don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 25 Febbraio 2024

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LEGร€MI SLEGATI – II DOMENICA DI QUARESIMAย (ANNO B)ย โ€“ Lectio divina

Dal libro della Gรจnesiย Gen 22,1-2.9.10-13.15-18

Il sacrificio del nostro padre Abramo.

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: ยซAbramo!ยป. Rispose: ยซEccomi!ยป. Riprese: ยซPrendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, vaโ€™ nel territorio di Mรฒria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherรฒยป.

Cosรฌ arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruรฌ lโ€™altare, collocรฒ la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma lโ€™angelo del Signore lo chiamรฒ dal cielo e gli disse: ยซAbramo, Abramo!ยป. Rispose: ยซEccomi!ยป. Lโ€™angelo disse: ยซNon stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenitoยป.

Allora Abramo alzรฒ gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andรฒ a prendere lโ€™ariete e lo offrรฌ in olocausto invece del figlio.

Lโ€™angelo del Signore chiamรฒ dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: ยซGiuro per me stesso, oracolo del Signore: perchรฉ tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerรฒ di benedizioni e renderรฒ molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che รจ sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirร  delle cittร  dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perchรฉ tu hai obbedito alla mia voceยป.

La (s)legatura

Il capitolo 22 di Genesi รจ tra i piรน drammatici per il racconto da cui trasuda tensione fin dalla prima parola. Dio mette alla prova Abramo! Si tratta di una verifica che avviene a conclusione di un itinerario iniziato a Carran dove Abram era stato raggiunto dalla parola del Signore. Anche in quel caso un imperativo, ยซvattene da โ€ฆยป. Dio gli chiede di separarsi dalla casa di suo padre, di lasciare tutto ciรฒ che appartiene a lui, per andare verso una terra che Dio gli farร  vedere. Il test serve a rivelare qualcosa che รจ ancora nascosto. Isacco รจ un dono di Dio che Abramo ha ricevuto. La verifica intende portare in luce le intenzioni di Abramo nel ricevere il dono, cioรจ quale relazione instaura con lui. รˆ dunque in gioco la paternitร  di Abramo. Non basta avere avuto un figlio per essere padre. Per esercitare la paternitร  bisogna impostare in un determinato modo la relazione con il figlio. Abbiamo giร  visto in precedenza che la relazione coniugale รจ stata sanata non perchรฉ si รจ stati fertili, ma perchรฉ si รจ diventati fecondi lasciando che la benedizione di Dio potesse concretizzarsi attraverso un rapporto coniugale riequilibrato.

A Dio che chiama per nome Abramo, lui risponde prontamente con il suo eccomi. Dio lo cerca, lui si fa trovare pronto. Il comando che il Signore gli rivolge ha qualcosa di ambiguo che la traduzione non fa cogliere a pieno ma che la tradizione ebraica ha notato. Dopo aver detto ad Abramo di prendere con sรฉ Isacco, il suo unico figlio, quello amato (unito a lui) e di andare nel territorio di Mรฒria, comanda: ยซFallo salire lร  per un olocaustoยป. Il comando non dice esplicitamente di offrirlo in sacrificio ma parla in maniera vaga lasciando lo spazio a due interpretazioni.

Al lettore appare chiara lโ€™intenzione di Dio di far emergere la veritร  ma piรน ancora di mettere Abramo in crisi in modo tale che la sua scelta lo faccia passare definitivamente sul versante della veritร  o rimanere su quello della menzogna. In altri termini la domanda riguarda la scelta di relazione che Abramo vuole costruire con Dio e con Isacco. Il figlio unigenito che ama, ovvero quellโ€™unico figlio che gli รจ rimasto, dopo che ha lasciato andare Ismaele, lo vuole trattenere per sรฉ come un bene che gli appartiene in maniera esclusiva? Oppure riconoscerร  in lui il segno della benevolenza del Signore e si aprirร  allโ€™altro con fiducia?

Il comando di Dio รจ volutamente ambiguo perchรฉ dallโ€™interpretazione che ne darร  Abramo e dalla scelta che farร  si rivelerร  nella sua vera personalitร . In ebraico lโ€™aggettivo unico significa anche unito. Cosรฌ come lo stesso aggettivo unico in forma sostantivata รจ sinonimo di Dio e della vita. Dunque, la domanda che crea la suspance si pone in questi termini: Abramo terrร  legato a sรฉ Isacco facendolo salire con sรฉ per assistere al sacrificio richiesto oppure lo farร  salire come sacrificio, ovvero lo riconoscerร  come dono di Dio e lo restituirร  come contro-dono a Lui in segno di alleanza? In un certo senso la feconditร  della sua paternitร  dipende dallโ€™umiltร  con la quale vive la sua figliolanza a Dio.

Il racconto a questo punto ha un ritmo molto rallentato e le stesse parole di Abramo ai servi prima e la sua risposta a Isacco lasciano il lettore nel vago intuendo cosรฌ anche il travaglio del patriarca che cerca di capire il senso del comando di Dio e la scelta da compiere. Si puรฒ pensare che Abramo si sia posto domande cruciali. รˆ possibile che Dio chieda una cosa che va contro la natura? Un padre potrebbe mai uccidere il proprio figlio, potrebbe una persona, sana di mente, rinunciare alla sua unica vita? Tuttavia, non รจ altrettanto contro natura legare a sรฉ un figlio sacrificandolo sullโ€™altare della propria possessivitร ? Se Abramo scegliesse di sacrificare suo figlio non si assumerebbe la responsabilitร  di far naufragare quel progetto che Dio stesso gli ha chiesto di realizzare con Lui? Puรฒ Dio chiedergli di assumersi tale responsabilitร ?

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La promessa del ritorno che Abramo fa ai servi รจ una menzogna perchรฉ non intervengano in maniera indebita o perchรฉ la sua fiducia รจ tale che crede che ritornerร  da loro con il figlio. La risposta che Abramo dร  ad Isacco che gli chiede dove sia lโ€™agnello dellโ€™olocausto: ยซDio vedrร  per lui lโ€™agnello per lโ€™olocaustoยป e un modo per celare al figlio le sue reali intenzioni o ha fiducia in Dio che provvederร  al sacrificio?

Quali siano le intenzioni di Abramo lo veniamo a sapere solo quando il Patriarca lega Isacco. Ancora il ritmo del racconto rallenta quasi a voler dare tempo a Dio per il suo intervento. Ormai Abramo ha fatto la sua scelta e ha optato per quella piรน esigente, sacrificare suo figlio.

Ormai quando la intenzione della scelta รจ chiara Dio chiama Abramo come aveva fatto allโ€™inizio e Abramo risponde prontamente ยซEccomiยป come se stesse aspettando quella parola. A Dio รจ bastata vedere lโ€™intenzione di Abramo, quello che nel suo cuore ha scelto di essere. Abramo non si รจ lasciato vincere dalla paura alimentata dalla cupidigia, non ha voluto trattenere per sรฉ il figlio per garantirsi lโ€™avvenire, ma lo ha offerto a colui che lo aveva donato.

Abramo aveva detto a Isacco che Dio avrebbe visto per lui lโ€™agnello; il patriarca alzando gli occhi vede un ariete e lo offre al posto di Isacco. Quellโ€™ariete, padre dellโ€™agnello, significa Abramo stesso, padre di Isacco, che Dio ha visto perchรฉ lui si รจ lasciato vedere offrendosi sullโ€™altare. Abramo offrendo lโ€™ariete rinuncia alla paternitร  intesa come possesso, per riceverla da Dio come un dono per sempre.

Quel luogo acquista un nome che ricorda il faccia a faccia tra Dio e Abramo in cui si vede e ci fa federe segno di una relazione nella quale cโ€™รจ una reciprocitร  nel dare e nel ricevere, nellโ€™accogliere e nel donare. Dio garantisce ad Abramo che si compirร  ciรฒ per cui ha scelto dโ€™impegnare tutta la sua vita: non il possesso di beni, ma lโ€™essere mediatore per tutti i popoli di quella benedizione che non ha trattenuto per sรฉ ma che ha scelto di farne un dono per tutti.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romaniย Rm 8,31-34

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio.

Fratelli, se Dio รจ per noi, chi sarร  contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerร  forse ogni cosa insieme a lui?

Chi muoverร  accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio รจ colui che giustifica! Chi condannerร ? Cristo Gesรน รจ morto, anzi รจ risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

Un amore a prova di dubbio

San Paolo fa sue le domande dubbiose dei credenti che la cui fede รจ messa in crisi dalle prove della vita ma anche da coloro che si spacciano per maestri ma sono degli impostori. Nella sofferenza e nella consapevolezza del proprio peccato sorge la domanda sullโ€™effettivo perdono di Dio o, invece, guarda con occhi di sospetto. Rispondendo lโ€™apostolo ribadisce il cuore del Vangelo: Dio Padre per amore ha donato suo Figlio per rendere giusto lโ€™uomo e santificarlo. Egli, crocifisso e risorto, รจ il nostro protettore e intercessore. La potenza del suo sacrificio annienta la forza del peccato e ci ristabilisce nella relazione filiale con Dio nella quale troviamo la nostra gioia.

