Lectio
Is 2,1-5ย
Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.
Il profeta Isaia indica nel monte Sion di Gerusalemme, sul quale sorgeva il tempio del Signore, il luogo del raduno di tutte le genti provenienti da ogni parte della terra attorno alla Parola di Dio. Il desiderio di conoscere la veritร , che alberga nel cuore di chi non si accontenta di una vita mediocre, spinge a mettersi in cammino per cercarla. Colui che non si rassegna davanti allโingiustizia sente che deve lottare per la pace con le armi della giustizia che solo Dio puรฒ fornire. La Parola di Dio non ha semplicemente un valore informativo ma formativo e performativo perchรฉ trasforma il cuore di chi cerca la Sapienza e si mette in ascolto di essa. La novitร traspare dalle opere che, non ispirandosi alla bramosia del potere, traducono in gesti fecondi di bene lโumile obbedienza alla volontร di Dio. Lโassemblea che si riunisce, accogliendo lโinvito del Signore, non fugge dalla realtร ma nellโincontro comunitario con la Parola trae forza e creativitร per essere nella storia in cui vive e nel mondo che abita germe di rinnovamento, seme di gioia e di pace, luce profetica del regno di Dio.
Sal 121
Andiamo con gioia incontro al Signoreย
Il Sal 121 รจ un canto delle ascensioni che intonavano i pellegrini giunti alle porte di Gerusalemme. Si avverte tra le righe lโentusiasmo di coloro che pregustano la gioia di essere nella Cittร santa dove abita il Signore. La presenza di Dio รจ garanzia di forza e coesione. Le fazioni, che alimentano dissidi e incomprensioni, rendono il cammino della vita piรน lento e faticoso. Sollevando lo sguardo dalle miserie umane lo si dirige verso la cittร del cielo la cui bella armonia suscita nel cuore di chi la contempla con gli occhi della fede il desiderio di abitarla e appartenerle.
Rm 13,11-14ย
La nostra salvezza รจ piรน vicina
San Paolo, dopo aver trattato il tema della giustificazione, sottolineando il fatto che la santificazione รจ opera di Dio per mezzo dello Spirito Santo effuso da Gesรน crocifisso e risorto, traccia la linea da seguire affinchรฉ la vita nuova ricevuta dal Signore si traduca in vita santa. Per ogni battezzato lโamore di Dio diventa regola di vita che orienta le sue scelte in ogni ambito dellโesistenza. In tal modo qualsiasi situazione, anche dolorosa, รจ il tempo propizio per amare. Il discernimento cristiano non deve ridursi ad analisi e giudizio ma si effettua mettendosi in ascolto di quello che Dio sta dicendo alla propria vita con animo disposto alla realizzazione della sua volontร .
+ Dal Vangelo secondo Matteoย (24,37-44)
Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.
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In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:ย
ยซCome furono i giorni di Noรจ, cosรฌ sarร la venuta del Figlio dellโuomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noรจ entrรฒ nellโarca, e non si accorsero di nulla finchรฉ venne il diluvio e travolse tutti: cosรฌ sarร anche la venuta del Figlio dellโuomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrร portato via e lโaltro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrร portata via e lโaltra lasciata.
Vegliate dunque, perchรฉ non sapete in quale giorno il Signore vostro verrร . Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciรฒ anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโora che non immaginate, viene il Figlio dellโuomoยป.
Il brano del vangelo รจ tratto dal quinto e ultimo discorso della narrazione di Matteo che occupa i capp. 24-25. Attraverso il linguaggio apocalittico si trattano gli argomenti delle ยซcose ultimeยป, sicchรฉ รจ chiamato ยซdiscorso escatologicoยป. Il primo evangelista colloca questo discorso sul monte degli Ulivi creando un collegamento con quello detto ยซdella Montagnaยป (Mt 5-7) e lโinvio missionario del Risorto (Mt 28, 16-20). Lโinsegnamento di Gesรน รจ introdotto dal racconto di un episodio che culmina con la domanda dei discepoli. Essi chiedono al Maestro spiegazioni sullโannuncio della fine del tempio che egli aveva profetizzato. I discepoli colgono nelle parole di Gesรน lโindicazione di un evento che avrebbe segnato la fine di unโepoca e lโinizio di una nuova inaugurata con lโavvento del Messia.
