Lโultima parola, la definitiva, spetta alla Gioia
Giovedรฌ della VI settimana di Pasqua
La vita รจ come un video che รจ composto da una sequenza di fotogrammi e il tempo altro non รจ che una sequenza di attimi nei quali scorrono le esperienze come le immagini. Gesรน parla ai suoi discepoli del tempo dellโassenza in cui non lo vedranno e di quello della sua nuova presenza nel quale lo rivedranno. I discepoli non capiscono il senso delle parole di Gesรน che sta annunciando loro la sua morte ma anche la sua risurrezione. La domanda รจ sempre la stessa: perchรฉ soffrire? Perchรฉ Dio si sottrae alla vista dei suoi? ร la domanda piรน drammatica che lโuomo si pone quando avverte la pesantezza dellโassenza di Dio, soprattutto nel pianto e nel gemito causato dalle ingiustizie. Il dolore diventa insopportabile quando il ghigno dei superbi, che cantano vittoria sullโinnocente perseguitato, mette a dura prova la speranza riposta nella giustizia divina. La sfrontata allegrezza dei malvagi sembra imprimere il sigillo della definitivitร sul sistema che avvalla la sperequazione, che alimenta la povertร , che crea distanze sempre piรน ampie tra pochi ricchi e molti indigenti, che sfrutta le risorse della natura senza permettere che essa si rigeneri per poter garantire il sostentamento per tutti.
La parola di Gesรน ci invita a rivedere la nostra vita non scorrendo troppo velocemente la sequenza delle esperienze, ma neanche bloccandoci su una di queste impedendo di andare avanti. Ogni momento della vita, soprattutto quello segnato dalla sofferenza non deve essere velocemente archiviato. Se scorrono troppo velocemente le immagini si corre il rischio di perdere dei particolari importanti per cogliere il senso di tutta la vicenda della nostra vita. A volte abbiamo fretta di archiviare momenti della nostra vita, soprattutto quelli nei quali per tanti motivi abbiamo sbagliato, vuoi perchรฉ siamo stati impulsivi, oppure per smania di libertร o ancora per superbia, vuoi pure per superficialitร o, al contrario, puntigliositร su questioni di principio, oppure per lโimprudenza dovuta ad un invaghimento. Ci troviamo tante volte a piangere e gemere non solo per colpa altrui ma anche per responsabilitร propria. Ci sono attimi decisivi nei quali ci lasciamo distrarre e si compromette una vita. Quellโattimo di distrazione che si rivela fatale spesso รจ solo la punta di un iceberg di un modo di vivere distratto dallโeffimero e dal superfluo.ย
La morte รจ certamente uno dei momenti piรน drammatici della vita di una persona e come tali possiamo passarci su sbrigativamente o bloccarci su di essa con la paura di andare avanti e continuare a vivere. Per quanto grande sia il dolore di una perdita o grave lโerrore che ha condotto ad un esito drammatico rimane sempre โun pocoโ sul quale fermarsi, ma non bloccarsi. Bisogna fermarsi a riflettere e ala lasciarsi illuminare la mente da Gesรน con la sua parola. La morte di Gesรน ha liberato la nostra colpa e la nostra debolezza, che ci fanno soffrire, dalla ineluttabilitร della punizione. Gesรน con la sua misericordia riempie di senso anche quel tempo che sembra perso a causa del nostro peccato. Con la sua morte ha redento la nostra morte e con la sua risurrezione ha posto un limite al nostro pianto per trasformarlo in gioia. Il peccato e la morte, con il loro ghigno malefico, non hanno piรน potere per sempre. ยซUn pocoยป รจ la parola di speranza rivolta allโuomo che piange per lโingiustizia, per il lutto, per la povertร , per la sua debolezza: lโultima parola, quella definitiva spetta al Dio della vita.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
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