don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 26 Maggio 2020

Pregare per essere luce nel tunnel

San Filippo Neri

Il lungo discorso che Gesù rivolge ai discepoli in prossimità della sua passione si conclude con la preghiera rivolta al Padre. Gli ultimi insegnamenti di Gesù hanno riassunto la testimonianza resa a Dio attraverso i segni compiuti e le parole pronunciate da lui. La preghiera non è solamente il vertice dell’insegnamento di Gesù, ma il fine a cui tende. Chi lo ascolta viene coinvolto nell’orazione con la quale Gesù alza gli occhi al cielo, non per distoglierli dai fratelli, ma perché essi stessi possano rivolgerli fiduciosi verso il Padre e pregarlo. La preghiera è la forma più alta di relazione d’amore con Dio.

Gesù prega nell’ora cruciale della sua vita in cui non gli viene risparmiata nessuna sofferenza ma nella quale anche l’amore per il Padre e per i fratelli raggiunge il suo punto più alto. È l’ora della prova in cui, davanti alla prospettiva della morte, il cuore dell’uomo trema e avverte un profondo senso di solitudine. È l’ora nella quale più urge il bisogno di solidarietà, sostegno, protezione e si ricercano certezze e garanzie. Quando esse vengono meno quando più ne necessitiamo la preghiera risulta essere l’unico modo per non rimanere schiacciati dalla delusione e dalla disperazione. Con la preghiera distogliamo lo sguardo dal nostro io misero, insufficiente, ferito, per elevarlo al cielo, al Padre, verso cui elevare i cuori. Se i problemi e le preoccupazioni che ci assillano ci indurrebbero a gettare la spugna, a fare un passo indietro, a voltare le spalle agli ingrati, la preghiera, quella eucaristica in particolare, diventa una formidabile ricarica di speranza e di fiducia. La liturgia ci insegna a pregare: «In alto in nostri cuori … sono rivolti al Signore; Rendiamo grazie al Signore … è cosa buona e giusta».  

Gesù pregando eleva gli occhi e il cuore verso il Padre al quale chiede: glorificami! Egli sa di andare incontro all’umiliazione e chiede di essere glorificato. Di primo acchito potremmo pensare che la gloria sia la fama, il successo, il trionfo sui nemici, la vendetta, la ricchezza. In realtà Gesù sta chiedendo al Padre il dono del suo Spirito, il suo Amore, per poter percorrere fino in fondo la via della croce. La logica del mondo avrebbe indotto Gesù a vedere nella croce il fallimento tanto da spingerlo a reputare inutile continuare ad amare gli uomini. Il Padre glieli ha affidati e lui vuole amarli fino alla fine, costi quello che costi. La volontà di andare fino in fondo non basta ma occorre il sostegno dello Spirito Santo. Senza di Lui tutto frana, soprattutto i progetti fondati sulla nostra buona volontà. 

«Io prego per loro, per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi». La preghiera raggiunge il suo scopo allorquando colui che prega e quelli per i quali si prega diventano essi stessi una offerta a Dio. La preghiera non ci fa vedere la luce in fondo al tunnel, ma ci fa essere luce nel tunnel delle difficoltà mentre lo si percorre.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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