+ Dal Vangelo secondo Marcoย Mc 9,2-10

Questi รจ il Figlio mio, lโ€™amato.

In quel tempo, Gesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosรฌ bianche. E apparve loro Elia con Mosรจ e conversavano con Gesรน. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesรน: ยซRabbรฌ, รจ bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป. Non sapeva infatti che cosa dire, perchรฉ erano spaventati. Venne una nube che li coprรฌ con la sua ombra e dalla nube uscรฌ una voce: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: ascoltatelo!ยป. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro piรน nessuno, se non Gesรน solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare ad alcuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโ€™uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

LECTIO

Il racconto dellโ€™evento della Trasfigurazione va letto alla luce delle Scritture ebraiche, in particolare quelle nelle quali avviene una Teofania, ovvero Dio si manifesta. Il racconto di Es 24 potrebbe aiutarci a cogliere la portata della narrazione di Marco che pone in evidenza il tema della identitร  di Gesรน. Dopo la domanda posta ai discepoli e la risposta di Pietro che confessava la sua certezza che egli fosse ยซil Cristoยป, Gesรน inizia ad offrire un insegnamento nuovo rispetto a quello dato fino a quel momento. La predicazione in Galilea, suffragata dalle guarigioni e dagli esorcismi, si era concentrata sulla presenza del regno di Dio e sulla necessitร  di coltivare la fede per godere dei suoi benefici.

Lโ€™esperienza missionaria condivisa con i discepoli รจ stata portata avanti non senza crisi che hanno fatto emergere una dopo lโ€™altra le questioni scottanti riguardanti lโ€™autoritร  di Gesรน e la novitร  del suo insegnamento. Con il primo annuncio della passione (8,31s.) lโ€™insegnamento di Gesรน ha come oggetto lโ€™evento della Pasqua nella quale il Figlio dellโ€™uomo avrebbe dovuto subire la passione a causa delle autoritร  religiose e la morte per poi risorgere il terzo giorno. Pietro rimane sconcertato da questa prospettiva e si oppone, ma Gesรน lo richiama allโ€™ordine e, rivolgendosi alla folla insieme ai discepoli, chiarisce quali siano le condizioni per seguirlo. Gesรน indica la sofferenza non come fine della vita ma come mezzo per giungere alla salvezza, ovvero il tempo nel quale il Figlio dellโ€™uomo inaugurerร  il regno datogli dal Padre suo (8, 38; 9, 1).

Dalle parole di Gesรน si delinea allโ€™orizzonte del cammino lโ€™evento della Pasqua attraverso il quale si rivelerร  a tutti il Regno di Dio annunciato. Non si tratta solo di una profezia, ma Gesรน vuole offrire una parola che guidi i suoi discepoli nel dramma degli eventi pasquali al fine prendere con lui la croce, attraversare la passione e giungere alla salvezza. รˆ comprensibile che la strada tracciata e indicata da Gesรน fa paura perchรฉ appare piรน drammaticamente reale la prospettiva della morte e molto meno quella della risurrezione che rimane qualcosa di incomprensibile in quanto non appartiene allโ€™esperienza umana. La novitร  dellโ€™insegnamento di Gesรน sta nellโ€™indicare la meta del suo cammino e della sua missione nella risurrezione che รจ il compimento del senso della sua vita e di quella di coloro che scelgono di seguirlo. รˆ la risurrezione la ยซgloria del Padre suoยป e ยซil regno di Dio nella sua potenzaยป.

