don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 9 Giugno 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

Non giudici ma compagni di strada

«Pieno compimento della legge è la Carità» (Rm 13,10); così san Paolo sintetizza l’insegnamento di Gesù sulla giustizia la cui misura più alta è l’amore, soprattutto nei confronti del fratello divenuto nemico. Il comandamento «non ucciderai» ricorda che non siamo padroni della vita perché non siamo noi a darla e non possiamo toglierla a nessuno; al contrario siamo chiamati ad essere a servizio della vita perché noi per primi l’abbiamo ricevuta in dono.

Gesù intensifica il significato del precetto perché uccidere significa anche ferire mortalmente con le parole offensive. Gli uomini sono immagine e somiglianza di Dio non solo per quelle facoltà invisibili come l’intelligenza, la volontà e la libertà, ma anche per il fatto che ciò che è invisibile, come il pensiero, diventa palese attraverso le parole e le azioni. Il decalogo è il manuale grazie al quale ci esercitiamo a pensare, e di conseguenza anche a parlare e ad agire, come Dio.

Se dunque il fine della legge è l’alleanza tra Dio e l’uomo, allora la giustizia raggiunge la sua forma piena quando essa ricerca la riconciliazione. Le parole e le azioni di Dio rivelano il suo amore e attuano la giustizia ovvero sua ferma intenzione di mantenere con noi sempre una relazione di amicizia e di dialogo. E quando, per la sua disobbedienza, l’uomo perde la sua amicizia, Egli non lo abbandona in potere della morte, ma, nella sua misericordia, a tutti viene incontro, perché coloro che lo cercano lo possano trovare.

Gesù indica nella giustizia della misericordia il criterio che guida il fratello a cercare l’altro fratello per trovare insieme un accordo. L’amore a Dio, espresso nell’offerta cultuale e nella preghiera risulterebbe ipocrita se non fosse accompagnata dal sacrificio fatto per ottenere e dare il perdono. E questo in definitiva perché ciò che Dio gradisce di più in assoluto è la comunione fraterna. 

Signore Gesù, Tu che sei morto per i nostri peccati e hai pagato il caro prezzo del martirio per riconciliarci al Padre, metti nel mio cuore il desiderio della pace e della comunione. La tua preghiera sulla croce con la quale hai invocato per tutti il perdono mi insegni a rivolgermi al Padre offrendogli l’amarezza dell’animo, i turbamenti del cuore, i dubbi della fede, gli scoraggiamenti per i sogni infranti, la rabbia per le ingiustizie subite. Aiutami a cercarti quando credo di non aver bisogno di Te, a desiderarti quando ogni sogno sembra essere una illusione, a trovarti quando mi sento perso.