La fine del mondo (Mt 24,3) era considerata non in termini catastrofici ma rivelativi della giustizia di Dio. I discepoli di Gesรน colgono nelle sue parole lโannuncio dellโavvento del regno di Dio e chiedono di sapere quali sarebbero stati i segnali premonitori. Gesรน, con linguaggio apocalittico (rivelativo) giร utilizzato dai profeti dโIsraele, parla dei ยซdolori del partoยป (Mt 24, 8) per indicare che la tribolazione subita รจ parte di un processo di cambiamento e di compimento. La luce della Pasqua renderร intelligibile il discorso di Gesรน ma ancor di piรน la condizione di sofferenza patita dai primi cristiani perseguitati.
Il contesto nel quale la Chiesa rilegge le parole del suo Maestro รจ caratterizzato da una profonda crisi dovuta allโesperienza del dolore che genera conflittualitร allโinterno della comunitร , ma al contempo rivela su quali basi รจ fondata la fede dei discepoli. La prova a cui รจ sottoposta la comunitร giudeo-cristiana suscita smarrimento perchรฉ รจ stretta tra lโaccusa di essere โfuori dal mondoโ e lโistinto di fuggire dal mondo in cui si trova, quasi rinnegando le proprie origini e nascondendo la propria identitร . Un desiderio di rivalsa e di riscatto genera lโattesa di un Messia giustiziere, piรน che giusto.
Il linguaggio apocalittico, fatto di immagini dai colori molto accesi, evoca il giudizio di Dio come un capovolgimento della realtร . Crolla tutto ciรฒ che appariva, al giudizio di tutti, come indistruttibile โ il tempio ne รจ un esempio โ affinchรฉ si manifesti la gloria di Dio in tutta la sua potenza. La Pasqua, morte e risurrezione di Gesรน, รจ il segno del cambiamento e il tempo del compimento.
La Pasqua non รจ semplicemente la conclusione della storia che lo riguarda, ma Gesรน la presenta come il fine della sua vita e di quella dei suoi discepoli. Tutta lโesistenza terrena di Gesรน รจ sotto il segno della Pasqua che rappresenta lโorizzonte imprescindibile per comprenderne il valore salvifico. Senza questa prospettiva pasquale non si riesce a cogliere il significato dellโesistenza attraversata da profonde crisi e la loro portata nel progetto di Dio.
Le parole di Gesรน piรน che un avvertimento minaccioso suonano come un annuncio che informa per preparare a vivere il doloroso cambiamento e per sperimentare il gioioso compimento (beatitudine). In tutto questo Dio non รจ semplicemente il regista che dirige gli attori dallโesterno del set, ma รจ coprotagonista della storia insieme agli uomini. La relazione con Lui diventa fondamentale nella salvezza, ovvero nella riuscita della vita soprattutto quando si attraversano le prove. Esse rivelano la qualitร del rapporto con Dio che non puรฒ ridursi a verbalismo vuoto di sentimento e sterile di opere buone.
Lโesempio di Noรจ รจ portato perchรฉ chi ascolta Gesรน (il Crocifisso risorto che parla alla Chiesa nellโassemblea liturgica riunita anche nei momenti di profonda crisi) possa leggere la sua storia riconoscendo il valore della Parola di Dio che va messa in pratica e non semplicemente conosciuta. Quelli che vivevano insieme a Noรจ conducevano una vita normale ma incapsulati nel loro mondo nel quale il cambiamento non era coniugato al compimento. Vivere lโoggi senza il domani di Dio significa scivolare verso il buco nero della morte che tutto divora.