In questo contesto Gesรน prende lโ€™iniziativa di salire su un alto monte portando con sรฉ solo Pietro, Giacomo e Giovanni. I discepoli assistono ad un evento improvviso e inedito. Vedono le vesti di Gesรน assumere uno splendore tale da far comprendere che non puรฒ essere opera umana, ma divina. Gli occhi dei tre discepoli contemplano anche la presenza di Mosรจ ed Elia che dialogano con Gesรน. A quella vista Pietro cerca di esprimere lo stupore di ciรฒ che sta accadendo e che vorrebbe continuasse ancora. Le sue parole sono interrotte dal sopraggiungere di una nube che li avvolge e dalla quale proviene una voce che si rivolge al loro indicando in Gesรน il Figlio, lโ€™amato, e invitandoli ad ascoltarlo. Il messaggio celeste chiude anche la visione, terminata la quale gli apostoli, guardandosi attorno, non vedono che Gesรน solo con loro. Non hanno il tempo di chiedergli spiegazioni perchรฉ ricevono lโ€™ordine di non proferire parola con nessuno fino al momento della risurrezione dai morti. Gli apostoli avevano sentito parlare della risurrezione dei morti, non della risurrezione dai morti e quindi si domandano tra loro cosa significasse.

La questione sulla identitร  di Gesรน posta sin dalle prime battute del racconto evangelico e messo a tema dalla domanda rivolta dal Maestro ai suoi discepoli, riveste un ruolo fondamentale nella narrazione dellโ€™evento. La gente, compreso molti discepoli, ascoltando il suo insegnamento e conoscendo il suo potere taumaturgico pensa che Gesรน sia un vero uomo di Dio sul modello di Elia o di uno dei profeti. Pietro nella sua risposta ha osato spingersi fino a identificarlo con il Cristo, cioรจ con lโ€™Unto di Dio, il consacrato dal Signore per essere re dโ€™Israele.

La risposta di Pietro ha indotto Gesรน a pensare che fossero maturi i tempi per definire piรน chiaramente i lineamenti della sua identitร  ricorrendo allโ€™immagine del ยซFiglio dellโ€™uomoยป che รจ presente negli oracoli profetici che annunciano lโ€™intervento di Dio per instaurare il suo regno ed esercitare la sua potestร . La letteratura apocalittica alimenta la speranza dellโ€™avvento di Dio che viene con potenza a fare giustizia, condannando i colpevoli e premiando i giusti. Nel momento in cui Dio fosse intervenuto contro i suoi nemici il suo popolo sarebbe stato finalmente libero. Lโ€™attesa messianica รจ carica di tensione di carattere sociale ed economico che fa passare in secondo piano quello spirituale.

La dimensione religiosa della vita รจ posta in connessione con i problemi di carattere politico da cui derivano le ingiustizie e gli squilibri sociali. Detto in altri termini, la fede รจ vissuta seguendo le regole mutuate dal sistema sociale mettendo in ombra la dimensione spirituale della persona, quella, cioรจ, che attiene il suo cuore e la libera determinazione di sรฉ stesso. Gesรน viene a mettere in crisi una certa teologia per la quale la salvezza coincide con il mutamento dello scenario socio-politico-economico tali da poter garantire sulla libertร  e il benessere delle singole persone.

Lโ€™insegnamento di Gesรน mira a far cambiare punto di vista per assumere quello di Dio il quale viene non per ristabilire un ordine sociale teocratico nel quale lโ€™autoritร  divina si fonde e si confonde con quella mondana, ma per creare un nuovo ordine nel quale vige solo la legge dellโ€™amore. La gente, compreso i discepoli, ha visto in Gesรน quello che ha voluto vedere, proiettando in lui la comune speranza mondana. La fede dei poveri, di qualsiasi religione o nazione fossero, li ha spinti ad avvicinarsi a Gesรน per avere con lui un contatto diretto e hanno sperimentato la sua forza sanante.

Gesรน guida tre dei suoi discepoli, forse quelli piรน restii a comprendere la portata della sua missione, a fare unโ€™esperienza con lui, loro soli. Gli stessi erano stati tra i discepoli gli unici testimoni insieme ai suoi genitori del ยซrisveglioยป della figlia di Giairo (Mc 5, 21s.). Il ยซmonte altoยป richiama il luogo sacro dal quale Dio tutto vede e giudica, ma anche sul quale Il Signore si mostra, si fa vedere, si rivela. Nella prima lettura il racconto del sacrificio dโ€™Isacco pone lโ€™accento sul fatto che Dio vede Abramo, cioรจ partecipa con lui al momento piรน drammatico, ma anche il piรน bello e fecondo della sua vita. Dio non si ferma al gesto del sacrificio, ma allโ€™intenzione del suo cuore. Quello di Abramo รจ veramente un cuore libero e tutto orientato al dono di sรฉ. Il Signore in Abramo vede se stesso e il patriarca, vera icona del Dio invisibile, diventa veramente quello che dice il suo nome: padre di una moltitudine. Benedetto diviene mediatore di benedizione per tutti. Attraverso Abramo lโ€™alleanza di Dio รจ offerta a tutti.

