don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 26 Maggio 2024

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La Trinitร , icona e modello della famiglia, comunitร  dโ€™amore – SANTISSIMA TRINITA’ (ANNO B) โ€“ Lectio divina

Dal libro del Deuteronรฒmioย Dt 4,32-34.39-40

Il Signore รจ Dio lassรน nei cieli e quaggiรน sulla terra; e non ve nโ€™รจ altro.

Mosรจ parlรฒ al popolo dicendo:

ยซInterroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creรฒ lโ€™uomo sulla terra e da unโ€™estremitร  allโ€™altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udรฌ mai cosa simile a questa? Che cioรจ un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come lโ€™hai udita tu, e che rimanesse vivo?

O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a unโ€™altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?

Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore รจ Dio lassรน nei cieli e quaggiรน sulla terra: non ve nโ€™รจ altro.

Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perchรฉ sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perchรฉ tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dร  per sempreยป.

Memoria grata

Il Libro del Deuteronomio รจ composto in gran parte dallโ€™ultimo discorso che Mosรจ tiene davanti al popolo dโ€™Israele giunto, dopo quarantโ€™anni di pellegrinaggio nel deserto, sul monte Nebo dal quale intravede la terra promessa. Mosรจ non vi entrerร  ma comunque compirร  un passaggio, quello da questo mondo a Dio.

Il suo corpo non sarร  mai piรน trovato, ad indicare il fatto che la morte ha coinciso con lโ€™ingresso nella vita eterna. Prima del passaggio attraverso il Giordano, guidato da Giosuรจ, e lโ€™inizio dellโ€™insediamento nella terra promessa, Mosรจ invita il popolo a fare memoria e a interrogare i padri per prendere consapevolezza della grandezza del dono ricevuto da parte di Dio.

La trama della storia, sebbene intessuta di vicende spesso dolorose e complicate, rivela il volto di Dio la cui identitร  si รจ andata rivelandosi a poco alla volta. Il Dio dโ€™Israele non รจ uno degli dei, ma lโ€™unico e vero Dio. A differenza degli idoli, Dio non รจ un manufatto degli uomini, nรฉ unโ€™idea che raccoglie e sintetizza le aspirazioni mondane.

Non si identifica con nessuno degli elementi della natura ma Egli parla attraverso la creazione, gli eventi della storia e i suoi ministri da Lui scelti per prendersi cura del popolo che si รจ scelto. La singolaritร  e lโ€™unicitร  del Dio dโ€™Israele consiste nel fatto che รจ Lui a prendere lโ€™iniziativa, giacchรฉ tutto nasce dal suo cuore che non puรฒ non amare e che sceglie i piรน piccoli perchรฉ il suo amore รจ gratuito. La storia rivela che Dio รจ unico, in senso qualitativo piรน che quantitativo.

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Infatti, nรฉ prima cโ€™รจ stato nรฉ dopo ci sarร  un Dio che ama nel modo con cui lo ha dimostrato al suo popolo. รˆ unico nel suo genere perchรฉ รจ il solo liberatore, salvatore e Signore. Questo significa che la fede dellโ€™Israelita non puรฒ che essere riposta unicamente nel Dio che gli ha dimostrato il suo amore elettivo, gratuito e fedele.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romaniย Rm 8,14-17

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: ยซAbbร ! Padre!ยป.

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: ยซAbbร ! Padre!ยป.

Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

La preghiera dei figli liberi

ยซNon si possono servire due padroni contemporaneamenteยป (cf. Lc 16,13), ricorda Gesรน. Gli fa eco Paolo, il quale afferma che Cristo Gesรน col suo sacrificio sulla croce ci ha riscattato dal peccato e ci ha resi liberi. Questa condizione non ci rende debitori verso le nostre forze ma riconoscenti nei confronti di Dio che, donando agli uomini Suo Figlio ci ha resi in Lui Figli. Attraverso di Gesรน abbiamo ricevuto lo Spirito Santo che ci fa rivolgere a Dio chiamandolo Padre. Non dobbiamo avere paura di Dio ma, al contrario, fidarci di Lui, amarlo e desiderare sempre di piรน corrispondere al suo amore. Il desiderio iscritto nella nostra carne รจ quello dellโ€™io possessivo che brama di avere e controllare. Invece, il desiderio di Dio consiste nellโ€™amare e dare la vita. Lโ€™amore possessivo distrugge le relazioni e porta alla morte, mentre quello oblativo, che sgorga dal cuore di Dio ed รจ riversato nel nostro, genera continuamente alla vita. La preghiera dei figli รจ diversa dalla supplica degli schiavi. I primi lodano il Signore e si rendono disponibili allโ€™obbedienza gioiosa e generosa, e invocano il dono della pace. I secondi invece chiedono di essere lasciati stare in pace e obbediscono perchรฉ si sentono costretti e minacciati. La preghiera dei figli non รจ una richiesta rivendicativa ma innanzitutto unโ€™invocazione al Padre fatta con fiducia e gratitudine, e dunque, un appello di salvezza a Lui rivolto con umiltร  e speranza. La preghiera รจ giร  unโ€™esperienza di comunione trinitaria perchรฉ grazie allo Spirito Santo siamo inseriti nella relazione dโ€™amore che unisce il Padre al Figlio.

