ยซSono un filo dโerba che ha sete, un nulla che attende di diventare il tutto di Dio. Oscuritร che anela alla luceยป (Michele Do).
Non siamo esseri decaduti, ma povertร in attesa di compimento. Donne e uomini in ascesa verso il proprio vero Sรฉ.
La parabola di oggi ci ricorda che esiste il rischio di abdicare al nostro compito esistenziale, ossia quello di portarci alla luce, di farci vivi, standocene come esseri โmalvagi e pigriโ (v. 26) vivendo da inconsapevoli. Questo รจ il grande peccato per il cristianesimo: trascorrere la vita come atto di deresponsabilizzazione, attendendo magari che una divinitร sopra le nubi, intervenga a nostro vantaggio.
ยซFate attenzione a voi stessiยป (2Gv, 18); ยซFate attenzione, vegliateยป (Mc 13, 33).
Non cโรจ bisogno di un dio che venga a salvarci dallโesterno, come stampella delle nostre insufficienze o riempitivo delle nostre assenze, ma piuttosto dovremmo diventare sempre piรน consapevoli della nostra natura autentica, della potenzialitร che ci abita, e di conseguenza farla emergere, trasformandoci nel meglio che possiamo diventare.
ยซVaโ, la tua fede ti ha salvatoยป รจ lโinvito che torna costantemente nel Vangelo di Gesรน.
Dobbiamo nutrire la grande fiducia che il principio vivificante รจ giร dentro di noi, che tutto รจ giร dato โ al di lร del nostro essere buoni o cattivi (cfr. Lc 6, 35; Mt 5, 48)- e di conseguenza aprirsi a questa luce lasciandosi trasformare.
Il nostro compito forse รจ veramente quello di aiutare il nostro Dio โ come ricorda Etty Hillesum โ ad emergere dalla nostra oscuritร e aiutarlo a non abbandonarci.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