La trasfigurazione รจ un evento nel quale opera la mano di Dio. Le vesti indicano la persona nella sua identitร  e dignitร . Il lembo del suo mantello รจ giร  stato un simbolo della potenza insita nella persona di Gesรน. Il vestito nel racconto della Pasqua svolge un ruolo importante. La narrazione si apre e si conclude con la figura del ยซgiovinettoยป che prima fugge via nudo lasciando cadere il lenzuolo di cui era coperto e poi lo ritroviamo nel sepolcro rivestito di una veste bianca nel giorno della risurrezione. La nuditร  del giovinetto รจ la cifra simbolica della passione di Gesรน che viene spogliato di tutto e muore ยซsoloยป; lo stesso giovinetto rivestito della veste bianca indica il Cristo Risorto che da Dio ha ricevuto la nuova dignitร , come Abramo dopo la rinuncia a possedere il figlio e trattenerlo per sรฉ, รจ stato benedetto e reso fecondo perchรฉ generatore della vita alla moltitudine dei suoi figli.

La conversazione di Gesรน con Elia e Mosรจ indica ai discepoli che essi, nel loro rapporto con il Maestro devono ispirarsi ad Elia e a Mosรจ che nei momenti piรน difficili della loro missione hanno cercato il dialogo con il Signore. La reazione di Pietro, da una parte rivela il fatto che non sono spettatori passivi e dallโ€™altra che si fanno portare dallโ€™entusiasmo senza perรฒ lasciarsi interrogare sul senso di ciรฒ che sta accadendo. Si sentono interpellati e Pietro si fa portavoce di tutti esprimendo la loro gioia nellโ€™essere lรฌ con lui e partecipare cosรฌ intimamente a quel momento di grazia. Stanno talmente bene che vorrebbero creare le condizioni perchรฉ quella situazione permanga per il tempo piรน lungo possibile. I discepoli non hanno ancora compreso che lo stare con Gesรน deve necessariamente tradursi nella missione; dal monte รจ necessario scendere per le strade. La fede non puรฒ ridursi a esperienze di benessere psico-spirituale o pseudo spirituale prive dello slancio missionario.

La nube e la voce sono un chiaro segno della presenza di Dio giร  rilevata nel mutamento delle vesti di Gesรน. Il Padre, come era intervenuto al battesimo rivolgendosi a Gesรน, parla ai discepoli indicando in lui suo Figlio, lโ€™amato. La voce del Padre conferma la parola di Gesรน sul destino del ยซFiglio dellโ€™uomoยป. Gesรน รจ il Figlio di Dio e figlio dellโ€™uomo. La sua umanitร  sarร  oggetto delle umiliazioni attraverso le quali Dio rivela quanto e come ami gli uomini. Egli stesso, attraverso suo Figlio, si carica del peccato degli uomini, perchรฉ essi possano ricevere attraverso di lui la benedizione e diventare suoi figli.

Ascoltare significa fidarsi di lui e seguirlo fino alla croce. Quello รจ il monte alto sul quale veniamo trasfigurati e diveniamo immagine di Dio.

MEDITATIO

Legร mi slegati

Nella seconda domenica di Quaresima dal deserto siamo condotti su un ยซalto monteยป. Piรน che luoghi fisici sono spazi dellโ€™anima. Lo Spirito spinge Gesรน nel deserto dove rimane per quaranta giorni ad indicare che lโ€™amore spinge Dio nel farsi prossimo allโ€™uomo per prendersi cura di lui soprattutto nella prova. Gesรน conduce su un alto monte tre dei suoi discepoli per stare con loro soli, in disparte. Lโ€™uomo รจ raggiunto da Dio nella sua condizione di precarietร  e limite per rivelarsi come colui che lo ama, lo salva (risorge) dalla morte e dร  una forma nuova alla sua vita.

