Lโamico รจ il custode dellโamore – VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO B) โ Lectio divina
Dagli Atti degli Apostoliย At 10,25-27.34-35.44-48
Anche sui pagani si รจ effuso il dono dello Spirito Santo.
Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andรฒ incontro e si gettรฒ ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzรฒ, dicendo: ยซรlzati: anche io sono un uomo!ยป.
Poi prese la parola e disse: ยซIn veritร sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartengaยป.
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.
Allora Pietro disse: ยซChi puรฒ impedire che siano battezzati nellโacqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?ยป. E ordinรฒ che fossero battezzati nel nome di Gesรน Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.
La Pentecoste rinnovata
I protagonisti della vicenda sono lโapostolo Pietro e il centurione romano Cornelio. Entrambi sono destinatari di una rivelazione dello Spirito che spinge i due uomini ad andare lโuno verso lโaltro per un abbraccio fraterno. Pietro incarna la Chiesa di tradizione giudaica chiamata ad accogliere la Chiesa sorella che viene dal paganesimo. Si realizza quello che Isaia aveva detto del Servo di Jahvรจ la cui vocazione รจ quella di essere ยซLuce per le Nazioniยป. Questa profezia ha iniziato a compiersi con la pasqua di Gesรน, il Servo di Dio, che con la sua morte ha riconciliato tutti in Dio. La missione della Chiesa รจ lโeco e amplificazione dellโazione salvifica dello Spirito iniziata con la sua effusione dalla bocca del Crocifisso. La salvezza รจ offerta a tutti gli uomini, senza esclusione di nessuno. Non ci sono condizioni previe per meritare lโamore di Dio ma bisogna disporre il proprio cuore ad aprirsi alla novitร dello Spirito. ร lui che agisce prima di ogni iniziativa umana e lโorienta perchรฉ sia conforme alla volontร divina. Essa si realizza nella vita e mediante la vita di chi con cuore umile e docile si offre a Dio come strumento della sua grazia. Il battesimo con lโacqua รจ un rito di passaggio che segna lโingresso nella comunitร della Chiesa e, dunque, nella comunione piena con il Signore. Nella fraternitร vissuta nella Chiesa si assapora la gioia della comunione dei Santi. La Chiesa รจ il Corpo di Cristo che ancora dona la vita nuova nello Spirito affinchรฉ chiunque, credendo in Gesรน e unendosi alla comunitร ecclesiale, sia salvato e goda della gioia senza fine.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostoloย 1Gv 4,7-10
Dio รจ amore.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perchรฉ lโamore รจ da Dio: chiunque ama รจ stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perchรฉ Dio รจ amore.
In questo si รจ manifestato lโamore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perchรฉ noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta lโamore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma รจ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
- Pubblicitร -
Vocazione e missione
La Pasqua di Cristo รจ il pieno compimento dellโevento dellโesodo dโIsraele. Nella liberazione dalla schiavitรน dellโEgitto Dio aveva iniziato a farsi conoscere come il Signore che riscatta e dona la vita. Nella morte e risurrezione di Gesรน Dio manifesta in sommo grado lโamore per tutti gli uomini, senza distinzione. Lโamore di Dio non รจ esclusivo ma includente. Egli libera dalla schiavitรน del peccato per essere seminatori di amore nel campo del mondo intero. Nella misura in cui ci lasciamo perdonare e rigenerare dallโamore di Dio diventiamo sua presenza attiva tra gli uomini che hanno bisogno sempre di amore per vivere. Chiamati a libertร dallโamore, ogni uomo riceve con lo Spirito di Dio, che lo consacra, anche la missione di essere ministro dellโamore. Attraverso lโamore fraterno, che arriva fino a dare la propria vita insieme a Cristo per la conversione e la vita del mondo, la conoscenza di Dio si diffonde e diventa veramente universale abbracciando il mondo intero. Non รจ facile amare tutti, soprattutto colui verso il quale istintivamente proviamo avversione per un torto ricevuto. Corriamo il rischio di perseguire una giustizia che segue il principio della soddisfazione o della retribuzione piuttosto che quello della riconciliazione. Dio rimane il nostro punto di riferimento nella misura in cui accogliamo il suo Spirito che cambia la nostra mentalitร conformandola al criterio divino della giustizia che ha come fulcro la misericordia e come obiettivo la comunione. Chi mette a servizio della pace e della riconciliazione la propria vita diventa strumento eletto della misericordia per portare la luce del vangelo fino alle periferie esistenziali dellโumanitร .
+ Dal Vangelo secondoย Giovanniย Gv 15,9-17
Nessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซCome il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre mio lโho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchรฉ andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchรฉ tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altriยป.
LECTIO
La pagina del vangelo di questa domenica รจ la continuazione di quella della precedente caratterizzata dallโimmagine della vite e dei tralci. Con questa piccola parabola i discepoli di Gesรน sono invitati a rimanere in lui per portare frutto.