+ Dal Vangelo secondo Matteoย Mt 28,16-20

Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitarono.

Gesรน si avvicinรฒ e disse loro: ยซA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป.

Lectio

Il giorno di Pasqua le donne, andate al sepolcro, incontrano un angelo del Signore che annuncia la risurrezione di Gesรน. Ad esse รจ anche affidato il compito di avvisare i discepoli e riferire loro lโ€™appuntamento con Gesรน in Galilea. Mentre sono in cammino Gesรน stesso va loro incontro ed esse gli si avvicinano, sโ€™inginocchiano abbracciandogli i piedi e lo adorano. Si tratta non solo di una visione ma di un incontro reale in cui avviene un contatto corporeo. Gesรน ribadisce il messaggio affidato alle donne dallโ€™angelo. In Galilea non sarร  solo una visione ma un incontro reale che inaugurerร  la missione dei discepoli di Gesรน nel mondo. A conclusione dellโ€™ultima cena Gesรน, citando un passo del profeta Zaccaria annuncia la sua passione e morte. Lโ€™effetto delle percosse che colpiscono il pastore sarร  la dispersione del gregge. Ma Gesรน rassicura che, una volta risorto, precederร  i discepoli in Galilea. Gli Undici, accogliendo la testimonianza delle donne e lโ€™invito di Gesรน, di cui esse erano state latrici, si recano sul monte da lui indicato. Il monte della Galilea non รจ specificato con un nome proprio ad indicare che esso ha un valore simbolico che si desume dalle indicazioni offerte dallโ€™evangelista lungo la narrazione. Il monte รจ il luogo dove Gesรน aveva subito lโ€™ultima prova (4,8), dove si era manifestato trasfigurato e la voce del Padre lo aveva indicato come il Figlio prediletto (17,1.5). Come aveva fatto nel primo discorso (5,1-7,27) Gesรน parla di sรจ, unito al Padre dallo Spirito.

Nella terza tentazione il Demonio aveva promesso a Gesรน i regni se lui si fosse prostrato ad adorarlo. Il monte fa da sfondo al primo insegnamento di Gesรน. A conclusione del vangelo Gesรน viene adorato dai suoi discepoli verso i quali si avvicina; dice che il Padre gli ha dato ogni potere e li invia ad ammaestrare tutte le genti insegnando loro ad osservare le sue parole.

Sia dopo la trasfigurazione (17,7) che nellโ€™ultimo incontro (28,18) Gesรน si avvicina ai discepoli. Il verbo avvicinarsi richiama lโ€™annuncio e la promessa del vangelo: ยซDio con noiยป (1,23). Dio si rende presente e si accosta allโ€™uomo nella sua condizione di infermitร  fisica e spirituale. Gesรน si lascia avvicinare da chi รจ afflitto dallโ€™ignoranza, dalla malattia, dalla sofferenza, dal peccato, dagli avversari ricordando che lui รจ lโ€™Emmanuel, Dio con noi.

Lโ€™adorazione, segno di riconoscimento del Cristo, convive con il dubbio (28,17) come quello di Pietro mentre cammina sulle acque (14,31). La poca fede caratterizza tutti i discepoli, rappresentati da Pietro. Per Gesรน questo non รจ un motivo per allontanarsi o per punire, ma per confermare la sua fiducia verso di loro. La poca fede dei discepoli e la fiducia di Dio sono il nuovo punto di partenza per la Chiesa nascente.

Il dubbio รจ una crepa nelle nostre certezze e presunte perfezioni. Questi spazi dโ€™incertezza sono quelli in cui cโ€™รจ posto per Dio e senza i quali Lui rimarrebbe fuori dalla nostra vita. Lโ€™ossessione per la perfezione รจ una forma di ateismo pratico.

