda Lettura
Cristo รจ venuto per salvare i peccatori.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 1,12-17
ย
Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesรน Signore nostro, perchรฉ mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi รจ stata usata misericordia, perchรฉ agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e cosรฌ la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla caritร che รจ in Cristo Gesรน.
ย
Questa parola รจ degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesรน รจ venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perchรฉ Cristo Gesรน ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimitร , e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
ย
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Ci sarร gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

Lc 15, 1-32
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In quel tempo, si avvicinavano a Gesรน tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: ยซCostui accoglie i peccatori e mangia con loroยป.
ย
Ed egli disse loro questa parabola: ยซChi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchรฉ non la trova? Quando lโha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: โRallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la mia pecora, quella che si era perdutaโ. Io vi dico: cosรฌ vi sarร gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, piรน che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
ย
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finchรฉ non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: โRallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la moneta che avevo perdutoโ. Cosรฌ, io vi dico, vi รจ gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converteยป.
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Disse ancora: ยซUn uomo aveva due figli. Il piรน giovane dei due disse al padre: โPadre, dammi la parte di patrimonio che mi spettaโ. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio piรน giovane, raccolte tutte le sue cose, partรฌ per un paese lontano e lร sperperรฒ il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciรฒ a trovarsi nel bisogno. Allora andรฒ a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandรฒ nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornรฒ in sรฉ e disse: โQuanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerรฒ, andrรฒ da mio padre e gli dirรฒ: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariatiโ. Si alzรฒ e tornรฒ da suo padre.
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Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettรฒ al collo e lo baciรฒ. Il figlio gli disse: โPadre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlioโ. Ma il padre disse ai servi: โPresto, portate qui il vestito piรน bello e fateglielo indossare, mettetegli lโanello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perchรฉ questo mio figlio era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoโ. E cominciarono a far festa.
ย
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udรฌ la musica e le danze; chiamรฒ uno dei servi e gli domandรฒ che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: โTuo fratello รจ qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perchรฉ lo ha riavuto sano e salvoโ. Egli si indignรฒ, e non voleva entrare. Suo padre allora uscรฌ a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: โEcco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che รจ tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grassoโ. Gli rispose il padre: โFiglio, tu sei sempre con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovatoโยป.
Parola del Signore
Oppure forma breve: Lc 15,1-10
