don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2025

Domenica 2 Febbraio 2025 - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 2,22-40

Data:

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ยซQuando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosรจ, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore โ€“ come รจ scritto nella legge del Signoreยป (Lc 2, 22s.).

Ad accogliere Gesรน il vecchio Simeone โ€“ rappresentante dellโ€™antico Israele โ€“ con le parole: ยซEgli รจ qui per la caduta, la resurrezione, โ€ฆ segno di contraddizioneยป (v. 34).

Il termine โ€˜cadutaโ€™ ha significato di crollo, distruzione, rovina. Questo bambino รจ qui, e ovunque, ora e sempre perchรฉ lโ€™essere umano sperimenti finalmente il crollo e la rovina, la distruzione e la rinascita.

In India, Shiva (เคถเคฟเคต) รจ conosciuto come il dio della distruzione ma sempre in vista di una ricreazione. Simbolo del ciclo continuo di morte e rinascita nel quale tutto lโ€™esistente รจ immerso.

Nascita e morte, distruzione e ricreazione, morte e risurrezione altro non sono che momenti di quella danza che chiamiamo vita.

Nella Bibbia numerosi sono i passi in cui Dio si presenta come forza distruttrice, ad esempio:

โ€œIo formo la luce e creo le tenebre,

faccio il bene e provoco la sciagura;

io, il Signore, compio tutto questoโ€ (Is 45, 7).

Abbiamo bisogno di entrare in contatto col quel โ€˜dio della distruzioneโ€™, che ci abita, principio in grado di frantumare ciรฒ che รจ bene che muoia per far spazio a quel qualcosa di nuovo e fecondo che รจ giร  lรฌ pronto a sbocciare.

In Occidente C.G. Jung ha identificato tutto questo con lโ€™archetipo del Distruttore. Quellโ€™energia al centro di noi stessi che se contattata ci permette di distruggere ciรฒ che in noi non tiene piรน, e non ha piรน motivo di esistere; le situazioni, le relazioni che si trascinano avanti magari da anni ma ormai morte e che non abbiamo il coraggio di ammetterlo; quelle abitudini mentali che non ci fanno crescere provocandoci solo profonda tristezzaโ€ฆ

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Sรฌ, che il dio della distruzione trovi libero spazio in noi perchรฉ qualcosa di nuovo e fecondo possa cominciare a fiorire.

ยซSfasciami il cuore, o Dio in tre persone;
perchรฉ tu finora solo bussi, aliti, risplendi e cerchi di guarire;
perchรฉ mi alzi e stia in piedi, buttami giรน
e piega la tua forza per spezzarmi,
dissolvermi, bruciarmi e farmi nuovo.
Io, come cittร  usurpata, schiava di un altro,
mi sforzo per farti entrare, ma, ahimรจ, senza riuscirci.
La ragione, in me tuo vicerรฉ, difendermi dovrebbe,
ma รจ prigioniera, e si rivela debole o infida.
E tuttavia teneramente tโ€™amo,
e amato vorrei essere, ma fidanzato sono al tuo nemico:
divorziami, sciogli, o spezza quel nodo ancora,
legami a te, imprigionami,
perchรฉ io se non mi rendi schiavo, mai libero sarรฒ,
e casto mai, se tu non mi violentiยป. (John Donne 1572-1631)

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato

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