Il messaggio di Gesรน aiuta a vivere lโoggi alla luce del domani di Dio, il โgiorno terzoโ, che รจ la vita risorta. La Pasqua รจ la ยซvenuta del Figlio dellโuomoยป. Il termine greco (parousia) tradotto con ยซvenutaยป letteralmente significa ยซpresenzaยป e nel linguaggio greco-romano indicava la visita ispettiva ufficiale e solenne del re o del generale. Nel contesto della letteratura profetica il termine ยซparousiaยป evoca il giudizio finale di Dio che si erge quale giudice universale per separare i santi dagli empi. La separazione รจ evidenziata nella duplice immagine della coppia di uomini che lavorano nei campi e di donne che macinano alla mola. Cosa determina questa diversitร di sorte?
Essi non si distinguono tra loro per le opere ma per le intenzioni. I santi non si distinguono dagli empi per il numero di opere buone che compiono ma dal fatto che esse sono fatte in obbedienza a Dio oppure a prescindere dalla sua Parola. In altri termini, le opere buone possono essere il mezzo per autorealizzarsi o il modo con il quale mettere in pratica la volontร di Dio collaborando con Lui alla storia della salvezza. Noรจ si salva e salva anche chi accoglie la sua proposta, che agli occhi degli altri appariva assurda, perchรฉ, conoscendo lโapprossimarsi del diluvio, segue il comandamento ricevuto da Dio. Il diluvio non รจ una punizione di Dio ma rappresenta le crisi della vita.
Esse le appartengono e sono lo strumento del suo cambiamento: in meglio se vissuto come occasione di rinnovamento, in peggio se affrontate con superficialitร e arroganza. La parabola del padrone che custodisce la sua casa dalle intrusioni del ladro spiega bene quali sono i sentimenti che devono albergare nel cuore di chi sa che deve affrontare delle prove dolorose ma ne ignora il tempo e le modalitร . Le tribolazioni sono passaggi necessari, benchรฉ dolorosi, affinchรฉ il cambiamento diventi compimento.
ร necessario prepararsi allโincontro con il Signore che viene vigilando su sรฉ stessi con una condotta di vita sobria. Vegliare significa lottare contro il sonno della paura che induce a regredire ripiegandosi su sรฉ stessi e i propri interessi. La lotta contro la paura si ingaggia con le armi della Parola di Dio che illumina con la speranza gli enigmi del presente e permette di tenere desta lโattenzione verso Dio e i fratelli.
Meditatio
Nel tempo liturgico dellโAvvento risuona lโannuncio della ยซparousiaยป, ossia della presenza di Dio nella storia, e lโesortazione allโattesa, intesa in senso dinamico, quale tensione verso Dio che viene a salvarci. Con un linguaggio volutamente provocatorio Gesรน vuole attirare lโattenzione distogliendola dallโesclusiva cura dei nostri interessi. Nella pagina evangelica della domenica che inaugura un nuovo anno liturgico, Gesรน parla della sua venuta. La celebrazione del Natale, con cui culminerร il tempo dellโAvvento, ci ricorda che in Gesรน bambino si manifesta la bontร di Dio che si fa uno di noi in tutto.
Infatti, canteremo con SantโAlfonso Maria De Liguori: ยซTu scendi dalle stelle, o Re del cielo e vieni in una grotta al freddo e al geloยป. Nel Libro dellโApocalisse Gesรน, crocifisso e risorto si presenta come ยซColui che รจ, che era e che vieneยป. Dio viene in mezzo a noi per camminare insieme a noi, abitare la nostra casa, essere partecipe e condividere le nostre gioie e i nostri dolori, fatiche e successi. Egli viene per accompagnarci verso la Casa di Padre e fare festa con Lui. La presenza di Dio non รจ invasiva ma discreta e propositiva. Egli viene, bussa alla porta del cuore, chiama per nome, si appella alla coscienza e nel silenzio resta in attesa della nostra risposta.
