Gesรน รจ il Pastore, non fa lโattore
Lunedรฌ della IV settimana di Pasquaย (anno A)
Gesรน si presenta come il Buon Pastore perchรฉ noi possiamo fidarci di lui, ascoltarlo e seguirlo con docilitร . Non ci viene chiesto di entrare a far parte di una categoria di persone ma di accettare di essere amati e di diventare membri della famiglia di Dio. Quella di Gesรน non รจ una prestazione perchรฉ lui non fa il pastore, ma รจ il pastore, quello bello. Dio prende sul serio la relazione con noi, non รจ superficiale come potrebbe esserlo un mercenario che non si identifica col pastore ma ne assume solo le funzioni. Cosรฌ facendo il mercenario funge da pastore fin quando gli conviene e solamente in condizioni di tranquillitร .ย ย Dio ama lโuomo fino allโestreme conseguenze. Soprattutto quando la sua vita รจ in pericolo a causa del peccato ed รจ in crisi si prende cura di lui perchรฉ ai suoi occhi la vita dellโuomo vale la sua.ย
Gesรน ci conosce per nome, egli ยซsa di noiยป perchรฉ ยซsa con noiยป, cioรจ conosce ciรฒ che significa per noi la gioia e il dolore, la delusione e la soddisfazione, la consolazione e la desolazione. La sua conoscenza รจ compassione in quanto solidarietร , compartecipazione al nostro vissuto emotivo ed affettivo, ma รจ anche, e dire soprattutto, amore. La conoscenza dellโamore non รจ il movimento dellโappropriazione o della comprensione, ma quello speculare della donazione fino allโoblazione totale della propria vita.ย
In tal senso non siamo semplici strumenti a servizio della sua gloria, ma il fine dellโesercizio della sua potestร . Dio si prende cura di noi perchรฉ gli apparteniamo come figli e, attraverso Gesรน, egli si rivela a noi come nostro Padre perchรฉ possiamo riconoscere la nostra dignitร e vivere coerentemente con questa vocazione. La conoscenza intima e profonda che lega il Padre al Figlio รจ condivisa con gli uomini. Chi si lascia coinvolgere in questo abbraccio di amore vive piรน intensamente i legami di fraternitร . Il corpo di Gesรน donato sulla croce รจ il pane che nutre il popolo di Dio perchรฉ formino con il suo Signore un solo corpo e un solo Spirito e al suo interno i fratelli abbiano tra loro un cuor solo e unโanima sola.ย
Ci lasciamo interrogare da questa parola sul modo con cui viviamo i legami di appartenenza, quelli familiari ed ecclesiali, in particolare. Nelle relazioni viviamo un amore interessato, sotto condizione, a tempo? Nel rapporto con gli altri la comprensione del prossimo si muove verso la direzione della solidarietร con il fratello/sorella o si ferma allโanalisi e al giudizio? La disponibilitร verso gli altri รจ una funzione che esercitiamo, un dovere morale, o un vero dono della propria povertร ?ย
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Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
Commento a cura di don Pasquale Giordano
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