don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 31 Maggio 2020

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Il dono dello Spirito per una Chiesa non solo โ€œviabileโ€ ma viva e vivificante

DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DEL GIORNO (ANNO A)

Luca negli Atti degli Apostoli descrive lโ€™evento che accadde nel cenacolo dove i discepoli di Gesรน erano tutti riuniti insieme per la festa ebraica di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Gesรน aveva detto ai suoi di rimanere a Gerusalemme e attendere lโ€™adempimento della promessa del Padre: il battesimo nello Spirito Santo. Lโ€™evangelista narra il battesimo nellโ€™acqua del Giordano descrivendolo come una esperienza mistica nella quale Gesรน vede aprirsi i cieli, scendere verso di lui lo Spirito Santo in forma corporea di colomba e ascolta la voce del Padre che gli dice: ยซTu sei il Figlio mio, lโ€™amato: in te ho posto il mio compiacimentoยป (Lc 3,22). Subito dopo la genealogia, che risale da Gesรน fino ad Adamo-figlio di Dio (Lc 3, 23-38), dimostra che il Nazareno appartiene alla famiglia umana, ma รจ anche il Figlio di Dio perchรฉ รจ il Messia promesso dai profeti. Infatti, nella sinagoga di Nazareth proclama il passo del profeta Isaia 61: ยซLo Spirito del Signore รจ sopra di me, per questo mi ha consacrato con lโ€™unzione e mi ha mandato a evangelizzare i poveriโ€ฆยป (Lc 4, 18). Il battesimo nel fiume Giordano รจ stato per Gesรน lโ€™evento inaugurale della sua missione, che egli annuncia con le parole del profeta Isaia, ma anche il segno profetico che trova il suo compimento sulla croce, lรฌ dove, deponendo la vita nelle mani del Padre, prega per il perdono dei peccatori.

Cโ€™รจ un legame strettissimo che unisce il dono dello Spirito Santo, la missione di evangelizzare e la riconciliazione attraverso il perdono dei peccati. Poco prima di ascendere al cielo Gesรน affida ai suoi discepoli, che saranno ยซrivestiti di potenza dallโ€™altoยป (Lc 24, 49), la missione di predicare ยซla conversione e il perdono dei peccatiยป (Lc 24, 47). 

La liturgia ci fa meditare due brani biblici che offrono due prospettive dello stesso evento di salvezza. Lโ€™autore degli Atti degli Apostoli presenta la manifestazione dello Spirito Santo nel giorno della festa ebraica della Pentecoste. Per descrivere lโ€™evento usa immagini che richiamano i segni che accompagnarono la rivelazione di Dio al Sinai dove consegnรฒ a Mosรจ le Dieci Parole dellโ€™Alleanza. Giovanni invece, colloca lโ€™effusione dello Spirito Santo nel contesto della Pasqua quando il Crocifisso Risorto consegna ยซlo Spiritoยป dalla croce e nel cenacolo la sera di Pasqua, primo giorno della nuova creazione. Gesรน alita sulla comunitร  come Dio Padre soffia nellโ€™uomo perchรฉ diventi essere vivente. Il quarto evangelista mette in evidenza il fatto che Gesรน, il Crocifisso-Risorto, รจ lโ€™origine e la sorgente del dono celeste, mentre Luca sottolinea il fine dellโ€™effusione dello Spirito Santo e lโ€™effetto in coloro che lโ€™accolgono e lo comunicano. Queste differenze nei racconti ci fanno cogliere la ricchezza di un evento che non รจ semplicemente un fatto del passato, ma รจ qualcosa che si rinnova costantemente nella storia quando, entrando nella preghiera e vivendo la comunione fraterna, siamo avvolti come in un forte abbraccio dallo Spirito Santo che ci protegge, ci conforta, ci sorregge, ci rialza, ci rianima, ci spinge fuori, ci rende missionari e testimoni della misericordia. 

Soffermiamoci sulla simbologia propostaci dagli evangelisti per comprenderne il significato e per attingere da essa il valore aggiunto da dare ai gesti quotidiani di cui sono intessute le nostre relazioni umane. Il gesto di alitare indica una comunicazione che parte dallโ€™interioritร  dellโ€™emittente e giunge a quella del ricevente. Alitando viene emesso vapore acqueo che รจ qualcosa di estremamente povero, leggero. Lo emettiamo soprattutto quando apriamo la bocca per parlare. Questa immagine ci fa comprendere che le parole non hanno solo una componente concettuale da capire, ma soprattutto una spirituale da accogliere. Con la parola non esprimiamo solo delle idee ma facciamo giungere allโ€™altro qualcosa di noi. In genere ogni forma di comunicazione, verbale o non verbale, รจ anche condivisione di qualcosa dโ€™intimo, di spirituale appunto, che ai sensi appare tanto leggero, sottile, invisibile, quanto al cuore risulta essere determinante per la sua vitalitร . Per quanto le parole possono uscire dalla nostra bocca senza pensarci su, esse mantengono un valore il cui peso dipende dalla nostra responsabilitร . Gesรน ricorda che dal cuore dellโ€™uomo escono cose cattive che inquinano e demoliscono le relazioni perchรฉ umiliano, feriscono mortalmente. Con le parole intrise di spirito del mondo, spirito di gelosia e di contesa, noi innalziamo muri che dividono e isolano. Dio pone sulla nostra bocca e sul nostro cuore una parola diversa perchรฉ piena dello Spirito di Dio. Il Libro della Sapienza descrive lo Spirito contenuto nella Parola di Dio: ยซรˆ uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che puรฒ tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i piรน sottiliยป (Sap 7,22-23). San Giacomo, facendo eco a questo testo dellโ€™Antico Testamento, dice che ยซLa Sapienza che viene dallโ€™alto รจ pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sinceraยป (Giac 3,17). La Parola di Dio, piena del suo Spirito, ha la delicatezza di un bacio che inebria, la forza di un abbraccio che rincuora e lโ€™acutezza penetrante di una spada a doppio taglio. 