La Galilea, periferia dโ€™Israele da dove tutto era iniziato e da cui era partita la missione di Gesรน, culminata a Gerusalemme con la passione, la morte e la risurrezione, ora diventa il luogo da cui inizia la missione del Risorto insieme ai suoi discepoli rivolta a tutti i popoli. Lโ€™evangelista Matteo introduce lโ€™attivitร  missionaria di Gesรน con una citazione di compimento tratta dal profeta Isaia che parla della ยซGalilea delle gentiยป e della ยซgrande luceยป sorta per illuminare ยซil popolo che abitava nelle tenebreยป e ยซquelli che abitavano in regione e ombra di morteยป (4, 12-16). Gesรน รจ erede di Abramo perchรฉ egli รจ la discendenza promessa da Dio al patriarca, ma รจ anche la benedizione che, dal popolo ebraico, deve raggiungere tutti gli altri popoli. Il ritorno in Galilea non รจ un passo indietro ma รจ lโ€™inizio di una nuova missione in continuitร  con quella inaugurata da Gesรน. In un primo momento Gesรน aveva vietato di andare ai pagani e di concentrarsi alle pecore perdute della casa dโ€™Israele. Dopo la Pasqua questo limite decade e si aprono orizzonti universali. Cosa รจ cambiato tra il prima e il dopo la Pasqua? Lโ€™evento della croce, realizzatosi a Gerusalemme, fa della salvezza promessa unโ€™esperienza concreta e attuale che abilita i discepoli ad andare in tutto il mondo per annunciarla. La morte di Gesรน รจ una ferita aperta nellโ€™animo dei discepoli che si ritrovano anche incompleti e mancanti di un loro fratello. Non solo Gesรน viene colpito ma anche i discepoli sono traumatizzati. รˆ lรฌ che si rivela la natura della Chiesa che dal punto di vista umano appare sempre imperfetta e incompleta. Le ยซpecore disperse della casa dโ€™Israeleยป sono rappresentati dai discepoli che, radunati dal Pastore, sono inviati a tutti i popoli per fare di essi un unico gregge e unโ€™unica Chiesa. Discepoli di Gesรน si diventa attraverso il rito del battesimo e lโ€™ammaestramento che li abilita a mettere in pratica gli insegnamenti di Gesรน che sono illustrati nei cinque grandi discorsi. Il Battesimo รจ un rito che introduce nel mistero di Dio Trinitร . Non si tratta di un concetto da capire ma dellโ€™esperienza di un graduale inserimento e una progressiva appartenenza a Dio il cui nome โ€“ non nomi โ€“ รจ Padre, Figlio e Spirito Santo. Il rito del battesimo non รจ specifico del cristianesimo perchรฉ troviamo testimonianze nella tradizione ebraica di cui il Battista รจ un rappresentante. Il suo significato pre-cristiano รจ da rintracciare nella scelta di allontanarsi dalla vita precedente per abbracciare una nuova e iniziare un cammino di rinnovamento e conversione. Il Battesimo cristiano richiama la tradizione precedente ma la novitร  sta nel nome di chi si viene battezzati, ovvero del soggetto primo che opera il battesimo. Esso รจ partecipazione allโ€™evento della Pasqua di Cristo che, crocifisso a causa di una ingiusta condanna, รจ passato dalla morte alla vita grazie alla mano del Padre che lo ha risuscitato, dandogli la vita che non muore piรน. รˆ Dio Padre, Figlio e Spirito Santo ad andare incontro agli uomini, ad accoglierli e unirli a sรฉ, partecipando loro il potere dellโ€™amore che dร  la vita. Come la risurrezione anche il battesimo รจ lโ€™atto generativo di Dio che fa dellโ€™uomo una nuova creatura perchรฉ lo fa uscire dal sepolcro del proprio peccato per camminare nella via nuova dellโ€™amore fraterno. Lโ€™insegnamento dei discepoli aiuta i destinatari del vangelo a vivere a pieno lโ€™esperienza del dono gratuito di Dio, assimilarlo facendone il proprio progetto di vita e traducendolo in azione missionaria. Mediante Gesรน, Dio Trinitร  รจ presente nella storia degli uomini segnata da conflitti laceranti; tale presenza diventa visibile nella missione della Chiesa, anchโ€™essa ferita e non autosufficiente, attraverso la quale ogni uomo รจ abitato dalla Trinitร  e al tempo stesso la abita. Come Dio si china sugli uomini per curare i loro traumi, cosรฌ i discepoli sono nel mondo non per alimentare guerre di quartiere, ma per alleviare le ferite del peccato e trasformarle in esperienza di comunione fraterna. In questa Chiesa ferita, ma curata dalla grazia di Dio, tutti gli uomini possono riconoscersi mendicanti di amore e trovare la risposta allโ€™inquietudine del cuore. La Chiesa allora diventa icona della Trinitร , ovvero la sua presenza viva e attiva perchรฉ nei suoi limiti รจ possibile intravedere lโ€™eccedenza dellโ€™amore di Dio che da essi deborda. Questa Chiesa, abitata dalla Trinitร  รจ educata a guardare oltre i propri confini e al di lร  dei propri limiti. Come accade per Abramo e Sara visitati dalla Trinitร  e guidati ad uscire dalla loro tenda, che rappresenta il piccolo mondo autoreferenziale nel quale si erano rinchiusi, per diventare fecondi e generativi, cosรฌ succede a chiunque si lascia raggiungere da Gesรน e crede nellโ€™amore che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 

Ascolta “don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del giorno – 26 Maggio 2024” su Spreaker.

