ยซVi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pienaยป (v.11).
Gioia รจ la parola piรน โaltaโ del nostro vocabolario esistenziale. Piรน alta forse della parola amore (si puรฒ infatti amare senza gioia) e certamente del termine โpiacereโ.
Ma cosโรจ gioia? Il risultato dโuna relazione? In questo caso la gioia cesserebbe con la rottura della relazione.
Conseguenza dalla fruizione di un bene? Fosse cosรฌ la gioia cesserebbe con la scomparsa dellโoggetto goduto.
Il cuore ci suggerisce che devโesserci una gioia โgratuitaโ, ossia slegata da possessi e fruizioni, prestazioni e conquiste. Deve esistere una gioia capace di reggere anche qualora crollasse il mondo intero e un amore finisse.
ร ciรฒ che san Francesco chiama โperfetta letiziaโ, e ha come fondamento il cuore, e deriva dalla partecipazione a qualcosa di molto profondo che giร abita in noi. La si chiami sorgente interiore, corrente sotterranea, fuoco, luce, Dio, Gioia appunto. Per cui la nostra gioia รจ questione di โpartecipazioneโ e quindi di trasformazione.
Gesรน pare suggerirci che partecipando a โCiรฒโ, dentro di noi, se โstiamoโ abitualmente in questo centro incandescente che ci portiamo dentro, partecipiamo di questa Gioia, veniamo trasformati nella Gioia medesima. Ma soprattutto ci ricorda che nessuna situazione, nessuna persona, nessun evento potrร mai toglierci, separarci da questa unione-gioia in quanto divenuta cifra della nostra vita: ยซnessuno vi potrร togliere la vostra gioiaยป (Gv 16, 23).
La gioia perfetta, assoluta in quanto sciolta da prestazioni e legร mi, non risiederร perciรฒ nella positivitร della vita. Non deriva dal costatare che le cose vanno bene, dallโassenza di prove, malattie, sofferenze, ma dalla negativitร โassuntaโ, abbracciata da questa vita ormai trasformata. ร questione di integrazione delle proprie ombre e al contempo di disidentificazione con esse: io non sono tutto ciรฒ. Il mio centro, il mio vero Sรฉ โ Dio/sorgente interiore/fuoco/ecc. โ rimane una fortezza inattaccabile e inaccessibile. Per questo posso permettermi di essere nella pace e nella gioia.
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Paolo qualcosa del genere lโaveva intuito quando scrive ai cristiani di Roma: ยซChi ci separerร dallโamore di Cristo? Forse la tribolazione, lโangoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spada? 37Ma in tutte queste cose noi siamo piรน che vincitori grazie a colui che ci ha amati. 38Io sono infatti persuaso che nรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati, nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze, 39nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcunโaltra creatura potrร mai separarci dallโamore di Dio, che รจ in Cristo Gesรน, nostro Signoreยป (Rm 8, 35.37-39).
AUTORE: don Paolo Squizzato
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