don Paolo Scquizzato – Commento al Vangelo del 16 Novembre 2025

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ยซSi solleverร  nazione contro nazione, regno contro regno; vi saranno terremoti, carestie, pestilenze. Accadranno segni grandiosi nel cielo, e fatti che faranno tremare. Ma prima ancora di tutto questo metteranno le mani su di voi, vi perseguiterannoโ€ฆ a causa del mio nome.ยป.

Questo รจ un passaggio del vangelo di oggi. Gesรน non fa sconti e non addolcisce nulla. Non promette scorciatoie nรฉ paradisi immediati. Guarda il mondo negli occhi e ci invita a fare lo stesso. Le cose non vanno bene โ€” e non รจ detto che andranno meglio. Ma รจ proprio qui, in questo tempo ferito, pieno dโ€™ombre che si gioca la veritร  dellโ€™esistenza.

La tradizione zen dice: โ€œIl mondo รจ perfetto cosรฌ comโ€™รจโ€. E Gesรน, in fondo, pare concordare: non perchรฉ รจ ingenuo o vada tutto bene, ma perchรฉ รจ in questo istante โ€” non in un altrove immaginario โ€” che siamo chiamati a vivere in pienezza, senza rimpianti e senza fughe. Non ci sono mondi paralleli nel quali si potrebbe vivere meglio.

Le tempeste, i dolori, gli sconvolgimenti non sono segni della fine, ma occasione di nascita. Come scrive Paolo: ยซtutta la creazione geme e soffre le doglie del partoยป (Rm 8,22). Siamo solo invitati ad abitarlo con unโ€™altra modalitร  dโ€™esistenza. Ciรฒ che deve cambiare non รจ il mondo, ma il nostro modo di abitarlo. Lโ€™unica rivoluzione oggi necessaria รจ quella interiore. Quella del cuore.

La vita non va verso la fine, ma piuttosto verso la sua trasfigurazione.

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Forse allora la โ€œfine del mondoโ€ non avverrร  quando lโ€™odio avrร  raggiunto lโ€™apice, o quando lโ€™ultima bomba avrร  dissolto la terra, ma quando ciascuno saprร  compiere un gesto di pura bontร : un abbraccio che accoglie, un pane condiviso, un perdono gratuito.

Sarร  la fine โ€” sรฌ โ€” ma nel senso piรน bello: il compimento della bellezza.

Ogni gesto di amore autentico anticipa la fine del mondo, la trasforma da catastrofe a rivelazione. Perchรฉ lโ€™ultima parola non sarร  la distruzione, ma la luce che filtra dal cuore umano. E cosรฌ, su questo inferno che ancora chiamiamo terra, continuiamo a camminare: ostinati raccoglitori di fiori. E davanti al volto dellโ€™altro, della persona amata, accarezzandone il volto pieni di meraviglia ci scopriamo a dire con un sorriso di tenerezza antica, โ€˜tu sei la fine del mondoโ€™.

Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato.

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