Con il racconto simbolico dellโAnnunciazione a Maria, finisce il tempo della religione, comincia quello della fede.
ยซNon si puรฒ fare un solo passo verso il cielo. Se si contempla il cielo alla fine il cielo arriverร โ (Simone Weil).
La religione sta nella ricerca spasmodica di un dio, la fede รจ aprirsi al Mistero in cui siamo giร immersi.
Maria รจ simbolo della creatura che si compie non facendo, che fa silenzio e si trasforma in nido; disponibilitร ad essere colmata del Tutto che giร lโabita ma di cui non ha fatto ancora esperienza.
Maria รจ detta โvergineโ per indicare qual รจ la naturale statura umana: il โvuoto di sรฉโ realizzato con la morte dellโio, dellโauto-centramento, per giungere finalmente ad esperire dโessere tutta nel Tutto. Un tuttโuno col divino, parte di Dio, come lโonda รจ parte dellโoceano: stessa sostanza ma con nome diverso.
Maria รจ dunque prototipo della creatura umana che accetta di fare esperienza dello Spirito, che ci sta nel rinunciare allo sforzo, che comprende che รจ inutile scalare il cielo a forza di prestazioni perchรฉ lei stessa รจ fatta di cielo.
Maria รจ la donna che ci insegna che โLa creativitร emerge non con lo sforzo della mente, ma quando la mente si rilassa e rimane in silenzio e senza sforzoโ, per trovarci alla fine trasformati in esseri divini.
Dio รจ nemico del vuoto. Per questo, dice la mistica, appena scorge unโassenza รจ obbligato a colmarla. Finchรฉ cโรจ il nostro ego, lui non cโรจ. Quando non cโรจ piรน lโio cโรจ solo Dio.
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Maria รจ simbolo della creatura che non prevede nulla, se non lโimprevedibile. Non attende nulla se non lโinsperato.
Desiderare senza desiderare; attendere ma senza un oggetto atteso.
Finchรฉ attendiamo ciรฒ che immaginiamo possa raggiungerci, ci raggiungerร solo il consueto, e in fin dei conti fantasmi.
AUTORE: don Paolo Squizzato
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