ยซCome il Padre ha amato me, anche io ho amato voiยป. Il Padre, che nella parabola รจ lโagricoltore che agisce sui tralci, ora รจ presentato in rapporto a Gesรน. La relazione che unisce il Padre e il Figlio รจ caratterizzata dallโamore, il quale attraversa il rapporto tra Gesรน e i discepoli. Anche se non รจ citata, potremmo immaginare la funzione del Padre come quella della radice da cui la vite attinge la linfa trasmessa ai tralci che la trasformano in frutto. In che senso il Padre ha amato il Figlio Gesรน e in che modo Gesรน ha amato i suoi? Nel battesimo al Giordano la voce dal cielo aveva dichiarato: ยซTu sei il figlio mio, lโamatoยป e lo aveva confermato sul monte della Trasfigurazione. Anche in Gv 3,35 si dice: ยซIl Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosaยป. Lo stesso evangelista prima di raccontare il gesto della lavanda dei piedi dice: ยซGesรน, sapendo che era venuta lโora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi, li amรฒ sino alla fineโฆ Gesรน sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzรฒ da tavolaโฆยป (Gv 13, 1.3). Il verbo amare riferito al Padre potrebbe essere interpretato come il ยซpotere di amareยป, ovvero di dare la propria vita per lโaltro. Questo รจ ยซlโamore piรน grandeยป, lโamore in sommo grado che consente a Gesรน di amare noi fino alla fine. Amare, riferito al Padre, significa anche risorgere, dare la vita nuova attraverso la morte. Il dono che Gesรน riceve dal Padre, egli lo trasmette ai discepoli.
Il Cristo risorto esorta a ยซrimanere nel suo amoreยป, ovvero a credere nellโamore di Dio sempre, soprattutto nei momenti di turbamento nei quali si รจ disorientati, scoraggiati e tentati di ripiegarsi su sรฉ stessi o di fuggire. Come รจ possibile credere allโamore di Dio? Gesรน ancora una volta mostra sรฉ stesso come esempio. Anche lui ha vissuto molti momenti di crisi in cui ha sentito una profonda angoscia e paura. Sapeva quello che il Padre desiderava e ciรฒ che avrebbe compiuto in lui e attraverso di lui, ma anche chi lo avrebbe tradito rendendo possibile la sua morte. Da una parte il comandamento di Dio e dallโaltra la miseria dellโuomo. I comandamenti sono gli insegnamenti di Dio, ovvero i suoi pensieri di amore a favore del Figlio e dellโuomo. La parola di Dio rivela le intenzioni benevole del suo cuore, il suo progetto dโamore. I comandamenti del Padre sono lโimpegno che egli prende con il Figlio e, attraverso di Lui, anche con noi, di amare per sempre. Come Gesรน ha creduto nellโamore del Padre, fino alla fine, certo che non lo avrebbe abbandonato nel sepolcro, e quindi ha realizzato la sua volontร , cosรฌ i discepoli, mettendo in pratica il comandamento dellโamore, collaborano alla realizzazione del progetto di Dio del quale Gesรน, con il dono della sua vita, รจ stato lโiniziatore. Gesรน indica nellโobbedienza, sebbene sofferta e dolorosa, la via per essere ripieni di gioia. Non si tratta dellโeuforia e dellโallegria, ma di quello stato dโanimo che prova in pienezza solamente chi ama come Gesรน. La gioia parziale, che si sperimenta in terra, รจ segno imperfetto di quella piena che si realizzerร in cielo. Lโobbedienza รจ la via maestra per sperimentare lโamore di Dio, essere risuscitati da Lui, possedere la vita eterna ed essere abitati dalla gioia piena. Non cโรจ gioia piรน grande che godere dellโessere amati e di essere nel cuore di chi ci ama e sapere che niente e nessuno potrร separarci da questo amore.
ยซSe osserverete i miei comandamenti โฆ Questo รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voiยป. Quale comandamento i discepoli di Gesรน devono osservare? Quello di cui lui stesso ha dato lโesempio. Gesรน lo spiega chiaramente ripetendo la stessa formula che aveva usato per indicare il senso e le conseguenze del gesto della lavanda dei piedi: ยซVoi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perchรฉ lo sono. Se dunque io, Il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perchรฉ anche voi facciate come io ho fatto a voiยป (Gv 13, 13-15). La lavanda dei piedi รจ una parabola narrata dal gesto per certi versi scandaloso e non raccontata con le parole. La parabola rivela ciรฒ che sta per accadere sulla croce. Un evento drammatico ma che i discepoli devono leggere come un evento di grazia perchรฉ in esso lโamore di Dio si fa dono nella vita che Gesรน offre sulla croce. Le parole di Gesรน non rivelano solo il senso della sua morte, ma anche ciรฒ che consegue al dono di grazia ricevuto. La risposta che Gesรน si attende non รจ un semplice ricambio nei suoi confronti; non dice infatti: ยซamate me come io ho amato voiยป, ma ยซamatevi gli uni gli altri, come io ho amato voiยป. La reciprocitร รจ nellโamore fraterno che attinge la sua origine, contenuto e forma, dallโamore di Gesรน che si รจ fatto servo. Lโobbedienza di Gesรน al Padre non come servo, ma come figlio diventa il modello dellโobbedienza reciproca non come schiavi ma come fratelli. Si tratta di unโobbedienza propria degli amici i quali prima che con le parole comunicano con il cuore. Essi, infatti, sentono ciรฒ che cโรจ nel cuore dellโaltro e ne condividono i sentimenti. Gesรน, amandoci, ovvero facendosi servo per amore nostro, ci introduce nella medesima amicizia che lo lega al Padre e ci fa conoscere i suoi sentimenti. Sulla croce si sugella lโamicizia di Dio con lโuomo. Morendo sulla croce Gesรน dona totalmente e definitivamente la sua vita per lโuomo per indicare che la scelta di Dio รจ irrevocabile. Dalla morte non si torna indietro, cosรฌ Dio rimane fedele al suo impegno di amare lโuomo per sempre e donargli continuamente la vita. La fede, prima che essere una scelta dellโuomo, รจ la scelta che Dio fa a favore dellโuomo. Dio crede nellโuomo e lo ama. La fede del discepolo รจ risposta a questo amore, amando Dio presente nei fratelli. Gesรน ci fa amici del Padre, figli nel Figlio, e ci invia ad essere segno di questo amore grande che รจ da accogliere e da cui lasciarsi trasformare.
