Tommaso un giorno ebbe a dire: ยซAndiamo anche noi a morire con luiยป (Gv 11, 16).
Si mostrรฒ coraggioso, pronto a morire per il suo maestro. Un vero credente, ma a conti fatti, un uomo senza speranza.
Crederร anche in Dio, ma non riesce a credere allโamore. Dispera che lโamore possa scavalcare la morte; non crede alla logica del seme: ยซSe il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoยป (Gv 12, 24).
Nel Cenacolo i suoi compagni gli raccontano che il chicco di grano che fu sepolto il venerdรฌ santo ha portato frutto, ma lui su questo non li segue. Ha seguito per anni il maestro, ma in fondo senza mai avere fede in lui, dato che la fede รจ ยซcredere allโamore che Dio ha per noiยป (cfr. 1Gv 4, 16), รจ credere che lโamore rimane fedele, aldilร anche di ogni infedeltร e fragilitร .
Ecco in cosa consiste la disperazione di Tommaso: nellโessere disposto a sacrificarsi per un qualcosa che รจ destinato comunque alla tomba, al fallimento, a finire. Questo morire per unโidea, seppur altissima, รจ solo ideologia.
La questione non รจ schierarsi tra le file dei credenti o dei non credenti, perchรฉ questo non intaccherร mai la vita. Il fatto รจ piuttosto amare lโimpossibile, sapendo che in questo modo il frutto sarร abbondante e il raccolto avrร il sapore della gioia, della pace, della benevolenza e della mitezza (cfr. Gal 5, 20).
Alla fine Tommaso si arrende. Non perchรฉ ha toccato (nel testo non si dice lโabbia fatto), ma perchรฉ si arrende alla pace, quella invocata da Gesรน per tre volte. Percepisce di essere nel Tutto, giร partecipe della Vita, di una luce rigenerante, per questo non ha piรน bisogno di toccare. Sta giร bruciando nella fornace della Luce, che motivo puรฒ avere toccarla?
โMio Signore e mio Dioโ. Niente possesso, solo partecipazione.
AUTORE: don Paolo Squizzato
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