don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 31 Agosto 2020

Evangelizzare è opera di misericordia

Lunedì della XXII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Il programma di vita di Gesù è riassunto nelle parole del profeta Isaia che proclama nella sinagoga di Nazaret dinanzi ad una platea di parenti, amici e conoscenti i quali sono disposti ad ascoltare tutto tranne che essere annoverati tra i poveri, gli oppressi o i carcerati. Gesù sente rivolte a sé quelle parole profetiche: egli è il consacrato di Dio, cioè colui che, “impregnato” di Spirito Santo, gli appartiene totalmente ed è perciò inviato agli uomini per evangelizzare.

Quell’uomo allevato tra i vicoli del piccolo villaggio di Nazaret non ha fatto le scuole alte. È cresciuto all’ombra di Giuseppe del quale in un primo momento aveva continuato il mestiere, molto probabilmente. Eppure, lontano dai centri del culto e della cultura, ma mettendo al centro della sua formazione spirituale e umana la Parola di Dio ascoltata e studiata in sinagoga e meditata e vissuta nella vita ordinaria condotta a Nazaret, ha assimilato quella sapienza la cui bellezza affascina. È giunto il momento di uscire allo scoperto e portare ovunque la parola di vita, il vangelo che salva.

Non si tratta di offrire insegnamenti astratti, ma di portare nel mondo la Parola che sana e libera. Gesù è la Parola di Dio che dona gioia ai poveri, luce ai ciechi, libertà agli schiavi, dignità agli oppressi, consolazione e speranza agli sfiduciati. La Parola di Dio è innanzitutto opera di misericordia e carità in azione, prima ancora che linguaggio verbale. Il luogo in cui risuona il vangelo, e ancora di più dove si compie e diventa storia, non sono le aule accademiche o i circoli in cui si parla di Dio, tuttavia senza incontrarlo, ma in quei templi resi sacri dalla povertà e dal dolore. In questi santuari Dio giunge con la delicatezza della rugiada che ristora l’affaticato e della luce dell’alba che sveglia. 

Tutti i luoghi di sofferenza sono visitati da Dio, ma non tutti lo accolgono. Prima di accogliere la salvezza bisogna accettarsi come bisognosi di salvezza senza avere vergogna di riconoscersi mancanti, ciechi, schiavi e dipendenti dal male. Se le aspettative mondane occupano tutto il posto del nostro cuore non ci sarà lo spazio per la grazia di Dio. 

Il rifiuto e la persecuzione riservata a Gesù dai Nazaretani non sono motivo di rinnegamento della sua gente. Se ad essi Gesù non concede alcun miracolo, tuttavia egli continua a percorrere la sua strada che lo porterà fino alla croce da dove effonderà per tutti, soprattutto i peccatori, lo Spirito Santo. Così ogni cristiano è chiamato a lasciarsi evangelizzare per essere sanato nel cuore e ad evangelizzare, cioè a portare il dono della misericordia a tutti, soprattutto a coloro che oppongono rifiuto e resistenza. Nessuna violenza può fermare l’azione dello Spirito, la missione dell’Amore.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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