don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 19 Aprile 2020

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Gesรน si manifesta ai suoi nel โ€˜giorno unoโ€™, leggendo letteralmente lโ€™originale. รˆ il giorno da cui scaturiscono tutti i giorni della vita dellโ€™uomo. รˆ il โ€˜primo giornoโ€™ della creazione, che non avrร  piรน fine.

I discepoli, in quel giorno di vita e di ricreazione se ne stanno al chiuso con le porte sprangate, pieni di paura. Ora, in quel cenacolo che ha ancora lโ€™odore del sepolcro, si manifesta il Vivente, Gesรน, e se ne sta ritto in piedi, lร  โ€˜in mezzoโ€™ ai suoi. Quei suoi che solo poche ore prima lโ€™hanno tradito, abbandonato, rinnegato. E lui ora torna da loro. Non โ€˜malgrado tuttoโ€™ ciรฒ che gli hanno fatto passare, ma โ€˜attraverso tuttoโ€™ tutto che ha vissuto a causa loro. Perchรฉ se Cristo รจ il Risorto รจ proprio perchรฉ ha attraversato lโ€™odio, lโ€™inimicizia e il dolore che i suoi gli hanno gettato addosso. Lโ€™amore vince non โ€˜malgradoโ€™, ma solo โ€˜attraversoโ€™ ciรฒ che vive.

Questo si chiama perdono: scommettere ancora una volta su chi ti ha ferito e ucciso. Credere che lโ€™uomo รจ capace di rinascere ancora una volta dalle proprie ceneri.
Ricordiamoci: se possiamo fare esperienza del Risorto nella nostra vita, non รจ a motivo della nostra fedeltร  a lui, del nostro amore per lui, ma per il suo amore e la sua fedeltร  nei nostri confronti.

โ€œSe noi manchiamo di fede, egli perรฒ rimane fedele,
perchรฉ non puรฒ rinnegare sรฉ stessoโ€ (2Tm 2, 13).

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Gesรน giunge dai sui e โ€˜stette in mezzoโ€™. Non sopra. Gesรน non รจ il capo della comunitร , non occupa un posto al vertice, come lโ€™apice di una gerarchia โ€“ cosa che purtroppo accadrร  per i capi nella Chiesa nei secoli โ€“ ma sta โ€˜in mezzoโ€™. Se sta al centro nessuno risulterร  piรน in basso o inferiore: โ€œchi รจ il piรน grande tra voi diventi come il piรน piccolo e chi governa come colui che serve. [โ€ฆ] Io sto in mezzo a voi come colui che serveโ€ (Lc 22, 26s.).

Giunge e la prima parola che pronuncia a questo manipolo di gente improbabile รจ โ€œPace a voi!โ€. Attenti, non รจ un augurio: โ€œvi auguro di sperimentare la paceโ€. Ma un dono: pienezza di vita, felicitร , compimento. Questo dona Gesรน a questi tali che lโ€™hanno ferito, dato che lโ€™amore รจ solo questo: dare la vita a chi gliela toglie, amore talmente forte da lasciare il segno, come di ferita sulle mani e sui piedi: ostensione dellโ€™amore di Dio per lโ€™uomo.

E dona anche lโ€™abbondanza dello Spirito. A noi, rinchiusi dentro ai nostri sepolcri esistenziali, terrorizzati con le porte del cuore sprangate, ci viene insufflato lo Spirito di vita, il medesimo che soffiรฒ dentro a quel fantoccio di terra che fu Adamo, e che lo rese essere vivente. Noi, macerati da sensi di colpa, feriti dai nostri peccati, tradimenti, cadute, riceviamo ora lo Spirito sperimentando la nostra ri-creazione.

E alla fine Gesรน dice: โ€˜A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiโ€™. Bisogna fare molta attenzione a questo passo. Gesรน sta dicendo ai suoi: voi ora portate vita alle persone che incontrerete, gettate luce in faccia alle donne e agli uomini del mondo. Chi lo accoglierร  questo Spirito sarร  risanato, perchรฉ lโ€™amore รจ balsamo che sana le ferite; ma ci sarร  qualcuno che lo rigetterร , e questi rimarranno al buio, perchรฉ liberi di farlo. Il dono del perdono non รจ potere concesso a pochi, ma responsabilitร  che spetta a tutti.

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