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Dio รจ vivo, al contrario degli idoli, opera delle mani degli uomini, che ยซhanno bocca e non parlano,

hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni!ยป (Sal 115, 5-7). Dio รจ vivo e ci rende vivi attraverso Gesรน, Parola creatrice di Dio. Egli apre la bocca e mediante il suo Vangelo ci viene donato lo Spirito perchรฉ anche noi possiamo diventare essere viventi e non rimanere manufatti inerti.  

La vita non consiste semplicemente nellโ€™esercizio delle funzioni biologiche, perchรฉ in questo senso saremmo solamente โ€œviabiliโ€ ma non vivi. Col termine viabile sโ€™intende in senso medico-giuridico la capacitร  di vita umana che abbia significato e valore fuori del grembo materno. In altri termini viabile รจ quella vita umana le cui funzioni biologiche vitali sono giร  attivate per vivere autonomamente, in particolare quella del respiro. Tuttavia, tale capacitร  si attiva e si sviluppa a partire dalla nascita, momento in cui lโ€™uomo entra in una rete di relazioni accudenti indispensabili per crescere sano e per diventare persona a tutti gli effetti. Passando dal piano biologico-sociale a quello spirituale comprendiamo che la Pentecoste รจ il momento della nostra nascita come figli di Dio. Come tali, col battesimo, entriamo nella famiglia della Chiesa perchรฉ Dio ci invia in essa come un dono. Come infatti i genitori accolgono da Dio la vita e la custodiscono per farla crescere, cosรฌ la Chiesa accoglie i figli che Dio le dona. ยซCome il Padre ha mandato me, cosรฌ io mando voiยป; sulla croce Dio Padre dona suo Figlio perchรฉ lโ€™uomo, accogliendo lo Spirito dalla sua bocca, sia perdonato e, riconciliato, possa a sua volta donarlo ai fratelli. Lo Spirito Santo ci fa creature nuove le cui parole diventano canali di comunicazione dello stesso Spirito attraverso il quale giunge la misericordia di Dio. Ognuno diventa per la Chiesa missionario dellโ€™amore di Dio e, come tale, un dono prezioso che la rende sempre viva. Piรน che la bocca del cristiano parlano le sue opere di misericordia.

Nel prodigio di Pentecoste Dio fa nascere la Chiesa, le dร  il nome e la presenta al mondo. La Chiesa, famiglia dei figli di Dio, รจ comunione. Non รจ una macchina fredda fatta di tanti ingranaggi interni che funzionano in maniera autonoma. La Chiesa si manifesta al mondo come una famiglia viva perchรฉ, animata dallo Spirito Santo, vive dentro di sรฉ la gioia del dono reciproco. La Chiesa รจ un organismo vivo, รจ il Corpo di Cristo, non unโ€™organizzazione o una struttura o, peggio ancora, una macchina da guerra. In questo corpo ogni membro ha certamente la sua funzione che ne connota anche lโ€™identitร , ma esso vive se agisce a vantaggio di tutto il corpo, non per sรฉ stesso. 

Come in ogni corpo, anche nella Chiesa, Corpo di Cristo, deve circolare al suo interno la grazia dello Spirito Santo. Cโ€™รจ infatti una missione interna alla comunitร  dei credenti attraverso la quale le membra vivono una in funzione di tutte le altre unite dal vincolo dellโ€™amore, per il bene comune. La Chiesa vive se evangelizza sรฉ stessa continuamente alimentandosi della Parola di Dio e dei Sacramenti. Da questa missionarietร  interna alla comunitร  dei credenti dipende il coraggio, lโ€™entusiasmo, la passione, la caritร  che spingono la Chiesa ad uscire verso il mondo ed essere comunicativa del Vangelo che libera, efficace nel promuoverne la sua trasformazione in meglio e attraente verso il Padre.

Auguro a tutti una serena festa di Pentecoste e vi benedico di cuore!


Commento a cura di
don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร … [Continua sul sito]

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