MEDITATIO
Lโamico รจ il custode dellโamore
Ci hanno insegnato che ci sono tre gradi dellโamore che si esprimono con altrettanti termini greci: eros, filia e agape. Sono le tre tappe della maturazione affettiva e spirituale che fanno dellโamore la via verso la gioia piena. Gesรน indica nellโagape il vertice dellโamore, ยซlโamore piรน grandeยป, ovvero ยซdare la vita per qualcunoยป. Cโ inganneremmo se pensassimo che questo tipo di amore esclude le prime due forme. Al contrario, essa le assume, le sintetizza e le porta a compimento. Se cosรฌ non fosse sarebbe un amore ideale, sganciato dalla realtร e soprattutto dal nostro corpo. Un altro errore che potremmo commettere sarebbe quello di pensare che lโagape รจ lโamore proprio di Dio e che lโeros e la filia appartengono alla sfera dellโumano. In realtร in Dio trovano origine tutte e tre le forme di amore e se lโuomo si lascia amare integralmente da Lui diventa anchโegli capace di sperimentarle e di viverle in pienezza. Lโuomo diventa veramente immagine e somiglianza di Dio quando vive in sรฉ ogni dimensione dellโamore. Possiamo intendere la vita come un cammino nel quale gradualmente sโimpara ad amare e a farsi amare. Lโeros รจ la prima esperienza dโamore che facciamo sin dai primi momenti della nostra esistenza in cui sono coinvolti i sensi attraverso i quali avvertiamo piacere, appagamento e gratificazione. Lโeros ci spinge ad uscire dallโisolamento dellโauto compiacimento per metterci alla ricerca dellโaltro. Sentiamo il bisogno del contatto e del calore. La filia, o amicizia, segna una fase importante della vita perchรฉ prendiamo sempre piรน consapevolezza che ci abita un desiderio da realizzare e non solo un bisogno da soddisfare. Imparando a conoscere il nostro corpo ne diventiamo amici non quando ci lasciamo guidare dagli istinti, ma quando maturiamo la virtรน dellโobbedienza, ovvero la capacitร e il potere dellโascolto. Obbedire non significa semplicemente eseguire, altrimenti saremmo degli schiavi, anche delle nostre passioni. Obbedire significa osservare, senza giudicare, imparare e assimilare il meglio per tradurre il bene in pratiche concrete. Lโamicizia con Dio, radice dellโamicizia fraterna, รจ espressa da Gesรน con le parole ยซrimanete nel mio amoreยป e ยซosservate il mio comandamentoยป. La sua relazione con il Padre diventa modello della sua con noi e di quella che deve unire i fratelli tra loro. Lโamicizia รจ fondamentalmente quella disposizione del cuore che non si inorgoglisce, ma che si ยซsottometteยป, ovvero ascolta stando sotto (significato etimologico del verbo obbedire) determinando la postura del discepolo che desidera imparare. Si impara se si riconosce nellโaltro, ma direi in ogni evento della vita, un vettore di insegnamento. Lโamicizia comporta il passaggio ยซdalla pelle al cuoreยป, cioรจ la interiorizzazione del rapporto grazie al quale non ci si mette solamente insieme per convenienza e non si vive solo una convivenza, ma si pongono le basi per un passaggio ulteriore verso la pienezza dellโamore. Il bisogno di cercare lโaltro matura nel desiderio di imparare dallโaltro. Se questo altro รจ Dio comprendiamo che la dimensione psico-fisica e quella spirituale della nostra vita camminano insieme. La fede matura di pari passo con lo sviluppo fisico e affettivo e viceversa.
Lโamore grande รจ una scelta in cui si esercita la libertร . La scelta richiede coraggio perchรฉ, come dice il termine, รจ la determinazione del cuore che si orienta verso il destinatario dellโamore.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“