MEDITATIO

La Trinitร , icona e modello della famiglia, comunitร  dโ€™amore

La Trinitร  non รจ una veritร  di fede astratta, ma รจ lโ€™esperienza di Dio che non rimane chiuso nel suo Paradiso ma ci chiama per incontrarlo ยซsul monte della Galileaยป, lรฌ dove il Creatore si รจ fatto creatura, il Tutto รจ diventato una parte, Cielo e terra sโ€™incontrano, divinitร  e umanitร  sโ€™intrecciano e i confini si aprono perchรฉ ci sia comunione. Lโ€™incontro finale con Gesรน Risorto sintetizza tutto il cammino fatto nel vangelo di Matteo che sin dallโ€™inizio ha presentato Gesรน come ยซlโ€™Emmanuele, il Dio-con-noiยป. Dio si รจ battezzato, ovvero si รจ immerso nella nostra umanitร , inserendosi nella catena delle generazioni per fare del popolo dโ€™Israele, di cui i Dodici apostoli sono segno, il seme della Chiesa, comunitร  dei salvati, la famiglia di Dio.

La Chiesa, come dice lโ€™origine ebraica e lโ€™etimologia greca del termine, รจ convocata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. La prima lettura spiega molto bene che la particolaritร  del Dio dโ€™Israele, e nostro, consiste nel cercare, chiamare e scegliere il piรน piccolo tra i popoli perchรฉ in esso si riveli il suo vero nome: amore misericordioso. Dio non รจ ยซventreยป che prende per soddisfare le sue voglie, ma รจ ยซgremboยป che genera e dร  vita. Dio ci chiama, ci convoca, per venire alla luce, per avere la vita, per diventare comunitร  dโ€™amore, figli della famiglia divina. Il Cristo risorto ci incontra in ogni sacramento, soprattutto nellโ€™Eucaristia, per donarci il suo Spirito, attraverso il quale possiamo pregare Dio da figli e chiamarlo ยซPapร ยป.

Lo Spirito Santo ci fa figli del Padre, come Gesรน, e ci rende partecipi della sua stessa missione. Lui, battezzato nella nostra umanitร  per diventare uno come noi, uno con noi, uno per noi, ci affida la missione di allargare i confini della Chiesa non per aumentare il numero degli adepti, ma per fare discepoli, portare figli nel grembo di Dio. Battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo altro non significa che farsi voce della Parola che chiama, purifica, rigenera. La Trinitร  รจ la comunitร  divina che anima, vivifica e trasforma non solo le singole persone ma soprattutto la famiglia in cui esse vivono perchรฉ le relazioni dei loro membri portino lโ€™impronta della Trinitร , il sigillo dellโ€™amore vero.

Introdotti nella Trinitร , la famiglia divina, siamo chiamati ad appartenerle assimilando il suo stile di vita e il suo modo di amare. Lโ€™amore, che unisce le persone della Trinitร  in un unico vincolo divino, ha caratteristiche ben precise ben espresse nellโ€™inno alla Caritร  di s. Paolo (1Cor 13) in cui รจ delineata la legge che vige nella Comunitร  divina. La Chiesa, con i gesti sacramentali e il suo insegnamento, in opere e parole, รจ il ยซgrembo maternoยป in cui si cresce e sโ€™impara a vivere, si apprende lโ€™arte dellโ€™amore. Lo Spirito Santo, nella comunitร  ecclesiale, ci educa ad amare e trasforma il nostro amore in Caritร .

Come la Caritร  non avrร  mai fine, cosรฌ sarร  anche di quei legami dโ€™amore nelle cui vene scorre lo Spirito Santo. Come la Trinitร  รจ il Tempio della Caritร , cosรฌ la Chiesa, famiglia di famiglie, รจ chiamata ad essere la Casa dellโ€™Amore nella quale cโ€™รจ posto per tutti e tutti si sentono amati. Solo cosรฌ lโ€™amore eterno รจ un desiderio realizzato e vissuto.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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