Il richiamo ai giorni di Noรจ e il racconto che gli evangelisti fanno della nascita di Gesรน, mettono in evidenza il clima nel quale Dio viene in mezzo a noi. La freddezza, richiamata nel canto popolare di Natale, si riscontra nelle nostre relazioni spesso vissute in maniera meccanica perchรฉ sganciate dalla fede e dallโattesa dellโincontro con Dio. ยซI giorni di Noรจยป sono anche i nostri nei quali abbiamo trasformato la prima benedizione di Dio allโuomo, ยซcrescete e moltiplicateviยป, nella maledizione dellโaviditร e dellโindifferenza.
I nostri giorni sono una corsa contro il tempo in cui lโaffanno dellโattivismo ruba lo spazio al respiro silenzioso dellโascolto e contemplazione. Piรน che seguire la voce dello Spirito rincorriamo i sogni propri e le attese (o pretese) altrui. La parola dโordine รจ ottenere tutto e subito. Dal vocabolario di uso quotidiano sono scomparse le parole quali riflessione, pazienza, discernimento, ponderazione, prudenza. La compulsivitร con la quale affrontiamo la vita ci dร lโimpressione di essere in una notte buia senza punti di riferimento per orientare le nostre scelte. Presi dalla paura dellโincognito afferriamo qualsiasi cosa ci venga sottomano con lโillusione che sia un punto dโappoggio sicuro.
Gesรน, venuto e presente in mezzo a noi, chiede di vigilare, cioรจ di tenere gli occhi aperti per riconoscerlo e amarlo. Il desiderio di Lui ci aiuta a tenere desta lโattenzione contro il ladro, che vuole rubarci la speranza, ma anche a trasformare lโansia in trepidazione che si traduce in sollecitudine e cura premurosa ai piรน piccoli.
Lโattesa cristiana non รจ statica e rassegnata aspettativa della realizzazione di un fato. Il tempo dellโAvvento ci forma ad attendere con cuore aperto per accogliere il Signore che viene. Lโattesa รจ risposta al suo invito ad abitare con Lui, sul monte. Ci chiama a salire lasciando la valle delle nostre beghe di bassa lega, trasformando le armi con le quali ci facciamo guerra in strumenti con i quali coltivare le relazioni che giร abitiamo.
Attendere รจ avere uno sguardo attento per cogliere tutte le possibilitร dโincontro, di dialogo, senza fuggire i conflitti, ma affrontandoli in maniera matura e costruttiva. Essi sono opportunitร nelle quali prendere coscienza delle differenze e decidere se trasformarle in spazio dโincontro e reciproco dono oppure usarle come alibi per marcare le distanze e creare divisioni.
Lโattesa non รจ lโinsieme delle nostre attese da soddisfare, ma รจ la faticosa ricerca del senso degli eventi. La vita, come la terra, la si possiede veramente non quando la si difende con le armi, ma quando la si coltiva per renderla feconda di frutti.
Lโattesa cristiana รจ preparazione allโincontro con il Liberatore che non viene per mettersi dalla parte di uno contro qualcun altro, ma per renderci veramente liberi costruttori della civiltร di pace.
Lโattesa รจ giร incontro con il Signore che viene nel sole che sorge inaugurando un nuovo giorno, nella pioggia che bagna la terra perchรฉ faccia germogliare, fiorire e fruttificare il seme custodito in essa. Dietro ogni sguardo, negli occhi di chi si affaccia alla vita e di chi si congeda da essa, nelle membra doloranti di chi soffre e di quelle di chi si unisce per amore, in ogni persona che lotta per la giustizia e sโimpegna con lo studio e il lavoro a costruire un futuro piรน bello per sรฉ e per gli altri, Dio viene, Dio cโรจ. Dove cโรจ Caritร lรฌ cโรจ Dio che mi attende!
Leggi la preghiera del giorno.
Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร biblica a Matera
Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna“