Il Sal 115 offre la testimonianza di fede dellโ€™orante che prega Dio e crede in lui anche se il suo animo รจ triste. Nella prova sentiamo che le cose non vanno come devono andare, almeno come crediamo noi che debbano andare. Come per Abramo anche a noi la vita sembra costantemente richiederci qualcosa che ci appartiene e a cui ci siamo legati. Isacco รจ il figlio amato, lโ€™unico, ossia quello al quale il padre si sente unito, una cosa sola. La vicenda di Abramo insegna che la fede รจ un cammino in salita attraverso il quale siamo educati a ยซslegareยป le persone che amiamo, ossia a sciogliere i legacci che trattengono gli altri come fossero un tesoro da possedere. Comunemente viviamo lโ€™amore come ยซlegarci a qualcunoยป e avvertiamo paura quando sentiamo di essere destinatari di un amore del genere. Il cammino di fede รจ essenzialmente un cammino di purificazione dellโ€™amore affinchรฉ esso sia generativo e non possessivo. Non si tratta di ยซliberarciยป dei legami ma di ยซliberareยป le relazioni, ossia rendere lโ€™amore veramente libero attraverso il gesto del sacrificio. Abramo diventa padre dโ€™Isacco, non quando lo concepisce, ma quando lo dona a Dio, slegandolo da sรฉ per riceverlo nuovamente come dono da Lui. La vicenda di Abramo fa intravedere il volto di Dio che non รจ un despota che getta lacci per controllarci e gestirci, ma รจ un padre che educa i suoi figli ad amare come lui li ama.

La fede รจ un cammino di trasformazione, o meglio diremmo, di trasfigurazione, attraverso il quale Dio ci rende partecipe della sua forma, cioรจ del suo modo di vivere e di amare. Lโ€™evangelista Marco si serve dellโ€™immagine della veste che simboleggia la ยซformaยป di vita. San Paolo afferma che Gesรน non considerรฒ la sua ยซformaยป (condizione di vita) divina un tesoro da tenere stretto per sรฉ, ma svuotรฒ sรฉ stesso per assumere la ยซformaยป (la condizione di vita) umana, facendosi servo fino alla morte di croce (Fil 2). Gesรน nella passione viene spogliato delle vesti e appare in tutta la sua nuditร . Sulla croce, povero di tutto, egli offre lโ€™unica cosa che gli rimane, la vita. Essa non gli viene tolta ma lui stesso la offre. รˆ lรฌ che Dio si fa vedere! Nella morte in croce Dio mostra lo splendore della sua gloria, la potenza del suo amore riconosciuta dal centurione: ยซVeramente questโ€™uomo era Figlio di Dioยป. Sulla croce Dio si rivela come Padre che per amore non risparmia suo figlio, non lo trattiene per sรฉ, ma lo ยซslegaยป, lo offre in dono per noi uomini peccatori.

La trasfigurazione che avviene sul monte รจ anticipazione e rivelazione dellโ€™evento della croce. Quando siamo tristi e consapevoli di portare la nostra croce la voce del Padre ci ricorda che Gesรน la vive con noi. Ascoltarlo significa lasciarci accompagnare da lui perchรฉ impariamo a non subirla come unโ€™ingiustizia, ma a viverla come un tempo di grazia nel quale conformarci a Cristo per fare della nostra vita un dono insieme con lui. Il tempo della Quaresima invita allโ€™ascolto piรน frequente e sostanzioso della Parola di Dio perchรฉ solo essa ci nutre e ci guida nel cammino verso la gioia della Pasqua. La Parola di Dio converte il nostro cuore, lo purifica dalla tendenza alla possessivitร  come quella espressa da Pietro e che echeggia lโ€™atteggiamento di Eva davanti al frutto proibito. Tendenzialmente siamo portati a fissare la felicitร  illudendoci che chiudendola dentro le nostre mani possiamo trattenerla e possederla.

La voce di Dio esprime innanzitutto lโ€™indicativo: ยซQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amatoยป. Gesรน, che sโ€™identifica con il servo sofferente, รจ come Isacco per Abramo. Gesรน รจ il figlio di Dio, รจ tuttโ€™uno col Padre, non perchรฉ sono uniti da legami di possesso, ma perchรฉ, amandosi, sono lโ€™uno un dono per lโ€™altro. Il contenuto fondamentale della rivelazione di Dio sul monte riguarda il suo legame di padre nei confronti del figlio. Gesรน crocifisso รจ il dono di Dio offerto a noi uomini, รจ il modo con il quale si dichiara nostro Padre. Dopo lโ€™indicativo viene lโ€™imperativo: ยซAscoltateloยป. Ascoltare Gesรน significa accogliere la sua parola nel nostro orizzonte mentale, farci guidare dal suo esempio nelle scelte quotidiane e unirci a lui nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce della vita.

Lo splendore della trasfigurazione indica che la meta della nostra vita รจ la felicitร  intesa non come godimento possessivo dei beni, ma come relazione di amore con Dio e i fratelli; un amore veramente libero e che genera persone libere. 

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna

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