don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 19 Giugno 2023

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Neutralizzare il virus del male per rendere virale il bene

Lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (2Cor 6,1-10)

Ci presentiamo come ministri di Dio.

Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:

«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

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Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

Oggi è il tempo della salvezza

Paolo è consapevole del fatto che il Signore gli ha dato la grazia d’incontrarlo e di cambiargli la vita perché non vivesse più per sé stesso ma per Colui che è morto e risorto per lui. Solo stando uniti a Cristo si può essere una creatura nuova che, sperimentando la forza rinnovatrice della misericordia di Dio, ne diventa anche l’ambasciatore. Il ministero apostolico nasce dall’esperienza mistica personale ed è strumentale all’obbiettivo di Dio di renderla universale.

Paolo sperimenta che la grazia rinnovatrice non solo ha agito nel momento dell’incontro col Risorto, ma continua ad operare soprattutto nei momenti in cui si manifesta in maniera più drammatica la forza del male e al contempo si rivela in tutta la sua gloria la potenza di Dio che salva. Il tempo della tribolazione, subita da agenti interni ed esterni alla comunità, è quello più opportuno perché, quanto più si si avverte il peso della propria debolezza e insufficienza, tanto più ci si meraviglia della provvidenza di Dio che viene in aiuto a coloro che lo invocano con cuore fiducioso e umile.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,38-42

Io vi dico di non opporvi al malvagio.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.

Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Neutralizzare il virus del male per rendere virale il bene

La cosiddetta «legge del taglione» aveva un intento contenitivo del male. La giustizia incarnata da Gesù, a cui devono tendere anche i discepoli, non si accontenta di limitare l’ingiustizia ma la combatte per vincerla e sradicarla dal cuore degli uomini. I rimedi umani, infatti, a volte sono peggiori dei danni causati dall’ingiustizia, soprattutto quelli che si ispirano al principio della vendetta o dell’auto giustizia. Il primo contrasto al male è distinguerlo dal malvagio. Opporsi al male non significa contrapporsi al malvagio.

Gesù non è il propugnatore di un buonismo di bassa lega ma esorta a condannare il male per salvare il malvagio. Distinguere il male da chi lo commette permette di contenere la rabbia per l’ingiustizia subita e di incanalarla in modo tale che non si trasformi in violenza. Le immagini e il linguaggio volutamente paradossale e provocatorio vorrebbero sottolineare la necessità di reagire al male con azioni che marcano la discontinuità con le offese perpetrate dai malvagi, le umiliazioni inflitte dai cattivi, le pretese accampate dagli arroganti.

Il contrasto più efficace al male non è la punizione, intesa come giusta condanna per chi si è macchiato di un reato o un peccato, ma è la giustizia che punta ad interrompere la spirale di male innescata dall’ingiustizia e a trasformarla in un circolo virtuoso grazie al quale il virus del male è sconfitto e il bene diventa virale.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualità biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna